Confesso che anche io sono arrivata tardi – e molto lentamente – ad apprezzare la bellezza di questa botanica che invece nel piatto mi piace da sempre.

La bellezza del frutto, per forma e colore.

Adesso che la coltivo da qualche anno, potrei definire la relazione che ho con lei un “amore adulto”. Mi approprio di una frase di Stefano Mancuso detta durante quella prima volta che lo intervistai per Repubblica. La cosa che più di tutte mi colpì del suo lungo e generoso racconto fu questo modo tutto personale di definire il suo rapporto con le piante, e in particolare con i due Ginko biloba che abitavano a Firenze proprio accanto a casa sua. Amore adulto. Un concetto che non ho mai più abbandonato ed uso spesso quando provo a definire non solo il mio cambio vita, ma anche alcune botaniche delle quali mi sono appassionata dopo, con calma. Proprio come Mancuso e i due ginko.

Melanzana, un amore adulto

Ritratto di famiglia con la prima melanzana dell’anno.

La melanzana (Solanum melongena) arrivò nel Giardino Felice quando già ero diventata contadina a tutti gli effetti. Per qualche anno ancora venne ospitata solo nell’orto, che all’epoca non era diffuso come lo è oggi (ma soprattutto non era nemmeno così libero e carino) . Ci volle tempo e spirito di osservazione per accorgermi del potenziale estetico di questa solanacea(*) estiva che ora dà bella mostra di sé accanto all’ibisco giallo uovo, per un contrasto colore mozzafiato.

Dettaglio del fiore di melanzana

(*) Le solanacee sono una grande famiglia botanica che comprende anche patate e pomodori. Per altro proprio questi ultimi arrivarono dall’America come piante ornamentali, non eduli, ed il nome pomo-d’oro descrive come venissero considerate belle adornate dai grossi frutti scenografici prima di accorgersi che erano anche buoni.

Fiori rosa confetto

L’eleganza della pianta con il piccolo frutto pronto ad esser raccolto.

Adesso che la conosco e la ospito da anni, seminandola in serra fredda ad inizio primavera per avere le piante pronte al trapianto verso fine maggio, posso raccontarvi quello che spesso non vi dicono di lei. In primis, che è estremamente bella. E non parlo solo del frutto e di come si fa notare mentre matura, con la sua buccia lucidissima e viola intenso. Ma anche del fiore attraente, quasi sempre rosa confetto con una grande quantità di polline giallo sole e petali carnosi dal look un po’ stropicciato che richiamano quelli dei papaveri nel momento di socchiudersi.

Pianta in fioritura.

Infine la pianta stessa, dal portamento dritto, elegante, con foglie importanti, ovali e dai margini ondulati. Fa bella figura (e la fa fare a me) per tutta l’estate sia in bordure miste che in grandi vasi monospecie dove magari starà un po’ stretta, ma irrigata a dovere vivrà comunque felice.

Piccoli frutti di melanzana genovese.

Quando parlo di questa botanica parlo necessariamente di bella stagione, perché la melanzana arriva da climi caldi, subtropicali (la sua zona di origine è l’India), e non riuscirebbe a vivere né a fruttificare quando fa freddo.

Io coltivo le piccole genovesi, una varietà dal colore viola intenso e frutti piccini.

Dà il meglio di sé proprio ora, con le piante arrivate a circa due spanne da terra, cariche di mini frutti viola (io coltivo la varietà “piccola di Genova”, che meglio si adatta al clima arido e caldo del Tigullio) e ancora di qualche fiore.

Melanzana, cene d’estate

Ora che vi ho raccontato il bello, posso passare anche al buono, sapendo che tutti mi capiranno più facilmente. Della pianta l’unica parte edule è il frutto, raccolto giusto prima della maturazione completa per avere più polpa e meno semi, anch’essi commestibili ma meno piacevoli in bocca. Io ne lascio maturare completamente solo un paio, per ricavarne le sementi per le future generazioni.

Dettaglio del frutto di melanzana.

Coltivarla è piuttosto semplice. Basta darle terreno ricco e fertile, una costante irrigazione e una posizione che garantisca tante ore di pieno sole, affinché si possa esprimere al meglio con una abbondante fioritura. Ha bisogno anche di molto caldo: è una vera amante dell’estate e ricordatevi che sotto i 12/14 gradi si infastidisce, bloccando la sua crescita.

Infine non ama il troppo vento, il fusto potrebbe spezzarsi visto il peso dei suoi frutti. Ricordatevi quindi di posizionarla in un luogo protetto. Non ama nemmeno l’umidità eccessiva che potrebbe portare malattie fungine intaccando la bellezza del foliage e la salute dell’intera pianta.

Pillola verde: chiamatela col suo nome

I petali del fiore sembrano sempre un po’ stropicciati.

Bacca. Lei, la parte edule della pianta, è una bella bacca in formato XXL.

Infatti le melanzane sono dei frutti e non delle verdure come spesso si pensa, perché si sviluppano dal fiore e contengono semi. Le verdure invece sono le altre parti eduli di una pianta (radici, foglie, steli) prive di sementi.

Curiosità: la pianta delle uova

Melanzane della varietà piccola genovese.

In inglese-americano la melanzana viene chiamata eggplant (pianta delle uova). Questo nome apparentemente bizzarro fu originariamente attribuito alle varietà bianche, che in effetti assomigliano molto a uova di gallina “appese” sulla pianta.