Le barriere coralline diventano sempre più bianche. Lo hanno gli scienziati americani del Coral Reef Watch della National Oceanic and Atmospheric Administration, che attribuiscono il fenomeno al riscaldamento globale. Secondo gli studi effettuati, circa il 54% delle acque oceaniche contenenti barriere coralline ha subito uno stress da calore abbastanza elevato da causare lo sbiancamento. Questo sta succedendo in tutto il mondo.
Le barriere coralline si sbiancano in massa
È la quarta volta che gli scienziati registrano un evento di sbiancamento di massa a livello planetario e lanciano l’allarme. Probabilmente, quello del 2024 sarà il più esteso mai registrato. Il primo allarme venne lanciato nel 1998, quando il 20% dei coralli oceanici fu esposto a un livello di stress termico abbastanza alto da causarne lo sbiancamento. Il secondo evento, nel 2010, ha coinvolto il 35% dei coralli. Con il terzo, registrato dal 2014 al 2017, si è raggiunto il picco del 56%.
Gli studiosi hanno spiegato che un “evento globale di sbiancamento” viene dichiarato quando almeno il 12% dei coralli in ciascuno dei principali bacini oceanici – Pacifico, Atlantico e India – sperimenta uno stress termico che provoca questo fenomeno in un periodo di 12 mesi. Per poter lanciare l’allarme, è necessario che lo sbiancamento dei coralli sia anche dimostrato.
A rischio la Grande barriera corallina australiana
A rendere la situazione più grave, c’è anche il fatto che gli scienziati del Coral Reef Watch hanno confermato che nel 2024 il più grande sistema di barriere coralline del mondo, la Grande Barriera Corallina australiana, ha subito il suo evento di stress termico più diffuso mai registrato.
Intervistato dal quotidiano britannico Guardian, il dottor Derek Manzello, direttore di Coral Reef Watch, ha spiegato che l’attuale sbiancamento probabilmente supererà presto il precedente evento più diffuso, “perché la percentuale di aree della barriera corallina che subiscono stress da calore a livello di sbiancamento è aumentata di circa l’1% a settimana“.
Perché le barriere coralline sono importanti
Le barriere coralline sono ricche di biodiversità e forniscono l’habitat a un quarto di tutte le specie marine. Coprono meno dell’1% della superficie oceanica. Forniscono cibo e reddito turistico a milioni di persone e proteggono le coste. Ma sono considerate uno degli ecosistemi più vulnerabili al riscaldamento globale.
Lo sbiancamento può uccidere i coralli
L’attuale evento globale è iniziato all’inizio del 2023 e nell’emisfero settentrionale le barriere coralline di tutte le Americhe sono sbiancate a livelli record. Il fenomeno di massa è stato poi confermato in tutti i tropici, tra cui la Florida, i Caraibi, il Brasile, molti paesi del Pacifico meridionale, il Medio Oriente e parti dell’Oceano Indiano, dalla costa occidentale dell’Indonesia alle barriere coralline al largo dell’Africa orientale.
Lo sbiancamento prolungato e grave può uccidere i coralli, ma se le temperature scendono abbastanza rapidamente questi ultimi possono riprendersi. Gli scienziati hanno scoperto che i coralli sbiancati hanno più difficoltà a riprodursi e possono essere più suscettibili alle malattie.
Il problema è che, poiché le barriere coralline sperimentano eventi di sbiancamento sempre più frequenti e gravi, il tempo che hanno a disposizione per riprendersi sta diventando sempre più breve. Gli attuali modelli climatici suggeriscono che ogni barriera corallina sul pianeta Terra subirà un grave sbiancamento annuale tra il 2040 e il 2050. La loro sopravvivenza è a rischio.