Sarà perché sono “di lago”, o forse perché ho sempre amato l’estetica vittoriana, nella moda ma anche e soprattutto in giardino, che il connubio tra botaniche e acqua ferma mi ha sempre affascinato. Un verde fluido, fresco, lussureggiante, quasi immobile, riflesso.
Mastello bello: un giardino nel giardino
Suggestioni e desideri che, da quando vivo nel Giardino Felice, avevo trascurato per immergermi totalmente nel nuovo paesaggio -ultradry- provando a farlo mio.
Un paesaggio, questo del Tigullio, che prevede l’acqua solo all’orizzonte e per giunta talmente salata che, se sei nato pianta, arriva a farsi odiare. Perché qui per mesi la pioggia non si vede e l’unica acqua che vedi e senti è quella del mare.
Succede poi che un vicino di casa se ne va lontano per non tornare più e deve lasciarsi alle spalle un piccolo tesoro di famiglia. Tra le tante belle cose offerte in dono agli amici, io eredito una botte antica da oltre 500 litri: in un passato lontano e dimenticato serviva per contenere e conservare l’oro verde di qui, l’olio extra vergine di taggiasca o lavagnina che ormai pochi producono. Troppa fatica.
Botte splendida, un po’ trascurata ma di charme e sicuramente eccessiva per la quantità di olive che ogni anno provo a raccogliere e molire al frantoio.
Cosa ne faccio? Perché bella è bella, e la vorrei sfoggiare. La trasformo in un mini pond, una vasca per piante acquatiche, così finalmente anche io posso sperimentare il giardino liquido, ma in formato extra small.
Giardino d’acqua: piante acquatiche senza segreti
Da allora, da quando cioè ho adattato la botte riempiendola di acqua e botaniche, è passato più di un anno e devo dire che non mi sarei potuta fare un regalo migliore.
Non solo il giardino d’acqua è stupendo e rilassante da ammirare, ma è anche di facile manutenzione.
Io ho scelto di crearlo monospecie, solo con delle ninfee (Nymphaea alba L.) perché è piuttosto piccolo e non volevo esagerare.
Per altro la varietà che ho scelto è davvero resistente e adattissima al territorio, perché autoctona e quasi invasiva: ha una gran voglia di vivere.
Vi racconto un po’ di lei per farvela conoscere, perché si sa poco di queste bellezze con le radici a mollo, e spesso si considerano esotiche, quasi mitologiche ed impossibili da ospitare. Niente di più falso, perché alcune varietà mini possono esser tranquillamente messe in vasi molto piccoli e tenute addirittura indoor.
La ninfea è una pianta che vive di preferenza nelle acque ferme, è perenne, e si propaga con facilità. In realtà è più palustre che acquatica in quanto è una specie che può sopportare facilmente gli abbassamenti temporanei del livello dell’acqua, ed è per questo che, come vi dicevo, la si può coltivare tranquillamente in piccoli spazi poco profondi.
Per avere piante sane occorre adagiare le radici della pianta in un contenitore traforato riempito di terriccio fangoso, che andrà deposto direttamente nella vasca. Poi al resto pensa a tutto lei, la bella ninfea, perché non ha bisogno di gran che per vivere in quanto è una botanica oligotrofica, cioè le piace stare in acque povere o addirittura prive di componenti nutrizionali. Bella e frugale.
Carta d’identità della ninfea
Riconosciuta per la bellezza del suo fiore galleggiante, quasi sempre candido e saltuariamente con sfumature rosee, della ninfea mi piace davvero tutto: le sue foglie fluttuanti a filo d’acqua, piatte e grafiche, con la lamina superiore protetta da uno strato ceroso che le rende impermeabili. Anche i suoi fusti sono affascinanti, perché diversi da quelli delle piante “di terra”. Hanno parti legnose ridotte al minimo e sono carnosi, piuttosto fragili proprio perché non devono sostenere nessun peso: ci pensa l’acqua a fare tutto.
Meglio iniziare l’impianto a primavera, in modo che la pianta possa svilupparsi durante tutta l’estate. Se la volete veder fiorire, deve avere luce solare diretta, ma non eccessiva perché potrebbe farla “bollire”. Io qui le ospito all’ombra di un grande alloro che le tiene al fresco ma ahimè non mi lascia godere di troppe corolle. Mi devo accontentare della vista del suo foliage sano, lussureggiante e davvero particolare.
Giardino d’acqua: non solo ninfea
Ad ognuno la sua acquatica: in Italia sono ancora poche le specie mainstream, ma grazie a vivai specializzati come quello di Christian Piccaluga e Mauro Pizzolato (arboreafarm.com) o di Davide e Valerio La Salvia (waternursery.it) la cultura del ‘verde subacqueo’ si sta diffondendo. Ecco alcune delle loro proposte, con qualche rarità.
- EFFETTO WOW. Ninfea ‘Gregg’s Orange Beauty’, fiore stellato con sfumature bicolor dal giallo tenue all’arancio. La grande bellezza.
- MAXI. Si combattono il podio la ninfea Victoria amazzonica (la più rappresentata nell’iconografia vittoriana, dalle corolle profumatissime che si aprono di notte) con alcuni fiori di loto in grado di raggiungere i 3 metri di altezza e 30cm di diametro.
- MICRO. Ninfea Thermarum, la più piccola al mondo: la si può coltivare anche in un bicchiere. Questa botanica rara è stata salvata dall’estinzione da Carlos Magdalena, il ‘messia delle piante’ (così si intitola il suo libro-biografia edito da Aboca) responsabile della Tropical Nursery dei Royal Botanic Gardens di Kew a Londra. Oppure la pygmaea Alba, nome amen.
- MINIMAL. Cyperus papyrus (papiro egiziano). L’eleganza nella semplicità.
- CARNIVORA. Molte piante carnivore sono acquatiche, tra le nostrane adatte al nostro clima la utricularia, coltivata per la bella fioritura simile alla bocca di leone.
- DA GRANDE FREDDO. Ninfea ‘Siam Purple’, incrocio tra ninfea rustica e tropicale che la rende resistente a temperature fino a -20°C. Alzando il termometro di qualche grado, tutte le varietà di ninfea e loto in commercio.
- DA SOLLEONE. La buona notizia è che tutte queste piante vegetano e fioriscono con temperatura dell’acqua fino a 35°C. Alcune palustri tollerano la mezz’ombra, ma tutte in generale amano il pieno sole.
Pillola verde: effetto ottico
Per chi volesse cimentarsi nella realizzazione di un piccolo giardino liquido che, una volta terminato, risulti essere un po’ troppo minimal, io consiglio di aumentare la sua dimensione aggiungendo piante in vaso attorno alla vasca. Così facendo l’insieme risulterà più ricco e vario senza bisogno di avere un grande pond e di utilizzare troppa acqua che, specie su un terrazzo o in appartamento, può risultare pesante e complicata da movimentare.
Curiosità: naturalmente senza zanzare
L’acqua ferma, si sa, è l’habitat ideale delle zanzare in forma larvale. Per evitare la prolificazione di questi insetti così fastidiosi, in commercio esistono sostanze che, versate a gocce nella vasca, creano una pellicola impenetrabile. Questa soluzione è consigliabile per i contenitori piccoli, dove è difficile intervenire in modo più naturale.
Per vasche più importanti si possono ospitare le gambusie, piccoli pesci argentati ghiotti di larve di zanzara. Ultima soluzione, quella che adotto anche io, perfetta per un pond di piccole-medie dimensioni: armarsi di filtro e pazienza e ripulire l’acqua manualmente due-tre volte la settimana. Questo sistema non solo elimina lo stadio larvale delle zanzare, ma tiene anche pulita l’acqua dalle piccole alghe piuttosto invadenti che si riproducono senza sosta.