La Aptenia (Aptenia cordifolia) è una succulenta che arriva da molto lontano, dall’Africa del Sud, addirittura attraversando mari e deserti: da sempre trovo affascinantissima la storia di queste piante “viaggiatrici”, che hanno migrato, più o meno consapevolmente, grazie ai venti, alle correnti, agli animali e, non ultimo, all’uomo. Si sono spostate di migliaia di chilometri, fino a raggiungere aree adatte alla loro sopravvivenza anche dall’altra parte del mondo.
Storia di un lungo viaggio
Ma il viaggio che vi voglio raccontare io, quello che ha fatto la mia Aptenia, è decisamente meno epico ed avventuroso, però più utile per creare bellezza clorofillica ovunque lo si voglia, anche tra i palazzi di città.
Dal mio Giardino Felice, anzi, da quello di un vicino che stava potando le sue piante, lei è arrivata fino alla montagna, passando pure per i balconi di città: l’Aptenia che ora invade pacificamente alcune delle mie terrazze vista mare ha figli, nipoti e pronipoti in ogni clima. Un paio di anni fa feci alcune talee da dare alla mia amica Magnolia per il suo terrazzino di Milano che stava diventando una piccola giungla metropolitana anche grazie alla nostra amicizia. È stupendo regalare vita a chi, quella vita, la sa accudire ed eventualmente tramandare.
Da Magnolia le piccole piante si trovarono così bene che divennero subito una tribù e lei, gasata più di me per la felice scoperta, iniziò a parlare dell’Aptenia a chiunque (occupandosi di ufficio stampa le venne facile).
Detto fatto: parenti, amici, colleghi e vicini di casa ne ricevettero talee in dono. Poi la portò anche nel suo appartamento in montagna, perché ci vuole una vera highlander per superare mesi e mesi di solitudine… E da lì fu leggenda!
Pensate che le prime piccole talee arrivate da un recupero di potatura giunsero con un suggerimento che allora mi sembrò eccessivo: “mettila dove non cresce nulla, ti sorprenderà”. E così fu e continua ad esserlo, superando ogni volta se stessa e le prove alle quali la sottoponiamo sia io che chi da me l’ha ricevuta in dono.
Troppo bella (e facile) per essere vera
In effetti l’Aptenia è la compagna ideale per creare uno spazio verde (da minuscolo a XXL poco importa) rigoglioso, sano e felice, ma soprattutto senza troppo impegno.
Provo ad elencarvi le sue caratteristiche colturali, che in effetti sono una serie infinita di qualità.
Lei è nell’elenco delle mie favorite, piante che sono al tempo stesso belle, facili e buone (da mangiare):
- Si adatta al clima torrido ma vive felice anche in luoghi più freddi, resistendo a brevi gelate.
- Vive felice sia in giardino che in vaso. Non ha preferenze se il terreno è drenante per evitare ristagni idrici.
- Cresce molto velocemente, e lo sviluppo è proporzionale allo spazio dedicato alle sue radici (tanta terra, tanta chioma).
- È sempreverde e fiorisce pure: le sue corolle sono piccole, di una tonalità fucsia Saint Laurent così vistosa da attirare gli impollinatori.
- Resiste bene allo smog cittadino ma anche all’aerosol marino, quasi come una vera alofita.
- Non necessita si esser potata (se non per contenerla o donarla), né concimata e neppure troppo accudita.
- Essendo una succulenta, resiste bene anche all’aridità, ma non esagerate se la ospiterete in vaso.
- È più felice in pieno sole, ma si adatta anche all’ombra luminosa.
- Segue le vostre esigenze in fatto di portamento: può tappezzare una superficie ma anche ricascare felice per metri dai vasi del balcone.
- É una di quelle botaniche che “non si ammalano mai”: difficilmente viene attaccata dai più comuni e fastidiosi parassiti delle piante.
- È facilissima da propagare per talea e qui sotto vi spiego come si fa.
Pillola verde: da una a centomila
Moltiplicare l’Aptenia è facilissimo e molto veloce: è la pianta ideale da regalare “in sicurezza” perché riesce a convivere con qualsiasi tonalità di pollice, più o meno verde.
Basta staccare dalla pianta madre tanti pezzetti di fusto quanti esemplari vorremmo ottenere, non uno di più perché l’attecchimento è garantito. Una volta ottenute le talee, occorre inserirle per un paio di centimetri in un terreno soffice e ben drenato (non importa che sia ricco o ben concimato).
Bagnare leggermente solo dopo un paio di giorni, dimenticarsi i nuovi vasetti in una zona assolata per qualche settimana (un mese in inverno) e… il gioco è fatto: le nuove piante sono pronte per viaggiare di casa in casa, di giardino in giardino.
Curiosità: ma che sapore ha?
Sia le giovani foglie che i piccoli fiori sono eduli. Si mangiano crudi, spesso aggiunti nelle insalate. Il gusto è leggermente acidulo e fresco, ma la caratteristica principale è la consistenza carnosa: essendo la Aptenia una succulenta, trattiene liquidi sia nelle foglie che nei fragili fusti.
I fiori possono essere usati per decorare pietanze dolci o salate e anche inseriti nei cubetti di ghiaccio per aggiungere un tocco di colore a cocktail e bibite.