Da quando conosco la pervinca, l’ho sempre chiamata con nome e cognome, Vinca major: così sono abituata a commentare le piante coi miei amici nerd della botanica o peggio ancora sui forum di giardinaggio, dove se scrivi il nome comune di una pianta sei immediatamente declassato e devi rifare la gavetta per poter dire la tua ed esser ascoltato.

Poi, molto dopo, mi sono accorta che quella pianta di cui parlavo – chiedendo informazioni per capire che carattere avesse – era niente meno che la pervinca amata dalla nonna proprio per il suo colore. O meglio: mia nonna amava il color pervinca, diceva esser il migliore per colorare i petali dei fiori nei suoi infiniti e meravigliosi ricami. Lo amava proprio per quel suo tocco di grigio sobrio che, a detta sua, era elegante e non stancava mai.

Né celeste né violetto, e con un tocco di grigio

la pervinca vive bene anche in vaso ed è quindi adatta ad un potted garden anche su terrazzo.

Allora ero bambina ed in effetti in quegli anni -i settanta- il pervinca piaceva moltissimo e veniva usato per indicare una sfumatura tra il celeste e il violetto, ma molto più pacata. Erano pervinca gli ombretti di mia madre, i fili da ricamo della nonna e i maglioncini in angora nelle vetrine di città. Sempre in quegli anni mi ricordo che i giardini meno pettinati del lago di Como erano pieni di questa pianta semplice e bella dalle corolle color del cielo (del cielo di lago, visto che il tocco di grigio lì non manca quasi mai).

Pervinca, la botanica che non si ferma mai

Se dovessi trovarle un aggettivo, alla pervinca darei “generosa”: si adatta piuttosto bene ovunque, fiorisce a più riprese e soprattutto non si stanca mai di crescere ed esplorare il territorio che la circonda, creando vere e proprie colonie monospecie laddove trova le giuste condizioni. La pervinca è una pianta perenne, sempreverde, tappezzante del suolo. È a suo agio sia a terra, dove ce la si può quasi dimenticare, che in vaso con qualche accortezza in più: ama esser bagnata piuttosto spesso, soprattutto in primavera quando è in piena fioritura. Proprio in un vaso rialzato o ricadente su un balcone dà il meglio di sé, perché le sue lunghe fronde clorofilliche e lussureggianti si allungano alla velocità della luce.

Perfetta in zone di ombra luminosa, qui aggiunge texture e luce ai farfugium.

Resiste bene al freddo e pure alle estati torride, ma in quest’ultimo caso meglio posizionarla in una zona di ombra luminosa dove riuscirà lo stesso a fiorire e ne gioverà in vigore. Si propaga facilmente sia per talea (in acqua ma anche direttamente nel terreno) che per propaggine (vi ricordate cos’è? In caso negativo rinfrescatevi la memoria qui). Anzi, se la si pianta in un terreno fresco e ricco, lei fa tutto da sola e i suoi rami sarmentosi creeranno nuove radici e di conseguenza nuove piante.

Pillola verde

Pianta coltivata in vaso da talea dello scorso autunno.

Il vaso, occorre sempre ricordarlo, è un ambiente artificiale per le piante. Non per questo non saranno felici come in un giardino, basta solo avere qualche piccola accortezza in più che a volte gioca anche a nostro favore. Se deciderete per esempio di ospitare così la pervinca, le potrete dare l’habitat migliore in ogni stagione: in una posizione fresca e a mezz’ombra d’estate, per poi spostarla in inverno in un luogo soleggiato.

Curiosità: auto… e fiori

Fiori color del cielo e foglie variegate.

Anche se ora sta tornando di moda grazie allo stile “granny” ispirato all’estetica hippy del secolo scorso, il vero momento d’oro di pervinca (fiore e colore) fu quello degli anni ’70. In quel periodo persino la Alfa Romeo creò una tonalità ad hoc per alcuni dei suoi modelli, chiamandolo appunto “blu pervinca”.