Nei giorni scorsi il gruppo “Just Stop Oil” è tornato all’onore delle cronache pugnalando il vetro di sicurezza che protegge la Venere Rokeby nella National Gallery di Londra. Il dipinto, l’unico nudo del pittore spagnolo Diego Velázquez, per fortuna non è stato danneggiato.

Dopo avere rotto il vetro, due attivisti, un uomo e una donna, poi arrestati, si sono rivolti alla sala e hanno spiegato che il loro gesto era “una risposta al recente permesso governativo in favore dei combustibili fossili”. Ma chi sono e cosa vogliono gli attivisti di Just Stop Oil?

Che cosa è il gruppo Just Stop Oil

Just Stop Oil è una coalizione di gruppi che condividono la stessa preoccupazione per il cambiamento climatico e la volontà di fermare l’uso di petrolio, gas e carbone, le principali fonti di emissioni di gas serra che stanno surriscaldando il pianeta.

Nato nel febbraio del 2022, ha l’obiettivo di indurre il governo britannico a bloccare immediatamente tutte le future licenze per l’esplorazione, lo sviluppo e la produzione di combustibili fossili, in linea con quanto raccomandato dall’Agenzia internazionale per l’energia.

Inoltre, chiedono al governo di introdurre sovvenzioni per il trasporto pubblico, nuove tasse sui grandi inquinatori e il soddisfacimento dei bisogni energetici di base per tutti i cittadini in difficoltà.

La strategia di Just Stop Oil

Per far sentire la loro voce, gli attivisti di Just Stop Oil hanno deciso di adottare una strategia di “resistenza civile“, ispirandosi ad altri movimenti ambientalisti come Extinction Rebellion e Insulate Britain, noti per le loro manifestazioni non violente che hanno bloccato le strade e i ponti di Londra.

Just Stop Oil ha portato la protesta a un livello superiore, mirando a interrompere la distribuzione di benzina e altri combustibili fossili nell’Inghilterra meridionale. Per farlo, hanno usato diversi metodi, come bloccare le pompe di benzina, sabotare i camion cisterna, occupare le raffinerie e le centrali elettriche, e persino imbrattare opere d’arte nei musei sponsorizzati dalle compagnie petrolifere.

Gli attivisti Just Stop Oil dopo avere imbrattato i Girasoli di Van Gogh
Gli attivisti del gruppo Just Stop Oil con le mani incollate al muro dopo avere imbrattato i Girasoli di Van Gogh (@Credits: Ipa)

La zuppa di pomodoro su un Van Gogh

Una delle azioni più clamorose di Just Stop Oil è stata quella del 14 ottobre scorso, quando due attivisti sono entrati nella National Gallery di Londra per gettare zuppa di pomodoro sui Girasoli, il famoso dipinto di Van Gogh, prima di incollarsi le mani alla parete del museo.

Il gesto ha suscitato indignazione e polemica, ma anche attirato l’attenzione sui legami tra il mondo dell’arte e quello del petrolio. Infatti, la National Gallery è uno dei tanti musei britannici che ricevono finanziamenti da Shell, una delle maggiori compagnie petrolifere al mondo, accusata di essere responsabile di gravi danni ambientali e sociali in diversi paesi.

L’appello degli attivisti per l’ambiente

Gli attivisti di Just Stop Oil sostengono di agire per il bene comune e per il futuro dell’umanità, messo a rischio dal riscaldamento globale e dai suoi effetti devastanti, come l’innalzamento del livello del mare, le ondate di calore, le siccità, le alluvioni, le malattie, le migrazioni forzate e i conflitti.

Dicono di essere pronti a sacrificare la loro libertà e la loro reputazione per ottenere il cambiamento che ritengono necessario e urgente. Si appellano alla coscienza e alla responsabilità di tutti i cittadini, invitandoli a unirsi alla loro causa o a sostenerli in altri modi.

Gli attivisti di Just Stop Oil sono irresponsabili?

Ma il loro metodo è giusto e efficace? Le loro richieste sono realistiche e ragionevoli? Quali sono le conseguenze delle loro azioni per la società e per l’economia? Queste sono alcune delle domande che si pongono molti osservatori e critici, che accusano Just Stop Oil di essere estremisti, irresponsabili, illegali e dannosi.

Alcuni sostengono che ci siano modi migliori e più pacifici per sensibilizzare l’opinione pubblica e influenzare le decisioni politiche, come il dialogo, la partecipazione, la ricerca, l’innovazione, la cooperazione. Altri ritengono che la transizione energetica sia già in atto e che sia necessario trovare un equilibrio tra la protezione dell’ambiente e lo sviluppo economico e sociale.

Un problema complesso

La verità è che il tema dei combustibili fossili e del cambiamento climatico è complesso e controverso, e richiede una riflessione approfondita e una visione globale. Non si possono ignorare le evidenze scientifiche e le testimonianze dei popoli più colpiti dalle crisi climatiche, ma neanche le sfide e le opportunità che il mondo moderno ci presenta. Dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte e delle loro conseguenze, e cercare di agire in modo responsabile e solidale.