Glicine, una fioritura che incanta
Chi non conosce il Glicine? Chi non ha almeno un ricordo di un pergolato ricoperto da questo vigoroso rampicante che in primavera dà il meglio di sé con la sua fioritura copiosa, profumata, scenografica, toccante? Per me il Glicine (Wisteria) è la pianta della memoria collettiva. Quella che tutti sanno riconoscere, si fermano a guardare e identificano come simbolo di rinascita della primavera. E pensare che questo rampicante dall’origine lontana (Asia) arriva per la prima volta in Europa dalla Cina solo nel 1816, e ciò nonostante è diventato parte integrante del nostro paesaggio, forse perché davvero accomodante che vive bene un po’ ovunque.
Lo vedo rigoglioso nel mio Giardino Felice con estati caldissime, aride e inverni miti, ma anche laddove nei mesi più freddi il termometro scende parecchio sotto allo zero. Inoltre non ha bisogno di molte attenzioni, di cure, di coccole. Se lo si lascia esprimere liberamente, il Glicine si espande per decine di metri senza fatica (il più esteso al mondo ha 130 anni, vive a Sierra Madre, in California, e ricopre una superficie di circa 4000 metri quadri. Si, quattro-mila, non è un errore di battitura…).
I miei glicini del cuore
Ma l’esemplare che più mi commuove abita qui vicino a me, tra le terrazze ora inselvatichite di un ex uliveto.
Probabilmente nato da seme qualche decina di anni fa, ha colonizzato gran parte della collina arrampicandosi su altri alberi e la sua spettacolare fioritura si vede da molto lontano. Adesso mentre scrivo lo osservo: sembra una macchia lilla posatasi nel cuore del Tigullio.
Conservo però almeno un ricordo legato al Glicine per ogni luogo dove ho vissuto. Il vecchio albero potato maniacalmente dai vicini di casa dei miei genitori, dove sono cresciuta. O quel coraggioso milanese che tuttora vive nel mio “ex” quartiere. Lui, nonostante cemento e smog, si arrampica sui sei piani di una palazzo anni ’40 che non sarebbe così charming senza questa presenza vegetale. E a giudicare dalle foto che spopolano da settimane sugli account green dei social, non è neppure il solo a preferire le metropoli, facendo suo il proverbio “di necessità, virtù”.
Glicine: per molti ma non per tutti
Bello, robusto, rapido nella crescita, adatto a quasi tutti gli ambienti, anche il Glicine e’ una delle piante che mi piace raccontare perché “dove lo metti sta”: a terra o anche in vaso, si adatta a tutte le sfumature di verde (dei vostri pollici).
Ma come tutti gli esseri viventi, anche lui un paio di difetti (più o meno veniali) ce li ha:
- Cresce così rapidamente che occorre avere un grande spazio, oppure una gran voglia di potare (almeno due volte l’anno).
- Le sue radici si sviluppano con lo stesso vigore della chioma, diventando anche un po’ aggressive nel sottosuolo.
- Essendo caducifolio, in autunno si spoglia, dando un bel da fare a chi ama l’ordine perché le sue foglie pennate, composte a loro volta da 7 a 13 foglioline, non finiscono davvero mai di cadere.
Termino aggiungendo un’ultima cosa, sui suoi semi: sono di facile attecchimento e pure molto carini, di un color cioccolato fondente. Io ora li uso per fare collanine, perché di piante ne ho già seminate molte, ed altrettante ci hanno pensato da sole!
Curiosità 1: bontà o veleno nel piatto?
Occorre sempre prudenza (e conoscenza delle piante) prima di mettere vegetali atipici nel piatto, perché sebbene alcune botaniche sono all-you-can-eat, altre invece hanno parti eduli e parti non commestibili o addirittura velenose.
Tra queste ultime il Glicine: i suoi fiorellini si possono mangiare (le nonne ci facevano frittelle), ma con moderazione perché contengono saponine. Quindi meglio non rischiare ed usarli solo per decorare le pietanze. Peggio invece semi e radici (ma anche in maniera più leggera foglie e rami): sono velenosi sia per noi che per i nostri animali domestici.
Curiosità 2: ma come sale?
A seconda della varietà, la pianta di Glicine si attorciglia al supporto con rotazione specifica, in senso orario o antiorario. Infatti tutti i rampicanti originari dell’emisfero australe si avvolgono in senso orario, mentre quelli dell’emisfero boreale in senso antiorario, proprio come l’acqua che scende nel lavandino: questo fenomeno naturale è causato dalla rotazione terrestre.
Pillola verde: più forte del ferro
Il Glicine, crescendo, tende ad avvinghiarsi ad ogni superficie, riuscendo anche ad inglobarla e a volte persino a piegare il ferro di recinzioni e pergolati. Ma il problema più grande è sottoterra, dove le sue potenti radici raggiungono dimensioni notevoli in poco tempo: non piantatelo mai vicino ai muri di casa, o ancor peggio, laddove passino dei tubi sotterranei. Inoltre il suo vigore a lungo andare può anche spaccare vasi di terracotta.