Ho conosciuto il Ficus elastica quando ancora abitavo in città e facevo la redattrice di moda. Serviva una pianta dal look tropicale, grande e dalle foglie importanti da usare come “sfondo” per un servizio fotografico ambientato in una casa borghese di inizio Novecento. Bella ma senza piante né fiori. Andai da Ingegnoli, lo spacciatore del verde di allora, e me ne uscii con questa spilungona alta e magra perché abituata a “filare” in un vivaio di città (così si dice quando alle piante manca una bella luce uniforme e diffusa e devono cercarla verso l’alto) e non a sfilare come la modella che con lei condivise poi quel set.

Dettaglio di una foglia, quasi camouflage.

Allora pensavo alle piante solo come “sfondo” scenografico, spesso per abbellire le immagini create col mio lavoro. Ora invece sono co-protagoniste della mia vita, e spesso gli lascio la scena mentre le osservo crescere rigogliose nel Giardino Felice.

La mia prima pianta di Ficus elastica, quella che viveva in appartamento a Milano.

Quel Ficus poi, finiti gli scatti fotografici, venne a casa con me, nel mio appartamento un po’ ombroso, e visse lì per anni fino a quando decidemmo di trasferirci tutti quanti al mare. Riuscì a superare – a casa da solo e senza cure – anche i lunghi mesi della pandemia, gli unici vissuti separati da lui…

Foglie di Ficus elastica

Se a Milano viveva in soggiorno, restando spilungone e adattandosi al “clima” indoor, portandolo qui decisi di provare a farlo vivere da vera pianta, cioè fuori casa: non solo perché saremmo stati molto stretti nel dover condividere uno spazio interno decisamente ridotto, ma anche – e soprattutto – perché nel frattempo avevo capito che molti esemplari della stessa specie vivevano felici e contenti nei giardini, nei carruggi, appoggiati ai muri in ombra tra le crêuze di campagna e di città.

Ficus elastica: nota Bene

Pianta nata da Talea. Ora ha circa due anni.

Se per caso vi state chiedendo come posso esser sicura di questa loro gioia, vi tolgo subito la curiosità: i Ficus nel mite Tigullio mostrano la loro felicità diventando alberi. Alberi enormi, dalla forma cespugliosa, dalle foglie lucide e in formato XXL. Non ho ancora visto esemplari fiorire oppure raggiungere i 30 metri (come succede nelle loro zone di origine), ma ogni volta che passo sull’Aurelia davanti al vecchio albergo abbandonato di Zoagli mi incanto ad ammirare quello gigante che si affaccia sulla strada mostrando il meglio si sé (Sì, ne ho già fatte delle talee perché tremo all’idea che un giorno anche lui soccomberà per una ristrutturazione).

Dove lo metto: fuori o dentro casa?

Il Ficus elastica nel Giardino Felice. Gli ho ricreato un ambiente simile a quello di origine con ombra luminosa e compagnia di altre botaniche.

Per conoscere come ospitare al meglio qualcuno, piante comprese, il metodo più semplice è capire da dove arriva: Il Ficus elastica è originario delle foreste tropicali asiatiche. Clima mite e costante tutto l’anno, abbondante umidità nell’aria con suoli ricchi, freschi e ben drenanti, luminosità discreta ma diffusa, senza che mai i raggi del sole picchino sulle sue foglie lucide e coriacee.

Quindi… quando vi dicono che è una pianta facile ma umorale non credeteci, il Ficus elastica ha solo bisogno di ritrovare le caratteristiche dei suoi luoghi di origine.

Dettaglio del ramo nella parte apicale, quella da prelevare per fare le talee.

Ciò significa che:

  • Vive bene all’aperto laddove il termometro non scende sotto i 4/5 gradi, neppure la notte. Altrimenti meglio ospitarlo dentro casa, specialmente nei mesi più freddi.
  • Ama l’umidità dell’aria, quindi se lo ospitate in appartamento non lasciatelo mai accanto ai termosifoni, che seccano l’ambiente. Anzi, aiutatelo con delle nebulizzazioni frequenti con acqua piovana o distillata, a temperatura ambiente.
  • Si può scottare quando esposto ai raggi diretti del sole, ancora peggio se attraverso una vetrata. Le sue bellissime foglie potrebbero rovinarsi in maniera permanente.
  • Odia gli sbalzi termici, quindi attenzione al “cambio di stagione”, anche solo spostandolo dalla sala al terrazzo.
  • Odia pure i colpi d’aria e il forte vento. Del resto, come dargli torto se il suo DNA appartiene alle foreste tropicali?
  • In vaso preferisce poca a troppa acqua. Bagnare solo quando la terra è asciutta, specie in inverno.

Una volta che gli si offre il poco che chiede, si trasforma in un amabile e longevo compagno di vita, robusto e bello in tutte le stagioni.

Dettaglio delle foglie del Ficus benghalensis. Su una di queste, a sinistra, ci sono bruciature da raggi del sole.

In casa può raggiungere anche i tre metri di altezza: nulla a che vedere con i trenta dei suoi luoghi di origine ma abbastanza per poterla ammirare con il naso all’insù.

Pillola verde 1: una giungla dentro casa

Moltiplicare il Ficus elastica è facilissimo, specie in tarda primavera, e così facendo la casa assumerà quel look tropicale ora così di moda (prevedendo però che le mode sono passeggere, anche per piante e fiori, e invece il Ficus ci mette molto a crescere e diventare un grande cespuglio).

Talea di Ficus elastica che inizia a radicare.

Per ottenere nuove piante basta prelevare la parte apicale di un ramo, dove il tronco è ancora verde, recidendolo a circa 25 centimetri. Fatto ciò, le talee vanno messe a radicare in acqua (meglio se piovana e a temperatura ambiente) in un luogo fresco, non ventoso e nemmeno troppo secco, luminoso ma senza luce solare diretta: in pratica si deve ricreare un habitat simile a quello delle foreste tropicali di origine. Prima di mettere i rami in acqua, occorre togliere le eventuali foglie basali per evitare marciumi.

Fatto ciò basta attendere (anche diverse settimane) che le prime radici si sviluppino, pazientando finché non fortifichino e raggiungano la lunghezza di qualche centimetro. Infine, il passaggio più delicato: travasare il neonato Ficus in un contenitore con la terra, scegliendola ricca, fine e ben drenata (per non sbagliare meglio chiedere in vivaio un terriccio da semina).

Le foglie del Ficus elastica tengono il vaso da recise per diverse settimane.

Pillola verde 2: lucidatura perfetta senza calcare

Foglie di Ficus e Arum.

Per mantenere luminose e sane le bellissime foglie del Ficus elastica senza utilizzare prodotti lucidanti che non hanno nulla di naturale, la soluzione più funzionale ed economica è passarle regolarmente con un panno di cotone imbevuto di acqua piovana. Quest’ultima infatti è priva di calcare, causa principale di opacità fogliare. Se non riuscite a recuperare la pioggia, potete usare acqua distillata, la stessa che si acquista per il ferro da stiro o che si ricava dal deumidificatore domestico.

Curiosità: elastica non solo di nome

Un’altra specie di Ficus che ospito in giardino, con esigenze simili. Si chiama Ficus benghalensis.

Il Ficus elastica, detto anche Fico del caucciù o pianta della gomma, deve questi nomi al lattice estratto dal suo tronco, con il quale si ricava una gomma ormai rara e molto pregiata.