Lavorare i filati è un’arte che non passa mai di moda, anzi, si rinnova continuamente sfornando novità e tecniche tutte da provare.
Nell’ultimo decennio si è particolarmente diffuso l’utilizzo di filati grossi che si lavorano con ferri ed uncinetti diversi da quelli dell’immaginario comune.
Uno di questi nuovi materiali è la fettuccia, un filato di riciclo spesso e resistente che si presta a molteplici usi. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
Che cos’è la fettuccia?
La fettuccia è un filato che si ricava dagli eccessi di produzione delle industrie tessili. Le stoffe avanzate dalle lavorazioni vengono tagliate in strisce ed organizzate in bobine. Queste ultime finiscono sul mercato come prodotti di merceria. Per questo motivo, in commercio è possibile reperire gomitoli di diversi tessuti: tulle, jersey, jeans, lana, cotone e così via.
Lo stesso vale per i colori e le fantasie: non è difficile trovare gomitoli di stoffe damascate, a righe, a pois o mélange. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti.
Puoi acquistare le bobine di fettuccia in merceria oppure ricavare la tua fettuccia da vecchie t-shirt o dai jeans che non usi più.
Come si lavora la fettuccia?
La fettuccia può essere utilizzata come qualsiasi altro filato. È l’ideale per lavorazioni all’uncinetto, ai ferri, al telaio e macramè. Inoltre, quelle di dimensioni maggiori (3 – 4 cm), sono perfette per essere tessute con le tecniche di arm knitting e finger crochet, che consistono nell’usare le braccia al posto dei ferri oppure l’indice anziché l’uncinetto.
Fettuccia: è l’ideale per le principianti?
La fettuccia è il filato giusto se vuoi avvicinarti al tricot e crochet per la prima volta. Da principianti è normale incombere in errori, e di conseguenza, disfare di frequente il lavoro. A differenza di altri filati, la fettuccia non si infeltrisce, quindi puoi liberamente fare come Penelope, fino a che non avrai acquisito la giusta manualità, senza sprecare filo. Inoltre, riuscirai a concludere in breve tempo i tuoi primi pezzi, perché raggiungerai le dimensioni finali del lavoro con meno giri, rispetto a quelli che faresti con un filato più sottile.
Avendo uno spessore che va da 1 a 4 cm, necessita di utensili di dimensioni adeguate. Per il crochet, a seconda dello spessore della fettuccia, scegli uncinetti che vanno dal 6 mm al 14 mm.
Per il tricot, le misure dei ferri adatti a questo filato vanno dai 4 mm al 12 mm. Se non sei esperta, non temere! Di solito, sull’etichetta delle bobine è indicata anche la misura consigliata di ferri ed uncinetto necessari alla lavorazione.
Puoi seguire gli schemi classici di uncinetto e di tricot, consapevole di ottenere un risultato più grande. Ad esempio, puoi usare il pattern di un piccolo centrino per realizzare una tovaglietta americana oppure un tappetino scendiletto. Il bello della fettuccia è proprio questo: puoi creare tessili originali con motivi inaspettati oppure puoi modificare a tuo piacere un modello classico per un risultato personalizzato al 100%.
Se invece preferisci seguire uno schema alla lettera, non avrai di certo problemi a reperire dal web tutorial o pattern pensati proprio per la fettuccia.
Cosa si realizza con la fettuccia?
Se ci prendi la mano, lavorare la fettuccia diventerà una vera e propria terapia anti-stress e ben presto sarai l’orgogliosa autrice di sotto-tazze, cuscini, cesti contenitori, tappeti e coperte che andranno a decorare ed impreziosire l’arredamento della tua casa. Puoi anche autoprodurti borse, shopping bags (le borse per la spesa) e sciarpe.
Come si lava la fettuccia?
I manufatti in fettuccia possono essere lavati in lavatrice a 30° oppure a mano in acqua fredda. In questo modo qualsiasi sia il tessuto di provenienza della fettuccia che hai utilizzato, non subirà variazioni. Se scegli di lavarli in lavatrice, usa dei foglietti salva colore almeno per i primi lavaggi.
Ora sai davvero tutto in fatto di fettuccia. Ti resta solo da scegliere la tecnica con cui lavorarla.