Aveva già un nome, ma da me è nato per caso

L’idea è di 10 anni fa, quando misi radici in quello che ora è il mio Giardino Felice ma che a quei tempi era una giungla mediterranea frutto di un lungo abbandono di chi la abitava prima di me. Ogni volta che il venerdì sera arrivavo qui da Milano, portavo con me qualche pianta da casa. Era estate e avevo deciso di non abbandonarne nessuna da sola in città: l’aria di mare avrebbe fatto bene a tutti.

Micro giardino in vaso sul davanzale di casa. Con le succulente è facilissimo creare un potted garden in formato extra small

Allora – come continuo a fare adesso – già raccattavo anche quelle di parenti ed amici che me le donavano perché da loro non ci stavano più, e poi anche qualcuna dalla redazione che arrivava in regalo a colleghi meno verdi che per fortuna mia avrebbero preferito altro. Fatto sta che la prima estate mi ritrovai con tante piante, di grandezze e specie differenti, tutte in vasi – belli e brutti – molto diversi tra loro per stile. Un vero melting pot vegetale.

Non potendole piantare a terra perché sarebbero state inglobate dalla giungla (ancora non sapevo usare il decespugliatore e c’erano altre urgenze, diciamo “di base” come comperare un letto, montare la cucina e un gazebo per il caldo) decisi di accumulare tutto quel ben-di-Dio vegetale accanto ai muri di casa, l’unico posto vagamente in ordine, provando ad usare il lavoro che allora facevo, lo styling per i servizi di moda, con le piante.

Provai ad immaginarle come fossero degli abiti molto differenti da armonizzare in un unico set. La cosa mi piacque e funzionò. Funzionò così bene che ancora oggi quella zona di giardino è tutta composta da vasi (che col tempo sono decisamente aumentati). Appassionandomi sempre di più al mondo vegetale, alcuni anni dopo scoprii che quel bel modo di fare giardinaggio che ti permette di cambiare look in ogni stagione solo con qualche piccolo aggiustamento, ha un nome: potted garden. Non lo avevo inventato io.

Potted garden: cos’è e come si fa

Nove nel giardino in vaso della sala da pranzo di Milano. Tanti piccoli vasi di coccio, alcuni dipinti da me con dei colori acrilici.

Sarà perché agli inglesi piace sempre trovare un nome corto e semplice per tutto – cool direbbero loro- che lo si chiama così anche in Italia, terra dove varietà e bellezza linguistica di certo non mancano. Il giardino in vaso è uno “stile” di ospitare piante e fiori che si adatta a molteplici necessità: esterno (giardino, terrazzo, balcone ma anche davanzale) o interno (per valorizzare luoghi bui e difficili, per avere a portata di mano gli aromi in cucina, ognuno dei quali ha esigenze specifiche, per abbellire coi vicini un ballatoio condiviso…).

È un modo semplicissimo per ricreare un piccolo paesaggio dei desideri, specie se si è alle prime armi e non si sanno ancora calcolare bene dimensioni e necessità delle piante: dando ad ognuna un proprio contenitore, le si possono spostare all’infinito in base alla loro crescita, alle fioriture, ma anche agli umori, al gusto che cambia, al bisogno improvviso di un po’ di spazio in più o in meno, perché si può togliere ma anche aggiungere. Immaginatelo come un gioco Lego: con gli stessi mattoncini (le piante in vaso) ognuno può creare qualcosa di unico e personale semplicemente variando colori e composizione.

Nove ama e ispeziona il potted garden, cercando lucertole e topolini che non cattura mai.

Non è bellissimo? Il potted garden, grazie alla scelta botanica ma anche a quella dei vasi, permette anche veloci restyling di spazi che hanno bisogno di un cambio di stile. Si può giocare su forme, texture, colori… e il vantaggio maggiore è che ogni pianta avrà il suo micro-luogo: un ambiente idoneo alla sua crescita che prevederà terriccio specifico, trattamenti ad hoc, irrigazioni che rispettino le esigenze idriche della singola specie. Ripeto: non è bellissimo? Così facendo, ognuno si può sbizzarrire sperimentando a modo suo.

Aggiungo però qualche consiglio per la salute delle piante, che in vaso spesso partono svantaggiate perché sono dipendenti da noi per ogni loro esigenza.

Materiale

Meglio usarne di naturali, il coccio su tutti che è anche traspirante. La plastica è invece il peggior nemico, non solo per l’ambiente ma anche per le radici delle piante che faticano a respirare e spesso si surriscaldano se esposte al sole diretto.

Coprivaso per il potted garden

Coprivasi intrecciati e fatti da me aiutano a uniformare l’insieme delle botaniche.

In casa spesso si usano, ma c’è il rischio di non controllare bene la somministrazione di acqua e creare pericolosi marciumi radicali. Vi consiglio di mettere dei sassi o degli spessori tra vaso e coprivaso, in modo da permettere l’areazione.

Sottovaso

Come sopra, con l’aggravante, in estate, del prolificare di zanzare che vanno a depositare le uova proprio lì.

Areazione

Emog, il compagno di avventure che ora non c’è più, posa fiero davanti al potted garden all’ingresso di casa.

Mai ammassare, sovrapporre troppo le botaniche, specie in ambienti umidi o poco ventilati. Così facendo le malattie prolificano e si trasmettono più facilmente da pianta a pianta (immaginatevi un asilo a febbraio per capire che succede…).

Esigenze culturali

Sebbene ognuna a proprio agio nel suo “monolocale”, non trascurate le esigenze di ogni botanica rispetto all’ambiente esterno al vaso in cui la ospiterete. Piante da ombra, all’ombra; da interno, in interno; da esterno, in esterno. E quelle da pieno sole? Al sole! (O almeno in un luogo molto luminoso).

Pillola verde: orto/giardino bello e buono

Dettaglio del potted garden con un mix di foglie molto diverse tra loro.

Grazie al potted garden si può ricreare un mini orto, perché i singoli vasi permettono di sostituire più facilmente le verdure che verranno raccolte per il consumo. Oltre alle aromatiche, che possono fare da “sfondo” perché sono quasi tutte perenni, si possono inserire piante di rapida crescita, come le lattughe, e di bell’aspetto, come finocchi, cipolle e broccoli. Il segreto per avere un orto-giardino in fiore?

Basta lasciar andare a seme alcune piante, non raccogliendole prima per esser mangiate. La cipolla per esempio ha una fioritura spettacolare, simile all’allium, mentre il finocchio crea una infiorescenza ad ombrello gialla, deliziosa e fragrante in ogni bouquet.

Curiosità: potted garden, un giardino in movimento

Mini potted garden indoor. Mettendo foto di fiori si amplifica l’effetto e la profondità.

Un suggerimento per cambiare tutto senza cambiare niente? Aggiungete qualche bulbo (o semi di fiori annuali, a primavera) nei vasi delle perenni. Così facendo il vostro potted garden risulterà sempre in movimento e non vi stancherà mai.