L’aumento dell’uso di pesticidi e fertilizzanti nei terreni agricoli sta causando la morte degli uccelli in tutta Europa. Lo sostiene un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Pnas. Utilizzando i dati di 28 Paesi riguardanti un periodo di 37 anni, i ricercatori hanno scoperto che sono spariti 600 milioni di esemplari, un sesto dell’avifauna europea.
Spariti 600 milioni di uccelli
In particolare, secondo i ricercatori tra le specie di uccelli comuni si è registrato un declino generale del 25% in tutto il continente. In particolare, tra il 1980 e il 2016 gli uccelli più assidui nei terreni agricoli si sono più che dimezzati. Gli uccelli dei boschi sono diminuiti del 18%, quelli che vivono nelle città del 28%. Inoltre lo studio ha evidenziato che gli uccelli che vivono al Nord, in quanto preferiscono le temperature più rigide, sono diminuiti del 40%. Quelli che vivono al Sud sono diminuiti del 17%. A peggiorare le cose è l’intensificazione delle pratiche agricole moderne, che utilizzano pesticidi e fertilizzanti.
I pesticidi uccidono gli insetti, gli uccelli muoiono di fame
Aaumentare la nostra dipendenza da pesticidi e fertilizzanti ci ha permesso di coltivare in modo più intensivo e produrre di più. Ma questo ha comportato un costo enorme per la nostra fauna selvatica. Ad avere la peggio sono gli uccelli che mangiano insetti, come la “ballerina gialla” e il “pigliamosche maculato”. Il motivo va cercato nell’impatto che pesticidi e fertilizzanti hanno sugli invertebrati. Per favorire l’agricoltura si tende a eliminarli, ma così facendo si crea uno scompenso nella catena alimentare. Infatti, diminuisce la disponibilità di risorse alimentari per gli uccelli che si cibano di questi animali. Secondo lo studio, gli insetti rappresentano una parte importante nella dieta di molti uccelli, soprattutto in alcune fasi dello sviluppo. Sono particolarmente cruciali durante il periodo riproduttivo per 143 specie su 170 studiate.
Gli uccelli spariscono per colpa dell’uomo
Richard Gregory, autore principale dello studio, ha spiegato al quotidiano britannico Independent: «Molti studi hanno cercato di capire cosa ha guidato il declino degli uccelli nel Regno Unito e in Europa. Questo è il primo che esamina i principali fattori addebitabili all’uomo. I risultati sono convincenti. Mostrano cosa si dovrebbe fare per cambiare le cose».
Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla fauna
I ricercatori hanno anche scoperto relazioni dirette tra il declino delle popolazioni di uccelli e altre azioni umane, come la riduzione delle foreste, l’urbanizzazione e le temperature più elevate a causa del cambiamento climatico. In particolare, dopo l’agricoltura intensiva, la seconda causa della scomparsa degli uccelli in Europa è l’urbanizzazione. Al terzo posto si piazza la crisi climatica, con l’aumento delle temperature che colpisce soprattutto le specie che preferiscono i climi freddi.
Necessaria un’agricoltura senza pesticidi
Lo studio mette in evidenza la necessità di un’agricoltura rispettosa della natura. I governi dovrebbero sostenere gli agricoltori nel passaggio a tecniche più produttive che prevedano la riduzione dell’uso di pesticidi. Queste tecniche esistono e sono già state applicate in diversi luoghi del pianeta. Bisognerebbe correre ai ripari prima che sia troppo tardi.