Secondo una ricerca condotta dalla Scuola di Scienze Biologiche dell’Università di Adelaide, in Australia, i polpi potrebbero avere vita breve se entro la fine del secolo le temperature degli oceani dovessero continuamente aumentare.
Stress termico nei polpi: quali conseguenze?
Mentre studi precedenti avevano suggerito che i polpi fossero altamente adattabili alle temperature dell’acqua, la ricerca australiana ha dato indicazioni differenti: lo stress termico determinato dal riscaldamento globale causerebbe loro problemi alla vista con conseguenze nefaste per la loro sopravvivenza. Circa il 70% del cervello del polpo è infatti dedicato alla vista che svolge un ruolo cruciale nella comunicazione e nel rilevamento di predatori e prede.
I risultati della ricerca
I ricercatori hanno esposto le uova dei polpi non ancora nati e le loro madri a tre diverse temperature: 19°C, 22°C, per replicare le attuali temperature estive dell’acqua, e 25°C (la stima di quelle che saranno le temperature entro il 2100).
È stato scoperto che i polpi esposti a 25°C producono significativamente meno proteine responsabili della vista rispetto a quelli esposti ad altre temperature. “Una di queste è una proteina strutturale presente in grande abbondanza nei cristallini degli occhi degli animali per preservarne la trasparenza e nitidezza; un’altra è responsabile della rigenerazione dei pigmenti visivi nei fotorecettori degli occhi”, ha affermato il dottor Qiaz Hua, autore principale dello studio.
Riscaldamento globale: “Impatto su più generazioni”
Lo studio ha anche scoperto che temperature più elevate erano associate a un aumento del tasso di morti premature delle madri incinte. Le uova non si sono schiuse per due delle tre razze di polpi mantenute a 25°C. Meno della metà delle uova si è invece schiusa per la terza covata mantenuta a questa temperatura; i ricercatori hanno tuttavia affermato che la madre della covata in questione mostrava “segni visibili di stress” non osservati nei polpi esposti a temperature più basse. Allo stesso modo è stato osservato che i piccoli sopravvissuti evidenziavano “una quantità di stress termico tale da non garantirne la sopravvivenza fino all’età adulta”. Secondo Hua ciò significa che “il riscaldamento globale potrebbe avere un impatto simultaneo su più generazioni“.
“Aumento delle temperature dannoso per i polpi”
Bronwyn Gillanders, direttore del dipartimento di scienze biologiche presso l’Università di Adelaide e coautore dello studio, ha affermato: “Pur trattandosi di una variazione di soli tre gradi si inizia a vedere il deterioramento degli organismi“. Gillanders ha comunque osservato che i polpi sono stati esposti a un aumento più rapido delle temperature rispetto a ciò che si potrebbe verificare nei prossimi decenni: “Difficile dire se le temperature entro fine secolo rifletteranno quelle dell’esperimento. Ciò che è certo è che il loro aumento sarebbe dannoso per i polpi”.
Adattabilità dei cefalopodi: i rischi
Commentando i risultati della ricerca, l’ecologo acquatico Jasmin Martino, ha affermato che i risultati contraddicono la letteratura precedente, secondo la quale i cefalopodi – gruppo che comprende polpi e calamari – sarebbero usciti vincitori dal cambiamento climatico grazie alla loro grande adattabilità: “Questo studio rivela che i polpi potrebbero avere grosse difficoltà nelle regioni di inevitabile stress termico, come i tropici“.