Centrotavola: a Natale siamo tutti più buoni…
O almeno ci proviamo, con un lungo elenco di propositi che vanno dal visitare più spesso “vecchi” parenti ad impegnarsi sempre di più nelle cose che davvero “contano”. Io sono fatta così: da quando anche l’ultimo Grinch se ne è andato dal mio Giardino Felice, si avvicina Dicembre e le mie note iPhone scoppiano di promemoria virtuosi, che generalmente cancello in blocco dopo la Befana.
Uno però da qualche anno è rimasto, appiccicatomi addosso a tal punto da diventare uno stile di vita: provo a fare tutto con le mie mani, ad auto produrre -anche- per poter controllare e scegliere la filiera (che da me è davvero a km zero perché mi basta uscire di casa e capire cosa-come e quando posso “prendere” dalla natura).
Ho iniziato dalle cose più semplici, e, visto che mi piace molto ospitare, l’idea di imparare a decorare la mia tavola in tutte le stagioni era una necessità (sì, anche il bello è necessario, questo è un dato di fatto perché esser circondati di bellezza aiuta a vivere meglio).
Centrotavola di Natale: e se decorare fosse tutta una questione di proporzioni?
Ci sono persone che naturalmente sanno stabilire volumi, proporzioni, quantità, abbinamenti cromatici… Non solo per le decorazioni natalizie ma un po’ per tutto: gli basta un colpo d’occhio per capire se una gonna è troppo lunga e la silhouette perde di grazia, se due colori insieme sono armonici o stridenti, se il troppo non storpia o lo fa.
Poi c’è chi, come me, ci ha messo un po’ di tempo per arrivare a definire cosa mi piace, cosa mi sta bene, cosa funziona nel mio giardino o sulla mia tavola (ho fatto anni di pratica sui set fotografici quando ancora ero redattrice di moda ma continuo a sperimentare ed imparare).
Quest’anno la mia passione sono gli abbinamenti “finto-casuale” e fatti sul momento: tanti piccoli vasi differenti con altrettanti mazzetti vegetali diversi. Funziona sempre, non solo per i centrotavola di Natale. Funziona perché li si posizionano in base al numero fluttuante degli ospiti, perché non obbligano ad occupare il centro tavola già pieno di ogni ben-di-dio alimentare, perché ogni pianta ha un tempo di tenuta diverso in vaso, da recisa, e così facendo si può comporre e ricomporre all’infinito, per altro dando la sensazione che l’allestimento cambi durante la giornata o durante la settimana delle feste.
Dalla teoria alla pratica: cosa e come mettere in tavola
Dico cosa, ma soprattutto “come”, perché possiamo avere i fiori più belli senza esser in grado di valorizzarli al meglio. Parlo di dove metterli: per i contenitori riciclo vasetti di vetro di forme e dimensioni diverse, mescolandoli ogni volta con materiali diversi (quest’anno la “new entry” è una serie di piccoli vasi in bambù che ho fatto personalmente dopo la mareggiata di inizio Novembre: la spiaggia era piena di enormi pezzi dal diametro variabile e, una volta segati e carteggiati, ora sono sulla mia tavola pieni di foglie e fiori). Avendo una decina di vasi sempre pronti, diventa facile comporre e scomporre in base alle necessità del momento.
Ma cosa ci si mette dentro, se non si passa dal fioraio? Ancora una volta… basta uscire di casa e guardarsi intorno. La natura anche in inverno è ricca e colorata. Ci sono bacche, rami nudi dallo scheletro bellissimo, foglie secche, gialle, rosse e paonazze, oppure di un verde incredibilmente brillante perché ritemprate dall’aridità estiva. E poi ancora pigne e piccoli frutti da aggiungere o appoggiare accanto ai vasi, ispirandoci un po’ all’armonia (di forme, colori e proporzioni) delle nature morte fiamminghe.
Se poi il tempo per fare foraging nei boschi o anche solo nel vostro giardino prima di Natale proprio non lo trovate, allora mettete l’idea tra i buoni propositi per l’anno prossimo e per questa volta andate dal fioraio, magari dando un’occhiata se nella vostra città c’è qualche negozio che aderisce al movimento Slow Flower Italy (www.slowflowersitaly.it), una associazione culturale che “mappa” e suggerisce realtà che usano fiori locali, sostenibili, stagionali (e meravigliosi!).