Siamo circondati da rumori. Ogni cosa intorno a noi ha un suono. Le onde che si infrangono sugli scogli. I rami degli alberi che vibrano. Il ronzio delle zanzare. Accade tutti i giorni, in ogni momento, ma non tutti vi prestano attenzione. Alcuni suoni si verificano in luoghi di difficile accesso per gli esseri umani o al di sotto del livello che possiamo percepire. Eppure, sempre più scienziati sono all’ascolto: studiano i suoni per trarne conclusioni utili a salvare il pianeta dai cambiamenti climatici.
Studiare il suono per contrastare i cambiamenti climatici
Di recente, negli Stati Uniti d’America si è svolta la conferenza annuale dell’Acoustical Society. Gli esperti hanno presentato una serie di rumori che sono riusciti a udire. Per esempio, l’anno scorso hanno scoperto che i cambiamenti climatici stanno accelerando la trasmissione del suono nell’oceano, con potenziali implicazioni per la vita marina. Più recentemente, a marzo, uno studio pubblicato su Nature ha rivelato come la pandemia abbia ridotto il rumore delle navi nelle profondità dell’oceano, diminuendo la quantità di interruzione antropogenica del paesaggio sonoro nell’ambiente marino, sul quale fanno affidamento gli animali. Nei prossimi mesi gli ecologisti vorrebbero monitorare come la remota fauna selvatica dell’Alaska stia rispondendo al cambiamento climatico: lo faranno ascoltando il cinguettio degli uccelli e il ronzio degli insetti.
Cosa ci dice il rumore delle onde
Un gruppo di scienziati ha rilasciato palloncini per registrare suoni altrimenti non udibili prodotti in uno strato della nostra atmosfera che si trova molto al di sopra di dove volano gli aerei. Utilizzando microbarometri a bassa frequenza sono stati in grado di rilevare come suona la terra da così in alto, ascoltando suoni emessi dai temporali alle turbine eoliche e fino ai treni merci. In una registrazione presentata alla conferenza, si può sentire un sibilo calmo, simile al vento, intervallato da crepitii e pulsazioni. Quel sibilo è il suono delle onde che si infrangono l’una contro l’altra in mezzo all’oceano. Che cosa ci dice questo suono registrato da lassù? Secondo gli esperti, le onde dell’oceano, sbattendo le une contro le altre, riscaldano l’atmosfera superiore quando l’onda sonora si dissipa. In altre parole, la registrazione misura come l’oceano cambia i modelli energetici a 60 miglia di altezza nel cielo.
Il suono delle radici degli alberi
Novità potrebbero arrivare anche dal sottosuolo. L’albero più grande del mondo per peso e massa si trova nello Utah meridionale. Conosciuto come Pando, è situato in un boschetto di pioppi vecchi di 9mila anni. Ve ne sono oltre 47mila, geneticamente identici. L’organizzazione no profit “Friends of Pando” ha utilizzato idrofoni, microfoni subacquei, per registrare quelle che si pensa siano vibrazioni trasmesse lungo il sistema radicale dell’albero durante un temporale. Jeff Rice, un artista del suono che lavora con l’organizzazione no profit, ha spiegato al magazine Time: «Il sistema che stiamo usando è simile a quello delle due lattine collegate da una corda. Solo che qui ci sono 47mila lattine collegate». Il fruscio delle foglie nel vento fa sì che l’idrofono capti segnali sotterranei: più vigorosamente le foglie e i rami si agitano, più forte è il segnale.
Dagli alberi agli insetti: la speranza viene dalla scienza
Lance Oditt, direttore esecutivo dell’organizzazione no profit ha spiegato a Time: «Vediamo un enorme potenziale per l’uso nella scienza. Il vento, convertito in vibrazione (suono) e viaggiando attraverso il sistema radicale, potrebbe anche rivelare i meccanismi interni del vasto sistema idraulico nascosto di Pando in modo non distruttivo». Il gruppo spera di utilizzare i dati di queste registrazioni per studiare, tra le altre cose, il movimento dell’acqua, le colonie di insetti e la profondità delle radici.
Così la scienza ci riconnette alla natura
Il suono è potente. La pioggia e lo sciabordio delle onde possono calmarci. Un solo frammento del ritornello di una canzone può riportare alla mente un ricordo perduto. Portando alla luce suoni precedentemente inaccessibili, gli scienziati ci stanno ora collegando più intimamente che mai al mondo che ci circonda. Questo potrebbe costringerci a pensare e sentire in modo diverso le meraviglie della natura e a rivalutare il nostro impatto sul pianeta.