Una tassa introdotta in Svezia quattro anni fa per ridurre il consumo di sacchetti di plastica è stata abolita, sollevando un acceso dibattito su sostenibilità ambientale e politiche governative. Introdotta nel 2020, la tassa di 3 corone (circa 0,25 euro) per ogni sacchetto di plastica ha portato a una drastica riduzione del consumo di questi prodotti, passati da una media di 74 sacchetti per persona nel 2019 a soli 17 nel 2023. Tuttavia, nonostante questi risultati, il governo svedese ha deciso di abolire la misura, scatenando critiche e preoccupazioni da parte di ambientalisti e attivisti.
La tassa sui sacchetti di plastica
La tassa sui sacchetti di plastica era stata introdotta in risposta alla direttiva dell’Unione Europea del 2015, che chiedeva agli Stati membri di ridurre drasticamente il consumo di plastica monouso. La Svezia, con il provvedimento, era riuscita a ridurre il consumo ben al di sotto della soglia di 40 sacchetti per persona, fissata dall’UE come obiettivo da raggiungere entro il 2025. Nonostante ciò, l’attuale governo di centrodestra, sostenuto dal partito dei Democratici Svedesi, ha ritenuto la tassa non più necessaria.
Ambientalisti contro il governo
L’agenzia svedese per la protezione dell’ambiente si è espressa contro l’abolizione della tassa, sottolineando come la misura fosse ancora necessaria per consolidare i cambiamenti comportamentali dei cittadini. «Non crediamo che il governo dovrebbe eliminare la tassa così presto», ha dichiarato Åsa Stenmarck, portavoce dell’agenzia. La preoccupazione è che, senza il vincolo economico, i consumatori possano tornare alle vecchie abitudini, riportando il consumo di plastica a livelli più elevati.
Addio alla tassa sui sacchetti di plastica: una mossa politica
La decisione del governo svedese di abolire la tassa è stata accolta con scetticismo da molti osservatori, che vedono dietro questa scelta una motivazione più politica che pratica. Rolf Lindahl, attivista di Greenpeace Svezia, ha spiegato come la tassa sia diventata il simbolo di una battaglia ideologica contro le politiche ambientali. Secondo Lindahl, la misura è stata strumentalizzata come esempio di «eccesso di zelo ambientale» da parte della destra svedese. «Temiamo che la fine della tassa significhi un aumento del consumo di plastica, con un ritorno alla vecchia abitudine di acquistare nuovi sacchetti a ogni spesa», ha affermato l’attivista.
La nascita dei sacchetti di plastica
La Svezia, che negli anni è stata un esempio virtuoso nella gestione della plastica e nella riduzione dei rifiuti, si trova ora in una situazione controversa. Paradossalmente, il sacchetto di plastica stesso è nato in Svezia negli anni ’60, grazie all’invenzione brevettata della Celloplast. Da allora, il Paese ha fatto molta strada, diventando una nazione all’avanguardia nelle politiche di sostenibilità e gestione ambientale. Prima dell’introduzione della tassa, già i grandi supermercati applicavano un sovrapprezzo sui sacchetti, incoraggiando i consumatori a utilizzare borse riutilizzabili. La tassa aveva rafforzato ulteriormente questa pratica, facendo scendere la vendita dei sacchetti anche al di fuori della grande distribuzione. Ora, con la sua abolizione, si teme un passo indietro significativo.
Quale sarà la reazione dell’Unione europea?
La scelta della Svezia di abolire la tassa potrebbe avere anche risvolti sul piano internazionale. La normativa dell’Unione Europea prevede infatti che tutti gli Stati membri raggiungano entro il 2025 l’obiettivo massimo di 40 sacchetti di plastica per persona all’anno. Stenmarck ha espresso preoccupazione per la possibilità che la Svezia, senza la tassa, possa non rispettare questo obiettivo e incorrere quindi in sanzioni economiche da parte del’Ue.
L’impatto reale della decisione del governo
Il governo svedese sembra confidare sul fatto che i consumatori abbiano ormai interiorizzato le buone pratiche, come portare con sé borse riutilizzabili. Tuttavia, senza l’incentivo economico, potrebbe essere difficile mantenere i comportamenti virtuosi. Molti esperti avvertono che senza politiche di supporto, l’effetto della tassa potrebbe svanire in breve tempo, vanificando i progressi fatti finora.