Italia sempre più vulnerabile di fronte alle catastrofi naturali. Dati Ania /Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici) alla mano, tra alluvioni e smottamenti, nel 2023 si è registrato il massimo storico dei danni assicurati, pari a 6 miliardi di euro di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana.
Eventi emergenziali e assicurazioni
Sfide «drammatiche» per le quali però «le tradizionali garanzie offerte dallo Stato non sono più sufficienti» e il mondo delle assicurazioni assume ancor più un ruolo economico e sociale. I numeri sono infatti molto elevati: secondo le stime Ania in generale per coprire i danni da catastrofi naturali delle aziende italiane le compagnie assicurative devono far fronte in media ogni anno a risarcimenti per 2 miliardi. E gli eventi emergenziali quali alluvioni e terremoti per il settore assicurativo potrebbero tradursi in una perdita assicurativa di circa 15 miliardi una volta ogni 200 anni.
Ministro Musumeci: “Assicuratevi, lo Stato non basta più”
«Il cambiamento climatico è una sfida cruciale. Assistiamo a catastrofi naturali sempre più estreme, frequenti e distruttive, che mettono a rischio un numero sempre maggiore di persone e beni», ha detto la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina. Nonostante ciò il nostro resta un Paese «sotto assicurato», malgrado le recenti disposizioni di legge che hanno introdotto per le imprese l’obbligatorietà delle polizze. Di qui l’appello del ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci: «Assicuratevi, tutti quanti si muovano a sottoscrivere delle polizze. Lo Stato non basta più».
Italia Paese «sotto assicurato»
«Solo il 6% delle abitazioni è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione e solo il 4% delle piccole imprese possiede una polizza contro tali rischi», ha sottolineato Farina. E lo riconosce anche Musumeci: «La nuova strada che bisogna imboccare è quella delle assicurazioni. Dobbiamo ricorrere alle polizze assicurative per le aziende, non possiamo pensare che lo Stato possa intervenire sempre e per tutti», afferma il ministro avvertendo che «non ci sono più le risorse necessarie per un’emergenza che è diventata pressoché quotidiana».