La mimosa è una pianta originaria dell’Australia, appartenente alla famiglia delle Mimosacee che si propaga bene nelle zone mediterranee, poiché in queste aree trova le condizioni climatiche più adatte al proprio accrescimento. In Italia è molto sviluppata nelle zone costiere della Liguria, in Toscana e nelle regioni meridionali. Le mimose si sviluppano su veri e propri alberi in maniera abbondante, alberi che sono allo stesso tempo rigogliosi, ma anche abbastanza delicati. Si tratta di una pianta molto delicata, adatta ad abbellire i giardini ed i viali dei parchi ma la si può anche coltivare in un vaso. È caratterizzata da fiori gialli rotondeggianti e molto profumati e viene comunemente regalata alle signore durante la festa delle donne.

Come coltivare la mimosa

Se amiamo i fiori e siamo appassionati di giardinaggio e soprattutto abbiamo la fortuna di disporre di uno spazio idoneo a poterli coltivare, potremo scegliere di piantare la mimosa. Se così non fosse, il balcone è sempre un’ottima soluzione. Simbolo della festa della donna, la pianta fu scelta per celebrare appunto la giornata dell’otto di marzo, in ragione di uno dei suoi significati, che è quello giustappunto di femminilità e di forza. Molto ornamentale per via dei suoi di fiori di colore giallo acceso, perfettamente rappresentativi della primavera, la mimosa è una pianta che nella sua coltivazione e cura richiede dei particolari accorgimenti, onde evitare gli errori più comuni nei quali si può incorrere e che potrebbero essere rischiosi per la sana crescita della pianta. Scopriamo quindi tutti i segreti per coltivare nel modo giusto questo famoso fiore giallo.

Come innestare una mimosa

Se avete abbastanza spazio e volete coltivare la mimosa nel giardino, la tecnica più adatta è quella dell’innesto: in questa guida vi illustreremo come innestare una mimosa.

Occorrente

  • Coltello per innesti
  • Mastice per innesti
  • Nastro adesivo
Come coltivare la mimosa

Quando fare l’innesto

La prima caratteristica da considerare è il genere cui appartiene l’albero di mimosa ovvero quello delle Acacie: questa pianta richiede lunghe giornate soleggiate sole e temperature abbastanza miti per questo motivo l’innesto deve necessariamente essere effettuato in un periodo compreso tra la primavera inoltrata e la prima metà del mese di settembre.

Coltivare la mimosa: quale pianta scegliere

Un secondo aspetto importante da considerare è il porta-innesto ovvero la pianta utilizzata come base sulla quale si effettua l’operazione: questa pianta deve avere almeno due anni di vita.
A tal proposito si consiglia di utilizzare come porta-innesto la cosiddetta Acacia Retinodes anziché la comune mimosa, perché, a differenza della seconda, la Retinodes cresce anche in terreni calcarei e si sviluppa più rapidamente. Va ricordato che l’innesto è consigliabile se si vuole coltivare la mimosa in giardino, poiché la pianta da innesto ha dimensioni ridotte rispetto a quella da seme.

Quale tecnica usare per l’innesto

Per quanto riguarda la metodologia di innesto, per l’albero di mimosa si consiglia la tecnica per approssimazione che si può effettuare quando le due piante sono poste una di fianco all’altra. Si procede in questo modo: si scorteccia con un coltello per innesti una parte di entrambe le piante e si cerca di fare combaciare i lati scortecciati nel modo più aderente possibile; fatto ciò, si legano i due rami con il nastro adesivo e si copre con il mastice apposito.

Potare il porta-innesto

Una volta che le due parti avranno aderito e l’innesto sarà perfettamente cicatrizzato, sarà necessario potare la chioma del porta-innesto. Successivamente si dovrà tagliare la base della parte innestata (detta nesto) esattamente sotto il punto di congiunzione tra le due piante: è possibile procedere con la rimozione parziale della pianta (permettendo che il ramo innestato si adatti gradualmente alle nuove condizioni) oppure distaccare completamente il nesto dal suo apparato radicale.

Come coltivare la mimosa in vaso

Per chi non ha un giardino, niente paura: la mimosa si può coltivare anche in vaso. Vi serviranno una pianta di mimosa in vaso, un vaso di terracotta di medie dimensioni, del terriccio e dell’argilla e il concime specifico. Vediamo come fare.

Travasamento e irrigazione

La prima cosa da sapere è che la pianta non va travasata fino all’inizio dell’autunno e che questa operazione va fatta ogni due anni, sempre nello stesso periodo. Il travaso va eseguito seguendo alcune regole fisse: il nuovo contenitore deve essere di terracotta, alto almeno 60 cm e largo 50. La forma di quest’ultimo può essere rettangolare o rotonda, l’importante è che sul fondo depositiate uno strato di argilla espansa. Il resto del vaso va riempito con un mix di torba acida e terriccio (proporzione 1:2) mentre l’irrigazione deve essere frequente solo durante i primi anni di vita del vegetale, così da favorire la crescita del suo apparato radicolare.

Posizionamento e potatura

La mimosa va tenuta al riparo dal vento gelido, quindi in una zona piuttosto soleggiata ma protetta da mura di cinta o cannicci. L’isolamento termico può essere garantito anche dalla pacciamatura, che a sua volta protegge la pianta dalla crescita di erbe infestanti. Per ciò che concerne la potatura, se questa si compie durante il primo anno di vita, viene detta “di formazione” e serve a dare alla chioma una forma ordinata.

Si tratta di un processo necessario al fine di domare l’eccessiva vigoria tipica dei suoi primi anni di vita e va eseguita solo dopo la fioritura. Le piante giovani vanno potate una volta all’anno mentre quelle adulte due, tuttavia i rami vanno tagliati tramite coltello e mai con cesoie o forbici. La spiegazione a questa bizzarria è presto detta: per spezzare un ramo, prima lo si incide col coltello e dopo lo si frattura con le mani; in questo modo non si corre il rischio di provocare danni al vegetale.

Come coltivare la mimosa

Come coltivare la mimosa: concimazione e crescita verticale

La mimosa, soprattutto quando è ancora molto giovane, va innaffiata con cadenza giornaliera, in estate, ed a giorni alterni, in inverno. Per lo sviluppo che tende ad essere verticale, è opportuno inserire nel vaso anche delle aste, al fine di garantire un supporto capace di reggere i rami. Questa pianta non richiede particolari cure, se non una concimazione unica nel periodo che va dalla fine dell’estate all’inizio dell’autunno.

L’operazione consiste in un lavoro di sarchiatura per rimuovere il terriccio essiccato dal caldo estivo, la somministrazione di fertilizzanti a base di foglie verdi allo stato liquido e l’aggiunta di torba sminuzzata per prepararla all’inverno, ricordando sempre una base drenante molto compatta. Le mimose richiedono una cura a base di concime specifico. Pertanto, onde evitare inconvenienti e spiacevoli risultati, non va assolutamente utilizzato un fertilizzante generico, ma bisogna consultare un esperto in un centro di giardinaggio o in un vivaio, che ci indichi quale sia quello giusto da acquistare.

Come potare la mimosa

Che sia in giardino o in vaso, la mimosa va potata. Per farlo, vi servono delle cesoie, dei vasi contenitori e degli appositi antiparassitari.

Quando potare la mimosa

La mimosa si presenta con delle inequivocabili infiorescenze che hanno la tipica forma di piumini gialli che si ergono su un fusto molto ramificato. La pianta se curata nei minimi dettagli, si rivela un esemplare da fiore tra i più belli che la natura è in grado di offrire. La potatura è tra l’altro l’operazione più importante e forse l’unica che la mimosa richiede, per cui per eseguirla bisogna attendere la fioritura. Quando la pianta produce nel mese di marzo la sua tipica ed abbondante fioritura, se decidiamo di utilizzarla come ornamento e quindi intendiamo ottenere dei fiori recisi, bisogna tagliarli ad un’altezza di circa dieci centimetri dal suolo con una tronchese, evitando di lasciare lo stelo senza nessuna gemma, altrimenti in quella zona la fioritura successiva sarà praticamente nulla.

Incidere i rametti per coltivare la mimosa

Per dare una giusta forma alla mimosa a parte la suddetta attesa della fioritura primaverile, va sottolineato che l’operazione di potatura va effettuata quando la pianta è ancora bassa. Nello specifico si tratta di incidere i rametti piccoli con un cutter, mentre se ci sono degli arbusti più spessi e già sufficientemente formati, è necessario troncarli con una cesoia. L’operazione va comunque eseguita lasciando intatte almeno due o tre gemme apicali. Una volta completato il lavoro, per evitare che la pianta possa subire attacchi di afidi la parte va opportunamente protetta con della resina ricavata da alberi. Questa tipologia di potatura prettamente riferita a fusti e tronchi della pianta di mimosa, va effettuata ogni anno in modo tale che cresca sempre più folta e rigogliosa. Tuttavia mensilmente è bene rimuovere i rametti secchi per tenerla pulita e lasciare più spazi a quelli giovani.

Utilizzare una cesoia

La potatura della pianta di mimosa è necessaria anche quando strutturalmente si presenta piuttosto alta e larga. Lo scopo è di evitare che i fusti tutto sommato sottili possano spezzarsi, ma tuttavia l’intervento di potatura serve anche per dare alla pianta una forma adeguata che rispecchi l’eleganza con cui è stato impostato il giardino. Per eseguire l’operazione in modo agevole e rapido, è sufficiente utilizzare una cesoia e procedere con il taglio dei rametti che contengono un eccessivo numero di infiorescenze, lasciando intatti quelli già abbastanza sfoltiti. In sostanza il lavoro è molto simile a quando si esegue la potatura di una siepe.

Come coltivare la mimosa

Eseguire un trattamento antiparassitario

Dopo aver appreso in modo dettagliato come eseguire la potatura su una pianta di mimosa presente nel terrapieno di un giardino, va sottolineato che anche nel caso della coltivazione in vasi di terracotta o in contenitori l’operazione va comunque fatta nei periodi corrispondenti alla prima fioritura. Eventualmente deve essere accompagnata da un travaso in contenitori più capienti, specie se la pianta tendenzialmente cresce soltanto in altezza. In questo caso il problema potrebbe essere legato ad un eccessivo agglomerato di radici, per cui onde evitare che possano strozzarsi è opportuno utilizzarne uno molto più largo. A margine va sottolineato che indipendentemente dalla topologia di coltivazione della mimosa oltre la potatura, è opportuno eseguire un adeguato trattamento antiparassitario per evitare che questi ultimi possano approfittare dello stress subito dalla pianta per attaccarla e danneggiarla.

Come coltivare la mimosa sensitiva

La mimosa sensitiva rappresenta una particolare pianta, appartenente alla specifica famiglia delle Mimosaceae. Tale pianta assume la sua denominazione, poiché risulta essere in grado di rispondere agli stimoli tattili, richiudendo le proprie foglie su se stesse e afflosciando i propri rami, ciò accade anche nelle ore notturne. La forma delle foglie è piuttosto particolare, essa è ovale ed allungata. La mimosa sensitiva, risulta essere originaria del Brasile, caratterizzata dalla presenza di un particolare arbusto sempreverde di piccole dimensioni. Essendo poco duratura, questa splendida pianta viene generalmente trattata come annuale, ma con le cure adeguate può durare alcuni anni; anche se risulta comunque particolarmente difficile coltivarla a lungo. Ha bisogno di un’esposizione molto luminosa, ma anche se apprezza la luce solare diretta risulta essere maggiormente ottimale proteggerla dal sole di mezzogiorno, soprattutto nei mesi più caldi. Ecco come coltivare la mimosa sensitiva.

Coltivare la mimosa sensitiva in vaso

La mimosa sensitiva, viene generalmente coltivata in vaso, dove nella maggior parte dei casi non supera i cinquanta centimetri di altezza, al contrario, se essa viene coltivata e curata sul terreno è in grado di raggiungere anche un metro e mezzo di altezza. Ovviamente, all’inizio del loro sviluppo, gli steli risultano essere eretti, diventando rampicanti con il passare del tempo.

Quando innaffiare la mimosa sensitiva

Nella stagione calda è necessario innaffiare abbondantemente la pianta, in modo tale che il composto sia sempre umido. In inverno, invece, risulta essere sufficiente innaffiare ogni tanto, lasciando asciugare la metà superiore del composto tra un’innaffiatura e l’altra. Inoltre è bene spruzzare le foglie con dell’acqua per creare umidità.

Come far crescere la pianta

Si ricorda infine, che la mimosa sensitiva è spesso coltivata dai semi che sono prodotti dai fiori rosa. Per la propagazione della pianta, seminare i semi in un terreno umido composto da torba e perlite e all’interno di un vaso di plastica trasparente; porlo al di sopra della media di impianto, come i semi hanno bisogno di molta umidità per germogliare. Aspettare dai 14 ai 21 giorni per la germogliazione. È anche possibile propagare la mimosa sensitiva utilizzando le talee. Tagliare un ramo di talea e piantarlo in mezzo alla torba e alla perlite, nell’impianto. Collocare un sacchetto di plastica o la pellicola trasparente sopra la parte superiore della mimosa sensibile (potrebbe servire come protezione dai predatori, dalle intemperie e dai parassiti del giardino distruttivi).