I ghiacciai della catena dell’Himalaya rischiano di perdere fino all’80% del loro volume entro la fine del secolo, con profonde conseguenze per milioni di persone. Lo scenario è quello fotografato da un gruppo di ricerca internazionale e pubblicato dall’International Centre for Integrated Mountain Development (ICIMOD).
Temperature in aumento, l’impatto sui ghiacciai dell’Himalaya
Esaminando un’area che si estende per 4,1 milioni di chilometri quadrati dall’Afghanistan a ovest a Myanmar a est, il rapporto ha rilevato che i ghiacciai nella regione montuosa dell’Hindu Kush e dell’Himalaya si sono sciolti il 65% più velocemente negli anni 2010 rispetto al decennio precedente. Ciò suggerisce che l’aumento delle temperature sta già impattando sui ghiacciai che nella regione in oggetto alimentano 12 fiumi che forniscono acqua dolce a due miliardi di persone in 16 paesi, tra cui Cina, India e Pakistan.
Le previsioni entro il 2100
Lo stesso gruppo di ricercatori ha pubblicato un rapporto nel 2019, secondo il quale anche nel caso ottimistico in cui il riscaldamento globale medio fosse limitato a 1,5 gradi Celsius al di sopra delle temperature preindustriali, la regione perderebbe almeno un terzo dei suoi ghiacciai.
In particolare, con un riscaldamento compreso tra 1,5 e 2 gradi Celsius, la regione montuosa più alta del mondo perderebbe dal 30% al 50% del suo volume entro il 2100, afferma la ricerca. Se venissero oltrepassati 3 gradi Celsius di riscaldamento, i ghiacciai in Nepal e Bhutan nell’Himalaya orientale arriverebbero a consumare addirittura il 75% del loro ghiaccio. A 4 gradi Celsius in più si salirebbe fino all’80%.
Gli effetti sugli abitanti
Circa 240 milioni di persone vivono nella regione himalayana dell’Hindu Kush, altri 1,65 miliardi abitano a valle.
Molte comunità di alta montagna dipendono dalle acque glaciali per irrigare i raccolti e mantenere il bestiame, ma lo scioglimento accelerato inonderebbe i terreni agricoli a valle. L’erosione dei pendii glaciali aumenterebbe la probabilità di inondazioni, frane e valanghe, moltiplicando i rischi per milioni di abitanti delle comunità montane.
“Per loro questa è casa e il loro sostentamento dipende principalmente dall’agricoltura, dal bestiame, dal turismo e dalle piante medicinali e aromatiche”, riferisce la coautrice della ricerca Amina Maharjan di ICIMOD.
“Ciò che abbiamo constatato attraverso il nostro report è che tutti gli abitanti della regione saranno interessati anche ai più lievi cambiamenti delle condizioni climatiche e delle condizioni criosferiche nella regione”, continua la ricercatrice. Ad esempio, “i modelli delle nevicate sono sempre più fuori sincrono con la stagionalità, ricoprendo e riducendo i pascoli per il bestiame”, spiega Maharjan. “Nell’ultimo mezzo decennio, gli yak sono morti a causa della mancanza di cibo in India, Nepal e Bhutan, lasciando gli agricoltori con enormi perdite di reddito”, ha aggiunto.
Ghiacciai Himalaya, “agire subito”
La lontananza e il terreno accidentato della regione significano anche che le comunità montane spesso non hanno accesso a una risposta immediata ai disastri. “I ghiacciai dell’Hindu Kush Himalaya sono una componente importante del sistema terrestre. Con due miliardi di persone in Asia che dipendono dall’acqua che i ghiacciai e la neve qui trattengono, le conseguenze della perdita di questa criosfera sarebbero immense. Abbiamo bisogno che i leader agiscano ora per prevenire la catastrofe”, ha affermato Izabella Koziell, vicedirettore generale dell’ICIMOD.