Siete a Bologna, avete passato una bellissima giornata con il vostro partner o con i vostri amici, cosa manca per concludere in grande stile questa giornata? Ma una cena in uno dei ristoranti migliori della città. Magari in centro storico, in una osteria tipica oppure in uno dei locali più trendy in città.
Se non siete locals o se semplicemente volete scoprire quali sono i ristoranti con le recensioni milgiori in città scorrete la nostra mini guida. Qui trovate i locali con le migliori valutazioni secondo Identità Golose, Gambero Rosso e L’Espresso e sulla valutazione degli utenti di TheFork, l’app leader in Europa per le prenotazioni online di ristoranti.
Il Posto
Il Posto è mitico, proprio lì, in Massarenti 37, c’era il locale dove si radunava negli anni ’90 la scena musicale bolognese e non solo. Dal 2013 il giovanissimo chef Giampaolo Rola, classe 1993, lo rileva e lo gestisce con passione insieme alla sua famiglia, in sala il papà e la sorella. Moderno e minimal, apparecchiatura curata, alle pareti illustrazioni creative, tavoli raccolti per un ambiente giovane ma ricercato. La proposta è una cucina italiana creativa ma sempre con una scelta di piatti tradizionali. Protagonista la materia prima di alta qualità selezionata con cura e lavorata in modo semplice per esaltarne le caratteristiche. Molto pesce, tanti i crudi ma anche la sfoglia tirata al mattarello. Per i vini una prevalenza di etichette nazionali con tanti bianchi e una piccola selezione di champagne.
Giro di Vite
Lontano dal centro, in una stradina tranquilla, il vero giro di vite è quello che Federico Pettazzoni ha fatto per passione nel 2009 quando ha aperto questa enoteca con cucina. Da sempre in viaggio per l’Italia con la sua famiglia, alla continua scoperta di eccellenze e prodotti di qualità, vini e non solo. Una cucina di ricerca e di territorio, si parte sempre dall’ingrediente e si lavora per esaltarne le caratteristiche nel massimo rispetto di consistenze e gusto. Tradizione presente non solo in forma classica ma anche come ispirazione. Immancabile la battuta di carne piemontese, d’estate proposta come ripieno della zucchina, con un umido di pomodoro e un po’di mortadella fritta a ricordo del classico bolognese. Carta dei vini fatta di incontri con persone, viaggi, visite in cantina e assaggi.
Ciacco
Il nome Ciacco è rimasto lo stesso per decenni ma dal 2004 Stefano Bussaglia e Salvatore Lombardo gestiscono questo locale affacciato su una tranquilla piazzetta pedonale a due passi dal vecchio mercato del quadrilatero. La sala è al piano di sotto, volte e mattoni a vista, ambiente intimo e curato. Nei mesi estivi un grazioso dehor sulla piazza. All’ingresso una credenza con esposti alcuni dei prodotti selezionati per le preparazioni. Cucina creativa con prevalenza di pesce. Tradizione presente, immancabili i tortellini rigorosamente in brodo. Tutto il resto cambia in una continua e maniacale ricerca delle eccellenze nella materia prima e di tecniche e accostamenti sempre in evoluzione. Carta dei vini ampia, prevalenza italiana, buona proposta regionale e di bollicine mai scontate.
Va Mo Lá
Il nome scelto per questo ristorante di via delle Moline, è un’espressione tipica bolognese. Una volta c’era qui una famosa libreria dove spesso si sostava oltre l’acquisto per discussioni e scambi di opinioni sulle letture. Giovanni, che ha rilevato tre anni fa questi spazi, ha voluto mantenere con quel passato colto un legame forte, la definisce una librosteria. Ha continuato ad ospitare molti volumi alle pareti e restaurandolo con le sue mani, ha ricreato un’atmosfera di casa, accogliente, un luogo che ora celebra la buona cucina bolognese e la sua cultura. Vera rarità, solo cuochi “autoctoni”, le ricette sono quelle della nonna, delle famiglie, ritrovate e riproposte come il Balanzone, sfoglia verde ripiena di ricotta e mortadella o il dolce al mascarpone. Vini selezionati dal territorio.
Acqua Pazza
Di fronte all’antico Molino Parisio, sulla via Toscana, il locale è moderno ed elegante. Tavoli rotondi e una vasta collezione di libri di cucina e di cultura gastronomica. I libri sono il tesoro di Francesco Carboni, diventato cuoco per passione, l’esperienza l’ha fatta gustando e studiando i grandi chef e l’alta cucina gourmet. La moglie Camilla si occupa della sala, alta formazione alla scuola alberghiera di Losanna, l’accoglienza è una priorità. Cucina di pesce con una fissazione maniacale per la freschezza e la qualità del pescato, mai di allevamento e mai congelato. L’utilizzo è solo di prodotti dei nostri mari. Immancabile un risotto, antipasti e primi con abbinamenti più creativi, nei secondi semplicità assoluta. Carta dei vini italiani importante con aperture sulla Francia non solo negli champagne.
Antica Osteria Le Mura
A ridosso delle vecchie mura di Porta San Mamolo si trova questa tipica osteria. La recente gestione di Francesco, Roberto e Luca, ha voluto mantenere il sapore dei vecchi locali anni ’50. Legno alle pareti, arredi originali, sedie e tavoli non sono stati sostituiti ma restaurati, atmosfera da osteria classica che celebra il territorio. L’esigenza dei tre ragazzi era di creare un locale dove ci fosse l’equilibrio tra la qualità del cibo e il prezzo, dove dare spazio ai migliori fornitori locali per creare due linee di cucina una tradizionale e una creativa. Piatti riconoscibili sin dal nome per la tradizione, nomi di fantasia per la parte creativa che rimane sempre legata al territorio negli ingredienti. Le tagliatelle al ragù e i classici non mancano mai. Vini nazionali e birre solo dal territorio.
Antica Trattoria del Reno
Subito fuori città dove comincia la pianura, al piano terra di una palazzina circondata da un bel giardino, questo locale ospita un progetto di ristorazione unico a Bologna. Al centro della sala la cella di affinamento e frollatura con le costate intere provenienti dai migliori allevamenti del mondo, è il cuore, il punto da cui è partito Enrico Bigi quando poco più di un anno fa ha rilevato questi spazi. La carne selezionata e cucinata con le tecniche del BBQ all’americana, marinature e cotture lunghissime con lievi affumicature di legni particolari che danno sentori unici. Ma anche la classica brace e gli elementi del territorio che si mescolano a preparazioni che vengono da lontano come il Porco a Riccione, piadina, pulled pork e coleslaw. Vini prevalentemente rossi, molti i locali e i biologici.
L’arcimboldo
Accanto a Piazza San Giuseppe, su via Galliera, l’angolo è meta di raffinati gourmet per le botteghe che negli ultimi anni vi hanno aperto. Dal 2015 anche Federica Fava e lo chef Daniele Meli hanno rilevato un locale storico. Cambio di nome che esalta la passione e l’impegno nella promozione dell’arte oltre che della buona cucina tradizionale. In sala, e in uno spazio dedicato al piano di sotto, sono esposte opere di artisti. Classici bolognesi proposti sia in versione tradizionale sia in una interpretazione creativa basata su ingredienti di stagione ed eccellenze del territorio. Lasagna bolognese composta al momento così come in versione destrutturata è la croccante espressione della cotoletta di vitello alla bolognese. Carta dei vini con molte etichette locali e birre artigianali del territorio.
I Carracci
Il ristorante si trova in un palazzo nobiliare a pochi metri da Piazza Maggiore, di fronte alla cattedrale di San Pietro. Parte del Grand Hotel Majestic, nella grande stanza affrescata dalla scuola dei Carracci sono elegantemente apparecchiati i tavoli, grandi vasi di fiori freschi in un ambiente che ci porta subito con la mente ai primi del’900 quando queste stanze vennero trasformate in hotel di lusso. Da meno di un anno guida la cucina lo chef Cristian Mometti, lunga esperienza nell’alta cucina, grande rispetto per gli ingredienti, sempre alla ricerca della massima qualità e di tecniche innovative. In carta sia un menù creativo sia quello della tradizione che vuole rievocare le tavole della festa delle famiglie nobili bolognesi con ricette originali e proposte di una tipicità non scontata.
Posta
Alla fine di via della Grada una volta c’era il canale con il lavatoio pubblico, un angolo di vecchia Bologna. La Posta è un locale storico aperto trent’anni fa, sempre la stessa gestione e una forte impronta toscana. Il giovane chef Andrea Rambaldi metà bolognese e metà toscano, cura e ricerca le materie prime e usa nuove tecniche per una proposta classica e non scontata di cucina regionale. In menù fegatini, trippa, lampredotti, zuppe di stagione. La lombata è tagliata al momento a peso. La tartare condita al tavolo, piatto simbolo. Carrello dei pecorini toscani. Un pesce sempre in carta: il baccalà. Sabato a pranzo dedicato alla cucina bolognese, crescentine e piatti della tradizione. Ampia e ricercata la scelta dei vini con prevalenza di rossi toscani e una buona selezione di territorio.
Da Sandro al Navile
Il ristorante si trova in un borghetto alberato all’altezza di una chiusa del canale Navile, poco fuori dal centro città. Per qualche secolo Bologna è stata la capitale dell’industria della seta e città delle acque, il Navile era un importante canale navigabile che permetteva lo scambio veloce delle merci dall’interno all’esterno e viceversa. La locanda in origine era un luogo di sosta e ristoro, aperta dal 1861, da decenni è gestito da Alessandro Rizzi e Maurizio Finelli succeduti alla famiglia Montanari. Tradizione e tipicità ma anche una proposta creativa. La pasta fresca al mattarello, tagliatelle, tortellini, tortelloni, è affiancata da una serie di piatti semplici e sfiziosi anche a base di pesce. Carta dei vini molto curata con etichette nazionali di pregio e di diverse annate.
Antica Osteria Romagnola
È uno dei tre luoghi a Bologna dove c’è da più tempo un locale dedicato alla somministrazione. Prima ancora che esistesse la parola ristorante qui si serviva già da mangiare, era il XV secolo e i locali che davano questo tipo di conforto si chiamavano Osterie, da cui la denominazione che ha tuttora. Del passato rimangono alcuni arredi risalenti ai primi del ’900, un telefono a muro in uso fino a pochissimo tempo fa, la porta d’ingresso e un magnifico pozzo nel piccolo cortile interno. La famiglia Amura lo gestisce dal 1979. Matteo e Francesco sono in cucina, la loro è una proposta italiana classica ma contemporanea, qualità negli ingredienti, cotture lente per le carni come il Brasato al vino rosso sempre in carta, costante come la tradizione. Carta dei vini ricercata con prevalenza di vini italiani.
Da Lucia
Da Lucia è l’ultimo arrivato tra i locali di via Falegnami, una piccola strada ciclabile nel centro di Bologna a pochi passi dallo storico Teatro Arena del Sole. L’apertura è recente ma Lucia ha una lunga e consolidata esperienza nel settore e in questo grazioso spazio con solo 28 posti a sedere all’interno, ha creato un’atmosfera raccolta e intima dedicata totalmente alla cura del cliente. I tavoli da bistrot, gli specchi e l’apparecchiatura evocano Parigi e il suo romanticismo. Molto pesce fresco in menù, piatti classici, semplici, mediterranei. L’idea di sentirsi a casa anche nelle preparazioni che seguono la stagionalità e gli abbinamenti migliori della tradizione della cucina italiana e bolognese. La carta dei vini è composta prevalentemente da etichette italiane con qualche champagne.
Camera con Vista Bistrot
La vista è su Piazza Santo Stefano e il locale è ricavato in un palazzo settecentesco restaurato dai proprietari antiquari. Pareti “scrostate”, pezzi antichi da collezione da tutto il mondo, sgabelli zampa di elefante, piante, lampadari francesi ed orientali. Sui tavoli da bistrot sempre candele. Atmosfera da antico caffè, elegante e raffinato. Dehor con vista sulla basilica. Lo chef Gabriele De Santis, esperienze internazionali, propone una cucina italiana, contemporanea gourmet con influenze francesi. Menù variabile per stagionalità. Uovo poché, patate al tartufo e salsa perigueux, tra i più costanti. Bistrot e cocktail bar di ricerca a cura di Davide De Rose, tanti i gin e i rum in carta con una proposta di finger gourmet espresso. Selezione di vini italiani e champagne.
Sette Tavoli
Sette tavoli dentro e sette tavoli fuori solo d’estate. Di fronte l’antico teatro Duse. L’interno intimo e accogliente da vecchia osteria, curati i dettagli nell’apparecchiatura, sempre musica jazz in sottofondo. Ogni tavolo ha il nome di uno scrittore che ha dedicato parole al buon bere. Nato come bottiglieria con cucina e dalla passione della coppia di proprietari per i viaggi alla ricerca di vini e prodotti di qualità in giro per l’Italia, ora ha ampliato il menù e le proposte. Due i menù degustazione, di terra o di mare a 35€. Piatti ispirati in parte alla tradizione locale ma sempre originali come la Carbonara nel Tortellone, ricotta di bufala e pecorino romano all’interno, con crema d’uovo, guanciale croccante e pecorino. Ampia carta dei vini, grande attenzione e ricerca dei vini naturali.
Fourghetti
Un grande chef di fama internazionale come Bruno Barbieri ha scelto la sua città e questo luogo appena fuori dal centro in direzione degli Appennini per aprire il suo locale. Un concept nuovo in città, ampio spazio alla lounge e arredamento moderno e raffinato. Grande bancone dove sostare dall’aperitivo al dopocena per assaggiare i cocktail preparati dalla bartender Francesca Lolli e accompagnati da finger sfiziosi come il burger al fois gras. Cucina affidata all’executive chef Erik Lavacchielli improntata sulla tradizione e il territorio tradotti in alta cucina ma sempre fedeli alla qualità dell’ingrediente e al rispetto della sua integrità. I tortellini in brodo costanti in menù come la coppa Macchiavelli, i must di Barbieri. Alla sommelier Lisa Foletti la scelta mai scontata dei vini.
ViVo Taste Lab
Vivo e vibrante più che mai, il locale affaccia su porta Saragozza, dove comincia il portico più lungo al mondo che va su fino al santuario di S. Luca. Atmosfera da club internazionale, specchi, sedie di design e ampi spazi sia all’interno sia nel bel cortile. Cura dei dettagli, piatti ricavati da vetri antichi e arredi di pregio. Licia Mazzoni e lo chef Vincenzo Vottero sono compagni e soci, anima e corpo di un progetto di ristorazione originale e sempre in fermento. La proposta è creativa, accostamenti audaci, esplosioni di gusto mai prevedibili. La tradizione c’è in versione classica ma è nella sperimentazione, nell’uso della tecnica e nell’invenzione che si concentra il menù. Ogni piatto ha un titolo perché è una creazione unica. La qualità è un dogma. Ampio spazio ai cocktail e agli champagne.
La Porta Restaurant
Nel cuore del distretto fieristico, in una struttura sopraelevata dalla forma che assomiglia al profilo di una balena, pochi anni fa ha aperto questo ristorante. Unico per dimensioni, grandi arcate in legno per volumi ampi e luminosi. I tavoli sono distanti e apparecchiati in modo classico ed elegante. Sulla sala, in alto, una grande vetrina dove sono conservati a temperatura controllata i vini. Zona fumatori e tavoli all’esterno che affacciano sulla piazza con grande giardino pensile. La proposta è raffinata e il servizio formale. Oltre la carta sono presenti vari menù degustazione di terra, mare e tradizione. In cucina una squadra di giovani cuochi di alta formazione. Adatto a grandi eventi, cene di lavoro, occasioni speciali. Carta dei vini con prevalenza di etichette nazionali e locali.
Massimiliano Poggi
La campagna intorno a Bologna verso la pianura è una distesa di campi, orti e piantagioni. Massimiliano Poggi ha rilevato a Trebbo di Reno questo locale di fine ‘800 perché è qui che si sente più vicino alla sua terra e ai frutti che generosamente offre. Il ristorante all’interno è minimal e moderno, fuori un dolce pergolato su una corte ombreggiata e profumata di erbe aromatiche. Il luogo è la sintesi della cucina di Poggi: estrema contemporaneità nella tecnica e nelle preparazioni, come gli arredi; forte il legame con il territorio di origine, i suoi prodotti e la campagna circostante; l’allegria e il divertimento con cui Max affronta le sue sfide di gusto e le offre ai suoi avventori, il cortile e il gioco. Imperdibile la sua insalata russa, colori, sapori e consistenze in equilibrio perfetto. Buona selezione nei vini, nazionali e non.