L’estate e le ferie spesso ci fanno venir voglia di lasciarci un po’ tutto alle spalle. Cambiare ritmi e abitudini può essere davvero salutare e rigenerante. Questa nuova vita ai tempi delle ferie non deve però riguardare le buone pratiche che adottiamo ogni giorno durante l’anno nel cercare di fare la nostra parte nella salvaguardia del Pianeta. Una delle azioni che probabilmente gran parte di noi compie è la lotta per ridurre i rifiuti e differenziare quelli non eliminabili. Effettuare la differenziata non è utile solamente all’ambiente, ma ci consente anche di non incorrere in eventuali multe date dalla nostra negligenza.
Quando però si va in vacanza si può trovare qualche difficoltà nel capire le normative locali. Da un lato ci si sposta in luoghi di cui non conosciamo le regole, dall’altro possiamo avere a che fare con oggetti che ci fanno porre la domanda: “e questo dove lo butto?”.
Comune che vai, regole per la differenziata che trovi
Forse non tutti sanno che la raccolta differenziata cambia da comune a comune (in alcune città, come Roma, anche in base ai quartieri). La prima regola è quindi quella di informarsi su come sia fatta la differenziata nel luogo ove passeremo le nostre ferie. Possono infatti esservi quella stradale con i classici cassonetti (il cui colore di riferimento può cambiare), in altre il porta a porta con i giorni e orari designati per ogni tipo di raccolta. Ad esempio la raccolta dell’organico potrebbe essere più frequente rispetto ad altri rifiuti ma con orari serali o mattutini. In alcuni casi potrebbe essere utile sapere anche se vi è un’isola ecologica.
Come informarsi sulle regole della raccolta differenziata
Per informarsi prima della partenza si potrà fare affidamento sui portali dei Comuni ove ci recheremo e sulle app ufficiali (a volte specifiche del luogo, altre di portata più nazionale ma che, attraverso la geolocalizzazione, riescono ad individuare le regole specifiche del territorio in cui ci troviamo). Potrete anche chiedere delucidazioni, prima di partire o all’arrivo, al locatore da cui prenderete in affitto l’appartamento o alla struttura turistica della vostra villeggiatura. In questo ultimo caso – specie se negli spazi comuni non sono localizzati gli appositi secchi – potrete domandare dove sia possibile portare i rifiuti per la differenziata.
Lungo la strada poi vi consigliamo di tenere gli occhi ben aperti. Spesso le modalità sono riportate in cartelli o direttamente sui cassonetti. Ci avevate mai fatto caso?
La differenziata a passo di Trekking
Con un boom di prenotazioni, la montagna sarà regina dell’estate per molti italiani. Zaino in spalla, scarponi comodi, bacchette da trekking e magari anche tenda per molti saranno grandi amici. Ma cosa fare nel caso divengano inservibili?
Lacci e scarponi
Buona norma in una scalata è avere con sé un paio di lacci di ricambio perché difficilmente si potrà proseguire nel caso in cui si rompano. Cosa fare con quelli spezzati? Potrebbero essere utili come corde ma nel caso in cui fossero inutilizzabilii, dovranno essere gettati nell’indifferenziato (e non certo in montagna a testimoniare il vostro passaggio). Gli scarponi (come le scarpe) divenuti inservibili potranno andare nella raccolta degli indumenti usati. Ma non quelli da sci, che andranno portati all’ecocentro.
Lo zaino
Ne esistono di tutti i tipi e vi è una certezza: son fondamentali quanto le scarpe durante le escursioni. Parliamo degli zaini. Se ce ne disfiamo semplicemente perché abbiamo bisogno di un modello diverso ma il nostro precedente è ancora perfettamente utilizzabile, sarà opportuno regalarlo o magari venderlo. Ove fosse da buttare, anche in tal caso potrà andare nella raccolta degli abiti usati.
L’orologio GPS
Chissà come facevano i nostri predecessori a non perdersi tra cartine, non per tutti semplici da interpretare, e indicazioni non precise! Oggi in montagna è tutto più semplice grazie ai sistemi GPS. Una delle strumentazioni più utilizzate a riguardo è quella dell’orologio GPS, dotato delle funzioni fondamentali di altimetro e barometro. Fedele amico delle avventure di molti, purtroppo non è eterno. Quando non sia più riparabile dobbiamo fare attenzione a dove conferirlo. Rientra infatti nei RAEE: i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e come tale va smaltito. Oltre che presso gli ecocentri, ricordatevi che è la raccolta di tali piccoli apparecchi è presente in molti negozi di elettronica e anzi è obbligatoria nei megastore che vendano tali oggetti e superino i 400 metri quadrati di negozio.
I rifiuti da spiaggia. Ecco dove vanno buttati
La vita da spiaggia è diversa da quella di tutti i giorni del resto dell’anno. Può quindi capitare l’esigenza di dover buttare qualcosa senza sapere con precisione dove conferirla perché son prodotti che potremmo definire stagionali, come il contenitore vuoto della crema solare, il materassino bucato che non si riesce a riparare, il secchiello rotto o l’ombrellone che si guasta in via definitiva.
Dove si butta il flacone della crema solare
La prima regola per capire ove buttare il contenitore vuoto del solare è individuarne il materiale. Dovrebbe essere scritto sopra la confezione insieme, solitamente, alla modalità di smaltimento. Nel più dei casi è un imballaggio di plastica riciclabile e come tale potrà essere trattato. Se invece trattasi di un tubetto metallico, andrà conferito insieme alle lattine. Non servirà lavarli ma consigliamo di finire ben bene il contenuto per non sprecare neanche un po’ di crema.
Ombrellone, lettini e sdraio
Avete acquistato ombrelloni, lettini, sedie da mare o sdraio per la vostra stagione e ora non sapete cosa farci? Se sono ancora buoni ma non avete modo di stiparli o portarli con voi, potreste regalarli, magari sfruttando i diversi siti o app che consentono di trovare qualche persona interessata con un paio di click (come i gruppi social “te lo regalo se vieni a prenderlo”).
Se invece sono rotti e purtroppo non riparabili, non possono essere cestinati né in un contenitore della differenziata e nemmeno nel secco (indifferenziato). Andranno portati a un ecocentro o fatti prelevare attraverso il servizio di ritiro dei rifiuti ingombranti. In ogni caso non dovranno essere abbandonati in natura, tanto meno in spiaggia.
Secchiello e materassino rotti: cosa ci faccio?
Chi ha dei bambini probabilmente sa che il maggior numero di oggetti portati in spiaggia solitamente riguarda secchielli, palette, formine, pistole ad acqua e tanto altro. Con molta probabilità sono di plastica e questo porta solitamente le persone a fraintendere il fine vita nel caso si rompano. In Italia si riciclano solamente (alcuni) imballaggi di plastica. Se non siamo di fronte al packaging quindi andranno sicuramente a un ecocentro o nella frazione del secco, a differenza dell’eventuale imballaggio (solitamente una retina di plastica) con cui li abbiamo acquistati. In tal caso il sacchetto potrà prendere la strada della differenziata. Lo stesso vale per materassini, braccioli e ciambelle. Quindi cerchiamo di farli durare più a lungo possibile. Chiaro come l’acqua cristallina del mare d’agosto?
Il costume da bagno rovinato, che fine fa?
Alzi la mano a chi è successo almeno una volta. Iniziamo a fare la valigia per il mare e tiriamo fuori asciugamani, accappatoi, ciabattine e costumi convinti di riporli direttamente nei bagagli. Quale sorpresa però nell’accorgerci che non sempre risultino utilizzabili un anno per un altro. Se le classiche ciabatte di gomma, come le infradito, fossero rovinate, l’unica soluzione è buttarle nell’indifferenziata (anche se alcune case produttrici ogni tanto organizzano attività di riciclo tramite una raccolta presso i loro negozi). Così anche per i costumi, salvo che l’eventuale danno non sia riparabile come accade quando si rovina un elastico sostituibile (come quello che si lega dietro al collo): spesso basterà utilizzarne un altro per rendere il costume protagonista anche della vacanza in arrivo. Se poi si è rovinato solo un elemento – come può accadere quando sia un bikini – potreste tenere l’altra metà e abbinarvi un altro pezzo. Ad oggi va di moda anche indossare due colori diversi. Io lo faccio spesso e volentieri, in particolar modo unendo pezzi “superstiti”. Se invece ad essere diventato inservibile sarà l’asciugamano, potrà andare nella raccolta degli abiti usati.
La spiaggia non è un posacenere
L’ultimo consiglio con cui vogliamo lasciarvi riguarda una cosa tanto ovvia quanto per nulla scontata: la spiaggia non è un posacenere. Si stima che il filtro della sigaretta impieghi mediamente almeno cinque anni per biodegradarsi. Ma non finisce qui: possono essere scambiati per cibo da pesci o uccelli, mettendo a rischio le loro vite. Ove non abbiate a disposizione un posacenere magari dell’ombrellone o nello stabilimento, potrete dotarvi di uno tascabile. Sempre che non abbiate la fortuna di stare in uno di quegli stabilimenti che hanno deciso di premiare i propri ospiti per la collaborazione. Un esempio? Vi sono alcuni lidi che in cambio di un bicchiere pieno di cicche, regalano una birra per rinfrescare gli ecologisti!