Qual é la vostra idea di corolla perfetta? Che caratteristiche deve avere un fiore per rendersi indispensabile? Io da sempre viaggio tra romanticismo e pragmatismo, avendo capito che -a volte- i due sentimenti possono combaciare: basta sapere cosa seminare. Belle, buone, facili da coltivare: ecco il mantra che mi segue ovunque nel Giardino Felice.
Se sono piante belle, i miei occhi saranno appagati; se sono buone, avrò pure il ventre sazio; se per giunta sarà facile ospitarle, risparmierò tempo e fatica per poter poi reinvestire il tutto per la ricerca e lo studio di altre botaniche, perché in giardino non ci si ferma mai. Nonostante abbia un debole per le perenni, perché sono sentimentale e mi affeziono a loro già dal seme e non vorrei separarmene mai, ho poi “ceduto” anche su qualche annuale, che mi permette di creare leggeri restyling in base ad umori e stagioni, senza rimpianti.
Tra i miei semi felici ed effimeri del tramando (zinnia, fiordaliso, nigella, tagete e poco altro) c’è anche lei, la cosmea (Cosmos bipinnatus), una erbacea che a soli due mesi dalla semina produce bellissimi fiori dal bianco al porpora, passando per una gamma infinita di rosa, instancabile fino all’autunno inoltrato. Fiori semplici, fiori che sanno fare i fiori, fiorendo e rifiorendo.
La cosmea è arrivata qui da uno dei miei traffici tra botanofili: era sì bella e facile, ed ormai me ne ero già innamorata alla follia quando seppi che, ahimè, non solo non era buona, ma addirittura tossica se ingerita. Viva le eccezioni, viva cambiare idea nelle faccende veniali e/o vegetali.
Cosmea: manuale di sopravvivenza
Pianta erbacea annuale dalle esigenze frugali, si semina in primavera (orientatevi se all’inizio o alla fine in base al vostro clima) per vederla fiorire dopo 8/10 settimane. Ama il clima temperato ma è disposta a fare qualche eccezione, se la si coccola un po’: basta disporla in pieno sole, mantenendola umida fino alla germinazione (poco più di una settimana), poi dandole acqua solo in caso di aridità. Un consiglio di bellezza: piantatela fitta, perché le sue corolle sono deliziose osservate vicine-vicine, e mettetela a dimora in piena terra (oppure in un vaso profondo, se non avete un giardino) perché ha radici alle quali piace affondare nel suolo in cerca di nutrienti e indipendenza.
Come darle torto? Per vederla sempre in fiore e ordinata (parola che sto iniziando a capire), si usa cimare le corolle appena sfiorite, ma io le lascio seccare naturalmente sulla pianta per portare a maturazione i semi che serviranno per la prossima generazione. Loro non deludono davvero mai: hanno un’alta germinabilità e vi appassionerà vederli trasformarsi rapidamente in piantine dalle foglie decorative (lo preciso, perché sono davvero carine e formano una deliziosa texture grafica, fitta, brillante e vibrante).
Pillola verde: un dono inaspettato
Le ho sempre ammirate, coltivate e scambiate immaginando quale tonalità di rosa potesse celarsi dietro ad ogni corolla, fino a quando ricevetti in dono i semi di una specie arancio-come-il-sole, per ironia della sorte da un amico paesaggista poco amante del colore. Da quel momento coltivo -tra tutte le altre- anche la Cosmea sulphureus, che ha le stesse caratteristiche di (non) cura della più comune C. bipinnatus.
Curiosità: amore calmo
La cosmea è originaria del Centro America e nella sua terra nativa simboleggia l’amore. Da noi invece viene associata alla modestia, per via della sua forma semplice, ma anche a serenità e pace (Kósmos in greco significa ordine).