Dinosauri, che passione

Voi o i vostri figli subite il fascino del mondo dei dinosauri? Come non comprendere tanto interesse! Sebbene diverse decine (se non centinaia) di milioni di anni separino noi da questi affascinanti esseri ancestrali, ancora oggi è difficile resistere alla voglia di saperne di più sugli animali che dominarono il globo terrestre nel corso di un’era talmente lunga – quella Mesozioica che va da 245 a 65 milioni di anni fa e si divide in tre periodi (Triassico, Giurassico e Cretaceo) – da far apparire l’esistenza umana un brevissimo intervallo.

A consacrarne l’immagine ci hanno poi pensato anche libri per tutte le età, film e cartoni animati. Se vi chiedessimo di chiudere gli occhi e dire dove immaginate che tali animali abbiano vissuto, probabilmente iniziereste ad elencare luoghi assai lontani dagli attuali confini italiani. In effetti i grandi rettili hanno vissuto praticamente ovunque nelle terre emerse (e sommerse) di milioni di anni fa e, fino a pochissime decine di anni fa, si pensava che l’Italia, a quell’epoca, fosse ricoperta dall’allora Oceano Tetide. Questa errata valutazione ha fatto quindi presupporre che da noi non potessero essere ritrovate tracce di dinosauro. Unica eccezione era stata una piccola impronta rinvenuta in Toscana nel 1940 che rimase, però, l’unica scoperta effettuata in questo ambito fino a circa quarant’anni dopo. Tuttavia, a partire dagli anni ‘80, sono state rinvenute le prime evidenti tracce di dinosauri in Italia e alcuni di questi reperti sono stati valorizzati grazie all’attività profusa da musei e dai parchi archeologici

Ecco quindi alcuni dei luoghi dove poter andare magari facendo risuonare nelle orecchie e nella mente “Welcome to Jurassic Park” di John Williams, la nota colonna sonora di Jurassic Park.

Alla scoperta di Ciro: un dinosauro “unico”

Nel vostro tour di novelli paleontologi, non potrete perdere una visita a “Ciro” sebbene il suo nome scientifico sia Scipionyx (che in greco vuol dire artiglio) ed è un esemplare molto particolare. L’unico fossile di questo dinosauro carnivoro – vissuto nel Cretaceo inferiore 110 milioni di anni fa – è stato ritrovato proprio in Italia, vicino Benevento. Era un cucciolo di circa 50 cm (da adulto sarebbe diventato alto 1,3 metri e lungo 2) ed è divenuto una vera celebrità per il suo stato di conservazione: oltre allo scheletro sono rimasti conservati dei tessuti molli pietrificati che, grazie agli studi effettuati dagli esperti, hanno consentito di scoprire anche di cosa si nustrisse. Oggi Ciro è custodito dalla Soprintendenza Archeologica di Caserta e Benevento ed è esposto presso il Paoleolab di Pietraroja. Grazie ad un ascensore, i visitatori iniziano il loro “viaggio” venendo teletrasportati in epoche geologiche del passato!

Alcuni calchi del famoso dinosauro sono stati inoltre riprodotti e sono visibili in diversi musei italiani.

Sulle orme dei dinosauri in Puglia

Se, nel centro-sud, è più difficile trovare scheletri di dinosauri, tuttavia negli ultimi decenni i rinvenimenti di orme di questi esseri mastodontici sono stati assai frequenti. In Puglia, ad esempio, nella zona di Altamura (provincia di Bari) e nel Gargano, sono tantissimi gli esemplari recuperati che ci raccontano dei tempi in cui – tra il Giurassico e il Cretaceo – a comandare erano i famosi rettili.

Anche se, a differenza dei resti scheletrici recuperati, le impronte non consentono di risalire all’esatta specie dalle quali originano, si possono però dedurre le “famiglie” ovverosia i gruppi ai quali appartenevano. Sappiamo quindi che in Puglia avremmo potuto incontrare gli allosauri, i ceratosauri o gli ornitomimidi nonché i teropodi di taglia medio-piccola. Tra gli erbivori più conosciuti, avremmo potuto ammirare i brontosauri e gli anchilosauri! In particolar modo, ad Altamura, avremmo potuto fare la conoscenza degli adrosauri, noti anche come “dinosauri dal becco d’anatra”.

Ad aiutarci a compiere questo viaggio nel tempo sono il museo paleontologico e il parco dei Dinosauri sorto proprio a Borgo di Celano (una frazione di San Marco in Lamis, provincia di Foggia). Nello spazio verde del parco potrete percorrere un sentiero immersivo nell’habitat dei grandi rettili a grandezza naturale che, grazie alla paleontologia e alla tecnologia, tornano a vivere e a muoversi in questo territorio dominato da loro milioni di anni fa. Non dimenticate di accedere al museo che vi consentirà di completare la visita interattiva.

Sempre in Puglia ricordate di fare un salto al Parco dei Dinosauri di Castellana Grotte – un museo all’aperto con animali a grandezza naturale ricostruiti seguendo i ritrovamenti dei paleontologi in tutto il pianeta dal 1820 ad oggi – o presso il Boscosauro di Altamura dove si possono ammirare ben 30 mila impronte di dinosauri oltre che 25 ricostruzioni a grandezza naturale.

Il branco di dinosauri e la scoperta di Antonio e Bruno

Il primo branco di dinosauri in Italia è stato scoperto solo alcuni decenni fa (negli anni ‘90) vicino a Trieste e la notizia è stata talmente sensazionale da far riscrivere la ricostruzione della storia delle nostre terre. Il rinvenimento ha portato alla luce numerosi scheletri di dinosauro in ottimo stato di conservazione. Dagli studi è emerso che questi animali erano erbivori e, fra di essi, in particolar modo, due androsauri, Bruno e Antonio, sono diventati due celebrità e possono essere ammirati presso il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste. Pensate che nello scavo sono stati rinvenuti reperti di altre specie quali pesci, coccodrilli, rettili marini che hanno così fornito una “fotografia” dell’ecosistema di milioni di anni fa.

Grazie a Bruno, Antonio e agli altri dinosauri trovati, è stato possibile scoprire che i grandi rettili erano presenti ben 80 milioni di anni fa, spostando di 10 milioni di anni indietro l’orologio della storia. Entrambi i Tethyshadros insularis sono diventati famosi per le eccezionali condizioni nelle quali sono stati ritrovati: Antonio è tra i dinosauri più completi mai trovati al mondo e Bruno, come potrete ammirare visitando il sito museale, è l’unico dinosauro nel pianeta a trovarsi su una piega della roccia che curva di 180 gradi il suo scheletro. Se passate per Trieste non potete non dimenticate di andarli a trovare!

Un’impronta da 135 cm in Abruzzo!

Ad oggi, considerando parchi, aree naturalistiche e musei, sono tanti i siti che consentono di ammirare le tracce del glorioso passato dei dinosauri nei nostri territori grazie in particolar modo ai ritrovamenti effettuati negli ultimi 40 anni. Se citare tutti i luoghi è impossibile, ci teniamo a concludere il nostro viaggio paleontlogico sul Monte Cagno. Qui, in Abruzzo, nel 2017 i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia insieme agli icnologi dell’Università Sapienza di Roma hanno rinvenuto un’impronta lunga oltre 135 cm, portando così a termine uno studio iniziato undici anni prima. L’orma è quella di una zampa e un metatarso di un dinosauro – vissuto circa tra 125 e 113 milioni di anni fa, quando l’area era un arcipelago di isole – e fotografato dalla roccia in un momento di riposo. L’animale, secondo le stime, doveva essere lungo tra i 7 e i 9 metri.

L’area è stata dichiarata di interesse culturale ed è visitabile. Il percorso, pur non essendo particolarmente lungo, copre un tratto impegnativo e quindi non avventuratevi senza una adeguata preparazione fisica.