Quando arrivai nel Giardino Felice dalla grigia ed affascinante Milano, uno dei primi desideri fu quello di circondarmi di fiori di tutti i colori, e in tutte le stagioni. Allora pensavo ancora fosse un sogno impossibile da realizzare, mentre oggi -passati dieci anni tra studio, esperimenti in campo, gioie e delusioni- mi sembra una questione così naturale, quasi un dato di fatto.

Poi, sempre perché arrivavo “da sù”, cioè da un clima più rigido rispetto a questo del Tigullio, ero convinta che fosse l’inverno la stagione più complicata in fatto di fioriture. E anche lì mi sbagliavo: il caldo secco e il sole cocente dell’estate possono rendere il mio Giardino Felice più inospitale di dicembre, se sei nato fiore.

Sarà per questo motivo che ancora mi sorprendo -ringraziandole- nel vedere corolle coloratissime, turgide e anche XXL proprio ora, arrivati a fine luglio.

Sì, mi commuovo osservando gli ibischi giganteschi, le ipomee indomabili, gli oleandri fitti fitti, i plumbago e le bignonie che fanno a gara a chi fiorisce di più e più velocemente… ma soprattutto resto senza parole davanti alla bellezza (universale, si può osare dirlo per un fiore?) dell’echinacea.

Echinacea piantata a terra accanto ad un grande plumbago.

Echinacea: come un riccio, ma vegetale

Chi conosce questo fiore, chi lo ha toccato ma ancor più chi ha “sgranato” i suoi semi per conservarli capisce perché il suo nome significa “riccio” (dal greco, echinos): infatti non è solo l’aspetto a ricordare l’animale, ma anche e soprattutto la consistenza dei suoi semi che alla sommità terminano con quattro “denti” appuntiti. Nonostante questa premessa poco cordiale, l’echinacea, erbacea originaria del Nord America e diffusa ormai ovunque, sa farsi amare almeno per due buoni motivi:

Dettaglio del bellissimo fiore.
  • È una pianta perenne altamente decorativa, facile, rifiorente. I suoi steli possono superare il metro di altezza ed è bellissima sia nelle bordure miste che nei potted garden. Le corolle, con i petali che “guardano all’ingiù”, fioriscono dalla tarda primavera per tutta l’estate, mentre in inverno l’intera pianta andrà in riposo vegetativo seccando e poi perdendo completamente o quasi tutta la parte aerea. Attenzione: ciò non significa che lei è morta. Si sta preparando al lungo letargo, proprio come un riccio.
Echinacea in vaso, insieme ad un ibisco.
  • È una botanica che ci cura, una vera e propria farmacia vivente, usata sia per preparati erboristici che farmaceutici e cosmetici. Tra le sue proprietà più spiccate, è impiegata per rafforzare il sistema immunitario. Usata invece a livello topico e locale, aiuta i processi di cicatrizzazione, il post-ustione ed è utile anche per la cura di acne, cellulite, rughe, smagliature… cosa chiedere di più ad una pianta?

Una Echinacea sempre in fiore

Corolle in fiore, con i caratteristici petali all’ingiù.

Per ospitare al meglio una tipa così “in gamba” basta davvero poco, perché l’echinacea è pure di robusta costituzione e, rispettando pochi accorgimenti, non si ammalerà mai. Per farla felice occorre:

  • una posizione in pieno sole, infatti per fiorire non le basta davvero mai;
  • un terreno ben drenato, perché le piace bere ma non restare con le radici a mollo;
  • una innaffiatura costante durante i mesi più aridi;
  • l’eliminazione delle corolle esaurite, una volta essiccate naturalmente sulla pianta, per aiutarla a rifiorire. Dalle stesse corolle si possono ricavare i semi per far germogliare nuove piante. Il processo è facilissimo e l’ideale è farlo la primavera successiva.
Alcune piante a dimora in vaso. Ne occorre uno piuttosto capiente per ospitarle al meglio.

Ultima info: l’Echinacea vive benissimo a terra, ma è molto bella anche in vaso, purché non minuscolo. La pianta infatti per stare bene ha bisogno di sviluppare al meglio il suo apparato radicale. Se deciderete di ospitarla in contenitore, regalatele un terriccio ricco e fertile e magari aiutatela con un fertilizzante biologico durante la stagione vegetativa.

Pillola verde: il fiore della pazienza

Echinacee in pieno sole nel potted garden accanto a casa.

Nonostante la facilità di semina, germinazione e cura, per veder fiorire la prima volta una echinacea occorre aspettare l’anno successivo. Infatti durante il primo anno di vita la pianta non produrrà corolle, e solo dalla seconda primavera inizierà a fiorire per non fermarsi davvero mai negli anni successivi.

Curiosità: il buono dove sta?

Echinacea e biodiversità: c’è posto per tutti.

I principi attivi ricavati dalle piante, quelli usati in farmacia, in erboristeria e anche in cosmetica, a volte vengono estratti da tutte le parti della botanica, altre invece solo da una specifica. Nel caso delle echinacee, risiedono soprattutto nelle radici di esemplari di almeno due o tre anni di vita.