Fare shopping è divertente, ma inquina il nostro pianeta. Con la moda etica, invece, possiamo cambiare la nostra vita in maniera sostenibile attraverso delle pratiche rispettose della natura e nuove regole. Il settore della moda, come è oggi, cerca di soddisfare le richieste e i differenti gusti dei propri clienti attraverso processi che inquinano l’ambiente. Infatti, si piazza al secondo posto dopo la produzione del petrolio come maggior pericolo per la terra. Dalla produzione tessile al reperimento delle materie, passando per il commercio e l’utilizzo finale, la filiera fashion consuma tantissime energie che sono le dirette responsabili delle emissioni di carbonio, di gas di scarico e di rifiuti delle combustioni. Diminuire l’inquinamento ambientale, insieme alla lotta contro il virus Covid-19, sono le battaglie più importanti per il nostro Pianeta.

Visione eco-sostenibile

È importante quindi cercare altre strade, che rispettino il luogo in cui viviamo, assicurando un futuro migliore alle nuove generazioni. La moda etica e sostenibile è una delle risposte. Ora più che mai, il settore e molti dei suoi iconici brand vogliono abbracciare una visione più ecocompatibile, mettendo in atto standard di produzione più etici. Il cambiamento è in atto. Pensiamo a Giorgio Armani o ad Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, che hanno ridimensionato tutto il comparto, e il suo ritmo folle, andando verso una direzione eco-sostenibile soprattutto nella qualità e durabilità degli abiti. Cerchiamo di capire cos’è la moda etica e come può cambiare la nostra vita.

Abiti Fast-fashion

Ultimamente vengono usati spesso termini come “commercio equo e solidale” e “moda sostenibile”. Ma cosa significano esattamente e come orientarsi verso una ethical fashion? Per spiegarlo, è importante sapere cos’è la “fast fashion“. Questo termine si riferisce al fenomeno di ricreare la moda da passerella, tutta low-cost e velocemente. Per soddisfare una domanda così elevata a rimetterci, però, è la qualità dell’indumento, dell’ambiente e delle vite umane coinvolte nel processo di produzione che molto spesso vengono sfruttate, approfittando della manodopera a basso costo all’estero. L’obiettivo che la moda di oggi ha perseguito, senza porsi le giuste domande e ignorando le regole della natura, è stato perseguire il guadagno producendo in modo massiccio capi cheap.

Danni

I dati legati al settore della moda sono sconcertanti. Il 20 per cento dell’inquinamento delle acque mondiali è dovuto alla produzione di abbigliamento. Ogni secondo viene buttato in discarica l’equivalente di un camion di spazzatura pieno di vestiti e meno dell’1 per cento del materiale usato per produrre abbigliamento viene riciclato. Questi sono solo alcuni numeri per comprendere il fenomeno. E come reazione a tutti i danni provocati dal “fast fashion“, sono emersi alcuni movimenti.

Moda del commercio equo e solidale che mette le persone e l’ambiente al centro del business. Riconosce, promuove e protegge l’identità culturale e le abilità legate alla tradizione dei piccoli produttori e come si riflettono nei loro progetti artigianali.

Moda sostenibile, chiamata anche eco-fashion. Soddisfa le esigenze del presente senza compromettere però la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie. Si concentra sulla cura dell’ambiente, riducendo l’impatto negativo ad opera dell’uomo sulla natura che lo circonda e negli ultimi anni non sta rispettando, come dimostra l’aumento dell’inquinamento.

La moda etica è un mix perfetto tra moda equo e solidale e quella sostenibile. Si concentra sull’impatto sociale e ambientale della moda, cercando di migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori, insieme all’impatto del processo di produzione dell’abbigliamento sulla natura.

Comportamenti eco-friendly

Cosa puoi fare per ridurre la tua impronta di carbonio e non inquinare l’ambiente come cliente? Rifiuta un certo tipo di merce che implica inquinamento e sfruttamento delle condizioni lavorative. Se mutano i comportamenti di acquisto di ogni singolo consumatore, anche gli stessi produttori dovranno cambiare. La battaglia per una moda più etica è lunga, ma non impossibile. Oggi ‘’è più sensibilità e mobilitazione, persino la Regina Elisabetta II d’Inghilterra ha bandito le pellicce dal suo guardaroba. E anche tu puoi rivoluzionare il tuo armadio: compra meno, meglio e fallo durare. Non buttare ma ricicla e, quando entri in un negozio, chiedi garanzie. Con uno shopping intelligente, lentamente la gente sarà più attenta e sensibile.

Materiali a basso impatto

La sostenibilità ha lo scopo di proteggere l’ambiente attraverso l’uso di materiali dal basso impatto, sia in fase di produzione che di smaltimento. In Bangladesh e Paesi simili, dove la manodopera è a basso costo, ci vogliono fabbriche certificate e una paga dignitosa. È importante dare precise regole al settore tessile come quelle che vengono seguite nel settore alimentare o della cosmesi. Quello che indossiamo sulla nostra pelle deve essere a norma. È importante che ci informiamo sull’impatto ambientale o sull’impronta CO2 dei capi d’abbigliamento che stiamo per comprare. Rivolgiti ai negozi che vendono tessuti prodotti con sostanze naturali come quelli realizzati a partire dagli scarti delle bucce d’arancia, dalla lavorazione del vino con un occhio a tutto quello che la natura ci offre.