Alcuni Comuni forniscono gratuitamente la compostiera a chi ne fa richiesta. In alternativa, altre amministrazioni ne rimborsano l’acquisto. La spesa? Da 50 a 200 euro, a seconda dei modelli e delle dimensioni.
Parola d’ordine: riciclare. Con l’aggiunta di un po’ di creatività, il gioco è fatto
CI SONO ANCHE GLI INCENTIVI In tanti comuni, come Roma, Bologna o Genova, chi pratica il compostaggio domestico ha diritto a uno sconto fiscale e paga meno la tassa sui rifiuti urbani. Ecco come muoversi.
QUANTO RISPARMI In media, lo sgravio fiscale è di circa il 10 per cento. Con punte del 20 (come a Fiumicino, Roma, e a Tortoreto, in provincia di Teramo).
LE CONDIZIONI Per ottenere questo vantaggio basta aver avviato il compostaggio da almeno tre mesi (il Comune effettua periodiche visite di controllo).
A CHI CHIEDERE INFORMAZIONI Il referente giusto è l’Ufficio ecologia del proprio Comune. O, in alternativa, il consorzio che in zona gestisce la raccolta e il riciclo dei rifiuti.
COMPOSTIERA: SCEGLILA COSÌ
● Una compostiera da 300 litri è sufficiente per riciclare l’umido prodotto da una famiglia di 3-4 persone.
● Sceglila quadrata o rettangolare, non conica. Così mescolare il contenuto sarà molto più facile.
● Controlla che non manchino le prese d’aria alle pareti o la porticina sul lato. Altrimenti rischi la formazione di cattivi odori. E prendere il terriccio che si è formato diventa più difficile.
È un contenitore di plastica con dei fori sui lati e che, al posto del fondo, ha una griglia a maglie fitte. Si compra nei negozi per il fai da te o presso i vivai. Ma si può anche costruire con un normale bidone e una zanzariera (www.nonsprecare.it).
Lo tieni in giardino, appoggiato direttamente sul terreno, in un punto libero sui lati (non deve essere soffocato da cespugli o arbusti). Meglio ancora se ai piedi di un albero che faccia ombra d’estate e lasci passare il sole in inverno.
Chi ha a disposizione un terrazzo o un cortile, può sistemare un’apposita compostiera, di dimensioni più piccole rispetto a quelle da giardino, in un angolo. In commercio si trovano modelli ad hoc, anche pieghevoli e dotati di maniglie.
L’importante è appoggiare il bidone su un sottovaso che raccolga l’elualto, il liquido che viene prodotto durante il processo di decomposizione. Un vantaggio in più: l’eluato è un ottimo fertilizzante e si può versare direttamente nei vasi.
Non tutto l’umido. Ecco perché in casa servono due secchielli: uno per la raccolta rifiuti, l’altro da svuotare nella compostiera.
In quest’ultimo possono andare: scarti di frutta e verdura, bucce di agrumi non trattati, fiori recisi, filtri del tè, fondi di caffè, gusci d’uovo. Nel primo, invece, tutto il resto (verdure condite, avanzi di cibo cotto, carne o pesce).
Sì, nella compostiera vanno anche diversi tipi di rifiuti secchi. Come alcuni tipi di carta: sì a fazzoletti, tovaglioli e quotidiani. Quella colorata dei settimanali invece è da evitare.
Nella compostiera puoi mettere anche foglie secche e ramoscelli. Falli prima a pezzetti, così la decomposizione è molto più veloce.
Non molto. Devi controllare l’umidità all’interno del bidone: un po’ serve ma se è troppa i rifiuti marciscono (capirlo è facile perché la compostiera comincia a puzzare). Per evitare il problema, la regola è alternare uno strato di umido a tre di rifiuti secchi, aggiungere della carta, coprire con il terriccio e, due volte alla settimana, mescolare il tutto per far circolare bene l’aria.
Se si segue la procedura corretta, questo problema non c’è. Tutt’al più, quando si inizia a fare il compost, è possibile avvertire un odore che ricorda le bucce d’arancia . Poi, se la fermentazione avviene correttamente, scompare anche questo.
Dopo due o tre mesi si ottiene il primo compost, il cosiddetto fresco. Per averne uno più “maturo”, che si riconosce per il colore scuro e un intenso profumo di bosco, ce ne vogliono da sei a otto.
Il terriccio pronto si preleva da uno sportellino che si trova alla base del bidone. E si usa in tanti modi.
Quello fresco va aggiunto alle aiuole dell’orto e, nei cambi di stagione, alla base degli alberi, mescolandolo al terreno. Quello più maturo, invece, si sparge sul terreno subito dopo la semina. Oppure, mescolato con torba o terra, si usa per i vasi dei fiori da interno e da esterno.