Un fiore tra i sassi
Di tutte (ma proprio tutte!) le piante che ospito nel Giardino Felice conosco l’origine, il temperamento, i pregi ed anche i difetti: superati i 50 anni mi dimentico di molte cose, ma non delle singole storie di ognuna di loro. Però con la Gazania (le mie sono G. rigens, ma questo genere vanta centinaia di specie e varietà create a scopo ornamentale) ho davvero un vuoto di memoria. Proprio non ricordo quando (e con chi) è arrivata da me. Ai fini di questo racconto poco importa, ma è davvero un peccato, almeno per me, non poter raccontare la sua storia dal principio.
La prima memoria che ho di lei è la sua fioritura “pop” arancione acceso, che sulle foglie argentee tra i sassi del giardino roccioso risaltava ancora di più: mi ricordo che era un mese “di mezzo”, di quelli con meno colore e la cosa mi piacque assai.
Ancora non sapevo che saremmo diventate così amiche che le avrei poi permesso, negli anni successivi, di colonizzare quasi tutte le zone più aride e assolate dove molte altre botaniche proprio non volevano stare. Lei, pazientemente, ha trasformato questi luoghi ostili in bellissimi tappeti vegetali.
Gazania: la pianta-tappeto che fiorisce senza sosta
La Gazania, in Italia, è una delle tante botaniche alloctone (dette anche aliene o esotiche o introdotte), cioè una pianta trasportata al di fuori della sua capacità di distribuzione per l’azione diretta o indiretta dell’uomo. Più precisamente arriva dal Sud Africa ed ha fatto questo lungo viaggio per abbellire in modo semplice ma efficace i nostri terrazzi e giardini. Conosciuta la sua origine, si può già intuire qualcosa sulle sue esigenze: ama i climi miti nei quali fiorisce per diversi mesi e si mantiene sana anche in inverno (laddove il meteo è più severo avrà bisogno di esser protetta, altrimenti non ce la farà…); resiste a temperature estive altissime; preferisce una esposizione in pieno sole anche se si adatta alla mezz’ombra: basterà non aspettarsi fioriture troppo copiose.
Può essere ospitata sia in vaso che a terra, basta regalarle uno spazio all’aria aperta perché in appartamento proprio non ce la fa. Lei ha un disperato bisogno di aria e di sole. Altra sua dote considerevole è quella di sopportare benissimo la siccità. Anzi, una delle pochissime cose che la fanno ammalare sono proprio le eccessive annaffiature ed i ristagni idrici, specie nella stagione fredda, che potrebbero facilitare attacchi fungini letali.
Tra le tante specie di Gazania, io ospito la rigens, quella cioè a sviluppo strisciante che crea fitti tappeti erbacei sulle terrazze rocciose dove in estate è proprio difficile abitare. Lei, piano piano ma senza sosta, grazie ai suoi stoloni (rami che si allungano scorrendo sul suolo, emettendo radici e foglie dai cui nodi si generano spontaneamente nuove piantine) si diffonde sotto alle agavi, alle aloe, agli ulivi ed ai melograni, creando con loro un giardino mediterraneo e al tempo stesso cosmopolita.
Pillola verde: un fiore che ama il sale
Sebbene non sia una vera alofita (cioè una pianta dotata di adattamenti morfologici o fisiologici che ne permettono l’insediamento su terreni salini o alcalini, oppure in presenza di acque salmastre) la Gazania tollera benissimo la salsedine e questa qualità la rende perfetta per tutti i giardini “sottocosta” o per quelli che guardano il mare dall’alto proprio come il mio.
Curiosità: la corolla che segue il meteo
I fiori della Gazania aprono e chiudono le loro corolle seguendo il ritmo giorno/notte di luce e buio, ed inoltre restano chiuse in caso di cattivo tempo: chi l’ha detto che le piante non sono in grado di muoversi o di reagire davanti alle avversità?