Le vacanze sono il momento perfetto per conoscere meglio piante e fiori, per immergersi nel paesaggio e per progettare un nuovo spazio verde. Anche stando immobili, si può sognare il giardino con consigli di lettura o ascolti seguendo il ritmo della controra.
Solleone alla controra
Parto da lontano, forse perché non ero pronta all’ondata di caldo che finalmente è arrivata anche qui, e quindi filosofeggio a vanvera sotto il solleone di mezzogiorno, quando è proprio impensabile uscire dal perimetro d’ombra creato dal glicine che per fortuna ogni anno diventa più grande e fitto.
Parto così: mi è sempre piaciuto trovare un nome proprio a qualsiasi cosa non ne avesse uno. Piante, fiori, animali ma anche sassi, luoghi, case.
Spesso inizio a chiamarli in un modo perché “ce l’hanno scritto in faccia”: per Olivia, il mio ulivo più sexy, ma anche per Mr. Big, il suo “fidanzato” altissimo che la guarda da lontano, è stato davvero naturale. A volte invece ci metto del tempo, infatti per me l’atto di nominare -così identificativo del solo genere umano- è tutt’altro che banale. Provate voi ad esser chiamati a vita in un modo che detestate…
Il nome Giardino Felice, per esempio, è arrivato dopo anni. È arrivato quando -finalmente!- ero davvero sicura della gioia che sentivo/sento/sentirò a viverci immersa. Non volevo che fosse solo un augurio, mi piaceva di più pensare che il suo nome riassumesse una carta di identità e “di intento”.
Poi ci sono termini che arrivano da lontano, vocaboli di altri, portati da amici, da visitatori saltuari, da letture o dal vento.
Quello più bello e speciale, venuto da fuori per poi restare, è “La controra”. È così che tutti oramai chiamano questo mio posto costituito da una minuscola casa con un grande giardino. Controra è una parola bella e desueta, con un significato che veste il luogo come un abito su misura, specie in estate. Indica le prime ore pomeridiane della stagione estiva, destinate, per il caldo, alla siesta.
Stupendo, vero? Ma ancora di più è la storia di come La Controra sia arrivata a me, facendo un lunghissimo viaggio, attraversando addirittura i confini. Sebbene sia una parola ancora usata nel centro e sud Italia, mi è stata donata da Steph, un amico francese esteta (anche del linguaggio), che l’aveva sentita nei suoi primi anni italiani, quando viveva a Roma, e conservata nel cassetto dei ricordi fino a quando me la portò qui in piena estate.
Ma durante La Controra, in giardino, cosa si fa?
Sognare il giardino
“C’è un momento per ogni cosa” (dal libro del Qoèlet, Bibbia): e in estate quando è impossibile per il caldo fare altro, qui a La Controra, si legge, si progetta, si filosofeggia, si sogna il giardino, perché la natura è in continuo divenire e -soprattutto- c’è sempre da imparare, provare, sperimentare o semplicemente continuare a fare. Quindi occorre informarsi e studiare.
Si leggono (e spesso rileggono) vecchi e nuovi libri sul paesaggio, sulle attuali tecniche agrarie naturali che tanto attingono a quelle del passato, su fiori sconosciuti che presto adorneranno le terrazze, su storie di uomini e donne che hanno lasciato un segno nella botanica. Si legge sdraiati all’ombra, oppure si ascolta, perché la tecnologia viene incontro alla pigrizia…
Mi piace l’idea di augurare buone vacanze a tutti i pollici verdi, ma soprattutto a quelli che lo diventeranno, raccontando cosa mi è rimasto degli ultimi tempi di ascolto e lettura. Rigorosamente non in ordine sparso, senza numeri né classifiche: lascio ad altri dare i voti, io non ne sono capace perché vivo di sentimento, non di ragione.
Fresco di stampa
La Natura selvatica del Giardino di Antonio Perazzi (Einaudi Editore)
Sapere cosa pensa Antonio Perazzi, uno sei più importanti paesaggisti italiani (e forse il più selvatico), è sempre una buona idea. Ed é un bell’insegnamento leggere che si può imparare ad osservare e riconoscere le botaniche ovunque, anche in città, dove esiste più biodiversità di quanta se ne trova nelle aree limitrofe. Lo sapevate? Questo é forse un buon motivo per rientrare, se le vostre vacanze sono agli sgoccioli.
PS: per me questa lettura vale ancora di più perché Perazzi la dedica ad un pezzo di paesaggio, Piuca, del quale é “custode” e che, scrive lui stesso, “continua a insegnarmi cosa sia il giardino. Con rispetto e curiosità per tutte le piante, senza discriminazione, tra selvatico e coltivato (…). Non esistono erbacce, ma solo cattivi giardinieri che non sanno come fare ad agire senza andare contro natura”.
Fukoka pop
La rivoluzione a fumetti di Mirko Chiapparini (Libreria Editrice Fiorentina)
L’idea è ottima (anche se il titolo é comprensibile solo ai veri “intenditori”): rendere fruibile, facile e contemporaneo il pensiero di uno dei più grandi filosofi della nuova era ecologica, il maestro-contadino Masanobu Fukuoka e il suo testo-testamento “La rivoluzione del filo di paglia”.
Come? traducendo le sue intuizioni in fumetti densi di critica verso l’agricoltura industriale, quella che erroneamente viene chiamata tradizionale. La cosa bella? Chiapparini, autore di disegni e testo, ci fa capire che esiste un altro modo/mondo possibile, quello che Fukuoka chiama “del non fare”.
Più controra di così!
Must-have
Diario di un giardiniere anarchico di Libereso Guglielmi, a cura di Claudio Porchia (Edizioni Semi Rurali)
Non è una nuova uscita ma entra sicuramente tra quei titoli che un biofilo dovrebbe avere nella sua libreria. “Se mi dici giardiniere, io sono felice”: un racconto di vita e botanica, scritto in prima persona da chi è ricordato come “il giardiniere di Calvino” ma in realtà è molto di più: “un uomo che nella vita non ha mai guardato le grandi cose, ma che nel giardino é sempre andato a cercare l’uovo di Colombo, cioè le piccole cose senza le quali non esisterebbero quelle più grandi”.
Cosa voler (leggere) di più?
Una gran bella lettura
Elisir di Kapka Kassabova (Crocetti Editore)
Un libro che per fortuna mi è arrivato in dono, perché essendo “trasversale” al mondo del giardinaggio, da sola forse non lo avrei scovato. Ma quando hai le amiche giuste, succede anche che facciano una cernita per te: grazie Silvia Pesaro di Tuss che oltre a pubblicare testi stupendi mi segnali anche quelli belli di altri editori. Da non perdere se si ha voglia di una lettura coinvolgente e non tecnica, di un romanzo tra piante, fiori, personaggi e saperi immersi in un luogo incantato, quasi alla fine del (nostro) tempo.
Progetto per il futuro
Funghi di Lynne Boddy e Ali Ashby (Slow Food Editore)
I funghi rappresentano il mio più grande “non sapere”. Il loro mondo (in bilico tra animali e piante, amati ma più spesso temuti dai giardinieri) non solo mi é oscuro, ma mi ha sempre bloccato un po’. Male per una come me che vive mmersa nella natura, appassionata di foraging e cibo selvatico.
La controra di quest’anno sarà dedicata a colmare questa lacuna, grazie ad un testo bello, benfatto, esaustivo e ricco di curiosità e storia (in libreria dal 18 settembre: ho avuto la fortuna di poterlo ricevere prima).
Bonus pigro: natura da (ri)ascoltare
Il Giardino Segreto podcast di Roberta Pellegatta per Radio 24
Quando, in vacanza, anche un libro stanca (o il bagaglio a mano ridotto ai minimi termini supera comunque il peso consentito al check in). Un podcast consacrato al mondo del giardinaggio che non annoia mai: un lavoro epico, delicato, preciso di oltre duecento episodi dedicati a piante, fiori, giardino, paesaggio e vite di uomini e donne verdi. Da riascoltare a mo’ di colonna sonora dell’estate, prima e dopo la siesta: una specie di ninna nanna green, che appassiona e insegna.
Ps: per chi vuole “ascoltare” il mio Giardino Felice, cercate le tre puntate registrate qui che si intitolano:
- Il mondo in un giardino;
- Il giardino a primavera: colori e sapori;
- Un’arnia in giardino: il sapore dei fiori;