Sono passati dieci anni da quando ho messo piede -per sbaglio e per la prima volta- qui al Giardino Felice, e da allora non ho mai smesso un attimo di sognare, anche quando l’erba correva più veloce di me e le passiflore, in primavera come in autunno, legavano i miei passi facendomi inciampare, anche metaforicamente, sui terrazzamenti vista mare.

La terrazza delle tropicali

Dettaglio dell’albero di guava rossa

Alcuni di quei sogni sono ancora in divenire, ma molti altri sono diventati fertili realtà. Tra i tanti bei progetti andati a buon fine c’è la terrazza delle tropicali. Di lei vi ho già parlato in occasione di avocado e pepe di Sichuan, ma mi piace ricordarla perché è un bell’esempio di mini-micro-clima in un luogo già speciale di suo come il Tigullio, dove ad ogni curva cambia o quasi il paesaggio.

Questa piccola zona terrazzata è l’unica nel mio giardino ad esser riparata dai venti del mare (e leggermente ombreggiata) grazie ad alti allori a filare, ma anche da quelli del monte, protetta com’é dal muretto a secco centenario che ancora ce la fa. Qui l’aria è più “ferma”, e l’erba non secca nemmeno ad agosto. E se bisogna osservare il luogo di origine per aver successo facile con le piante… questo è sicuramente ciò che più si avvicina ai tropici sull’intera proprietà.

Dettaglio dei rami carichi di frutti in maturazione, ai primi di settembre.

Tra le tante bellezze esotiche che vi hanno trovato casa negli anni (da poco anche litchi, mango e feijoa), quella che quest’anno mi ha dato più soddisfazione è senza dubbio la guava rossa (Psidium gujava L.). Vogliano scusarmi le sue inquiline, ma ora vi spiego meglio il perché.

Guava: un albero mite e generoso

La mia pianta produce bacche molto più piccole rispetto a quelle in commercio. Guardatele in proporzione con melanzane e limoni.

Per guava si intende sia il frutto, una bacca di varie dimensioni, forme e colori che può raggiungere anche i 10 centimetri di diametro ma che qui da me non supera i 4, che la pianta, un piccolo albero sempreverde, molto ornamentale e dalla forma naturalmente globosa. È originaria del Centro America, ma oggi viene coltivata per scopi commerciali anche in Spagna e in Grecia.

Nonostante la sua terra natale sia calda e assolata, la guava si è adattata a vivere felice in tutta l’Europa meridionale. Le piante adulte riescono infatti a sopportare piccole e veloci gelate (si parla di qualche grado sottozero, non di più) se messe a dimora in piena terra, mentre le giovani nate necessitano di protezione durante i primi inverni. Proprio come i cuccioli di molte specie, le piante non sono differenti.

Ecco la pianta, ancora piccina e di portamento globoso.

Qui nel Giardino Felice ci ha messo anni a fruttificare per bene, se non ricordo male almeno 4, ma 6 in totale perché in vivaio acquistai una pianta che aveva già due anni. Proprio ora, in ottobre, ha ricompensato i molti anni di attesa, regalandomi frutti sani e golosi con generosità. Lei però mi è sempre piaciuta, anche quando produceva poco: il suo look morbido e armonico che non necessita di potature per restare “ordinato” si è sempre fatto notare nel gran casino del mio giardino. Anche le foglie, piccole, fitte, coriacee e brillanti, sono degne di nota e la rendono una perfetta ornamentale.

Dettaglio delle foglie coriacee e sempreverdi.

Questo per altro è il periodo durante il quale si fa ancor più notare, non per la bellezza della fioritura ma per i frutti rossi, come decorazioni natalizie arrivate prima, che danno bella mostra di sé fluttuando in un mare verde smeraldo.

Vademecum per neofiti tropicali

Guava rossa e caco mela. Il periodo di maturazione più o meno coincide.

Bella, buona e facile: anche su quest’ultimo punto non c’è dubbio, vediamo come e perché. Vi ho già detto che non serve potarla e nemmeno raccogliere le foglie da smaltire in autunno (lo dico per chi ha un terrazzo): questo da già un indizio sulla semplice convivenza. Se vivete in climi molto rigidi, trattatela come fosse un agrume: va protetta in inverno addossandola ad un muro esposto a sud, meglio con un cappottino di tessuto-non-tessuto. Ideale anche la serra fredda (solaio, sottoscala, seminterrato…). Lei vi sarà grata di questo trattamento vip in vaso, perché anche lì riesce a vivere bene essendo “piccolina”.

Bacche di guava rossa in maturazione.

Preferisce posizioni soleggiate ma si adatta anche alla mezz’ombra. Non richiede una enorme umidità ambientale come molte altre tropicali, ma le piace esser irrigata nella stagione più calda, specie se ospitata in contenitore. Detesta però, e su questo è davvero tranchant, i ristagni idrici, quindi bagnatela solo quando e se serve (controllando la terra in superficie, che deve esser secca). Non usate mai un sottovaso, affinché lei si possa regolare anche in autonomia, scongiurando i marciumi radicali, l’unico vero temutissimo nemico.

La “sua” terra deve esser ricca e leggermente concimata in primavera, e occorre ricordarsi di rinvasare aggiungendone di nuova e fertile ogni 2 o 3 anni. Questo in effetti andrebbe fatto per tutte le piante in vaso ma niente paura, non serve sostituire tutto il panetto di terriccio, basta levare quello perimetrale per aggiungerne il più possibile.

Pillola verde: frutti in vaso

Raccolta delle bacche, di solito ad inizio ottobre.

Parente del nostrano mirto che più che un albero ha la fisionomia di un grosso cespuglio, anche la guava non raggiunge altezze molto elevate: in piena terra può arrivare a circa 5 metri, ma solo nelle condizioni ideali. Se coltivata in vaso, raggiunge massimo i due metri ma nonostante il suo aspetto contenuto, anche la pianta in contenitore può fruttificare, pure copiosamente. Questa è una caratteristica rara tra tutte le tropicali.

Curiosità sulla guava: confettura facile

Raccolto del giorno. Le prime guava e gli ultimi pomodoro ciliegino.

Grazie all’alto livello di pectina presente nelle bacche di guava, il frutto è ideale per esser trasformato in confettura senza l’aggiunta di nessun addensante. Non si trovano molte informazioni a riguardo, ma vi consiglio (avendola appena preparata) di separare ancor prima della cottura la polpa dai semi. Sotto ai denti sono piuttosto fastidiosi. Fatelo con l’aiuto di un passa-pomodoro. Infine regolatevi a piacere con la dolcezza, sapendo però che nonostante la spiccata acidità del frutto fresco, la bollitura ne esalta il suo côté amabile. Io ho messo circa il 40% di zucchero calcolato sul peso della polpa già passata.

Ps: il frutto è anche ricchissimo di vitamina C, perfetto quindi in questa stagione se mangiato fresco.

Confettura di Guava, e non solo

Frutti appena raccolti

Con le bacche ho preparato una confettura molto speciale. Essendo ricche di pectina, solidifica piuttosto velocemente.

Con le bacche ho fatto anche il gelato, perfetto per chi ama un sapore leggermente aspro.

Sorbetto di guava rossa, succo di limone e menta.