Chissà perché il girasole (Helianthus annuus) non mi è mai piaciuto quando abitavo in città. Preferivo corolle più calme, molto meno appariscenti, più moderate. Lo guardavo con gli occhi un po’ snob della redattrice di moda, per intenderci una di quelle che si vestono di nero, griffate ma assolutamente no-logo, o meglio: quel logo che c’è ma non si vede, un controsenso che rassicura e serve solo x riconoscersi tra pari (o dispari).
Ma chissà se nelle redazioni moda dei giornali ci si veste ancora così… Trovavo il girasole troppo pop e poco chic, eccessivo come un vestito iper colorato, come una modella troppo bella, per altro non capendo che la bellezza non è mai troppa.
Ora nel Giardino Felice la mia percezione verso questo fiore è cambiata. Non solo lo coltivo -non ho resistito ad uno scambio di semi, qualche anno fa, quando ne ho trovato una varietà XXL che passa i tre metri- ma ho anche imparato ad amarlo. Amarlo come amo tutte le botaniche, nessuna esclusa, magari a stagioni alterne e in base all’umore o alle necessità.
Con che occhi guardavo la natura prima? Forse erano semplicemente chiusi, oppure infastiditi da tutta quella gioia, positività ed allegria che il girasole sprigiona nel paesaggio estivo. Perché lui piace alle persone felici e questa è una convinzione assoluta, nata dall’osservare chi lo guarda con ammirazione, di solito amici liberi da pregiudizi, mode ed altre oscenità. Occhi puri e aperti che accettano il bello.
Dove lo metto?
I primi anni di convivenza -lo ammetto- sono stati per lo più un esperimento di avvicinamento e conoscenza, non è stato amore a prima vista. Non capivo dove posizionare uno spilungone esagerato, alto, magro e super sgargiante.
In vaso non mi piaceva, rimaneva molto spoglio (ho scoperto poi varietà nane, perfette per i terrazzi); nelle mie bordure miste spuntava di spanne rispetto alle altre corolle facendole per altro sparire con la sua presenza imponente. Anche nei bouquet non mi convinceva, perché rubava la scena a tutti gli altri fiori.
Poi, finalmente, ho trovato il suo luogo, e da lì non si muove più, perché lo trovo bellissimo: lo uso per delimitare l’orto-giardino, come recinzione naturale attira api o altri insetti pronubi, che ne sono ghiottissimi.
Mentre in vaso -dopo tante prove- la composizione vincente è con il plumbago, col quale condivide la stagione di fioritura: sono agli opposti e si compensano, esaltandosi a vicenda (il plumbago è molto fitto e globoso, con fiori piccini e blu che riempiono gli spazi vuoti lasciati dal grosso girasole). Questo mix mi fa fare una gran bella figura durante le cene estive: tutto sembra più naturale, sano, bello e buono.
Di sola luce
Coltivare il girasole è davvero facile, il suo grosso seme germina con facilità a primavera. Lo metto prima in semenzaio, per poi trasferirlo a dimora quando le piante raggiungono una spanna. Nel mio orto selvatico e disordinato i germogli non si vedrebbero e correrei il rischio di estirparli come fossero delle infestanti. In effetti non tolgo quasi mai le cosiddette “erbacce” che crescono tra le orticole, perché rendono l’habitat più vario, sano, ricco e biodiverso, ma quella volta che mi capita, proprio perché non ho l’abitudine, estirpo quello che non devo.
Il girasole è davvero molto parco nonostante il suo look eccessivo: poca acqua, nessun concime se a dimora in un terreno ricco e fertile, poi non si ammala. Ricordatevi però di ospitarlo in pieno sole, perché questo non gli basta mai.
La sua fioritura prosegue per settimane, durante le quali sulla grande corolla si formano pian piano i semi scuri che piacciono tantissimo agli uccelli (e molto pure a me). È bellissimo vederli far colazione in volo beccandoli direttamente sul fiore.
Pillola verde: fiore con tutore
Se volete coltivare girasoli di varietà molto alte, al momento della semina o trapianto a terra pensate di predisporre dei tutori, perché il sottile stelo spesso non regge il peso della corolla in maturazione e la pianta si accascia a terra. Io uso gli stessi pali di bambù che mi servono nell’orto per pomodori, cetrioli e altre rampicanti.
Curiosità: notte verso est
Che la corolla del girasole, nomen-omen, gira con il sole da est a ovest durante tutto l’arco della giornata è cosa nota. Ma forse non tutti sanno che, di notte, prosegue la sua rotazione da ovest verso est, per farsi trovare già pronto in posizione all’alba successiva e non perdere nemmeno un raggio di luce. Questo fenomeno, comune anche a ranuncolo e anemone, è conosciuto come eliotropismo.