Il cambiamento climatico avrà un impatto sempre maggiore sulle nostre vite, ma molte persone non se ne rendono conto. I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno, così, sviluppato un modo innovativo per misurare l’effetto del riscaldamento globale nella vita reale, in modo tale che tutti possano rendersi conto delle conseguenza pratiche dell’aumento delle temperature nella quotidianità.
Il lavoro del MIT
Ad oggi è probabile che molti non riescano a percepire fino in fondo il riscaldamento globale, perché le sue conseguenze non impattano particolarmente sulla vita di tutti i giorni. Per cercare di risolvere questo problema, i ricercatori del MIT, utilizzando i dati di 50 diversi modelli climatici, hanno stabilito come il numero di “giorni all’aperto” in varie luoghi del mondo aumenterà o diminuirà entro il 2100.
Cosa sono i giorni all’aria aperta
Per “giorni all’aria aperta” gli esperti intendono periodi di 24 ore in cui le temperature sono abbastanza piacevoli da consentire alla maggior parte delle persone di svolgere attività all’aperto, sia di lavoro che di svago. Si tratta di giorni in cui non fa né troppo caldo né troppo freddo, che gli scienziati considerano all’incirca tra i 10°C e i 25°C, e non si verificano eventi meteorologici estremi.
Quali Paesi perderanno più giorni all’aperto?
I luoghi del mondo che subiranno i maggiori cambiamenti riguardo alle giornate all’aperto, secondo il MIT, sono le destinazioni tropicali. In particolare, in cima alla triste classifica c’è la Repubblica Dominicana, che entro il 2100 perderà ben 124 giorni di clima confortevole all’anno. Seguono Messico, India, Thailandia ed Egitto, che dovranno rinunciare alla metà delle loro giornate all’aperto.
Differenza tra Nord e Sud del mondo
Una differenza importante riscontrata dai ricercatori riguarda il Nord e il Sud del mondo. Il cambiamento climatico, e il conseguente aumento delle temperature, non avrà lo stesso impatto ovunque. Il Nord del nostro pianeta guadagnerà più giorni di clima confortevole, mentre il Sud perderà di più nonostante abbia emesso meno gas serra.
Il riscaldamento globale in Europa
Anche molti Paesi europei dovranno fare i conti, presto o tardi, con il riscaldamento globale e anche qui gli esperti hanno riscontrato una differenza tra il nord e il sud del Vecchio Continente. Al nord ci saranno più giorni con tempo clemente poiché gli inverni si riscaldano, al sud il caldo estremo durante i mesi estivi causerà un calo del numero di giorni all’aperto. Probabilmente i Balcani saranno una delle regioni più colpite in Europa: l’Albania perderà 30 giorni, la Serbia 26 giorni, la Croazia 22 giorni, la Macedonia del Nord 21 giorni, la Bulgaria 17 giorni, il Kosovo 19 giorni e la Romania 12 giorni. Male anche la Grecia, che entro il 2100 potrebbe dover dire addio a ben 37 giorni all’anno a causa del caldo estremo tra maggio e settembre.
Chi guadagnerà giornate all’aperto
Contrariamente all’area balcanica e alla Grecia ci sono dei Paesi europei che invece avranno più giorni all’aperto. Francia, Germania e Austria, ad esempio, guadagneranno tra i 18 e i 52 giorni di tempo confortevole entro il 2100, in gran parte a causa degli inverni più caldi. Questo non è ovviamente un aspetto positivo: molte attività economiche di questi Paesi, tra cui quelle sciistiche, potrebbero accusare il colpo.