Sprecare, correre, consumare: il nostro stile di vita, si sa, va spesso a discapito dell’ambiente e a farne le spese sono per lo più le foreste. Come rimediare? Cercando di coniugare la tecnologia con soluzioni green come Ecosia, motore di ricerca che aiuta a piantare nuovi alberi.
Fondato in Germania, precisamente a Wittemberg, Ecosia è frutto di una collaborazione tra due grandi colossi del web, Bing e Yahoo, e il WWF. Scopriamo insieme come funziona.
Ecosia, come funziona?
Immaginate di dover fare una ricerca sul web: il procedimento è esattamente lo stesso. Una volta installato, Ecosia funziona esattamente come Google Chrome, Yahoo o Firefox.
A renderlo una app green pensa il suo scopo finale, ben evidente sin dalla pagina principale del browser: Ecosia tiene il conto di tutti gli alberi piantati grazie ai proventi pubblicitari.
La mission di Ecosia di fatto è quella di devolvere l’80% dei propri introiti, che esattamente come per tutti gli altri motori di ricerca derivano dai click sugli annunci pubblicitari, al WWF.
Negli ultimi anni, complice l’aumento dei suoi utenti, sembra che Ecosia stia raggiungendo il suo scopo: secondo gli ultimi rapporti finanziari del browser (verificati), la società ha piantato ben 65 milioni di alberi.
Un numero che, pur essendo inferiore rispetto agli 1.5 trilioni di alberi necessari per combattere la deforestazione, concorre a contrastare i dannosi accadimenti che annualmente sembrano divorare le nostre foreste.
L’idea alla base di Ecosia
Possiamo dirlo senza remore: l’idea dietro Ecosia non è originale, ma è essenziale. Agendo in nome della trasparenza, il motore di ricerca trasforma in azioni reali e verificabili i suoi nobili intenti.
Per mezzo dei succitati rapporti finanziari mensili (pubblicati sulla sua pagina informazioni) e delle ricevute di piantagione degli alberi, Ecosia dimostra che qualsiasi colosso del web potrebbe cimentarsi in opere benefiche a favore del pianeta.
Se app come Treedom ci portano a fare un’esperienza più personale, Ecosia sembra dirci che tecnologia e ambiente possono andare a braccetto anche in modo meno impegnativo, anzi, si potrebbe dire addirittura passivo da parte dell’utente.
I risultati di Ecosia
Partiamo da un presupposto: Ecosia è nato nel 2009. E, nonostante i passi da gigante compiuti nel giro di questi 11 anni, è sicuramente ancora un motore di ricerca acerbo.
Dal punto di vista dell’usabilità, dunque, è ancora un motore di ricerca più adatto a essere installato su uno smartphone per ricerche veloci che un affidabile e solido browser da laptop.
Ciononostante, con dati alla mano, i suoi risultati sono encomiabili. A fronte delle sue (attuali e superabili) mancanze, attualmente il browser sta sostenendo progetti di supporto per le foreste in tutto il mondo.
La lista dei paesi coinvolti è lunga e abbraccia tutti i continenti: Perù, Brasile, Madagascar, Nicaragua, Haiti, Colombia, Spagna, Marocco, Senegal, Burkina Faso, Ghana, Etiopia, Uganda, Kenya, Tanzania, Indonesia.
I collaboratori della società tedesca sono coltivatori locali che piantano alberi solo in aree deforestate, dove precedentemente vi erano macchie verdi. Questo per un motivo tanto lodevole quanto logico: se in una determinata area crescevano gli alberi non c’è possibilità che il terreno rifiuti le nuove piante.
Un altro risultato particolarmente interessante riguarda l’uso delle forze lavoro, anch’esse locali: ciò, non solo va a risollevare le sorti di piccole comunità fondamentalmente povere, ma aiuta a impiantare gli arbusti in modo completamente ecologico, basandosi su antiche tradizioni.
Infine, è importante sottolineare che l’opera di Ecosia è fondamentale ai fini della biodiversità: a causa della deforestazione, sono innumerevoli le specie endemiche a rischio d’estinzione. L’impatto finale dei nuovi alberi piantati, pertanto, va molto oltre il semplice ritorno del verde in aree apparentemente morte.
Deforestazione, app e web: progetti simili
Ecosia è sicuramente, almeno per il momento, il caso più interessante per ciò che riguarda ambiente e web. Tuttavia esistono progetti simili, che possono essere sostenuti in maniera semplicissima.
Google, per esempio, collabora attivamente al Global Forest Watch, un sistema di monitoraggio delle foreste e delle aree verdi del pianeta. Il colosso del web si è impegnato e si impegna in questo progetto mettendo a disposizione tutti i dati raccolti dal Google Earth Engine.
Per mezzo del Global Forest Watch, gli utenti possono scoprire quali sono le aree maggiormente a rischio e donare (o proporsi come collaboratori) a enti benefici che si occupano di tamponare l’emergenza.
L’app Treedom, che abbiamo precedentemente citato, permette di comprare degli alberi (si possono anche regalare), scegliendo tra una serie di arbusti, di farli piantare a vari collaboratori locali e di seguire i loro sviluppi, con foto e video.
Doveroso, infine, è il riferimento alle grandi associazioni internazionali come Greenpeace, Legambiente, WWF e LAV, che negli ultimi anni hanno reso sempre più a portata di web il loro operato.
Un passo necessario, che ha portato anche a graditi risvolti interattivi e a collaborazioni a distanza, più semplici e apparentemente meno impegnative ma fondamentali per il bene della Terra.