Se fossi una “giardiniera pettinata”, forse mi sarei persa gran parte delle bellezze che il mio Giardino Felice mi offre, specie fuori stagione (o meglio, nella stagione che agli occhi dei più è quella sfavorevole). I giardinieri pettinati infatti, almeno quelli che conosco io, trasformano l’autunno -che da me è colore, gioia e scompiglio- in un periodo piuttosto scialbo.
Raccolgono le foglie che cadono dagli alberi, privando i prati di una gamma stupenda di toni che dal giallo arrivano al rosso; riordinano in preparazione del grande freddo e potano. O meglio: puliscono le piante in post fioritura, e aggiustano i nuovi cacci sfuggiti alle cesoie del taglio estivo, quello che in gergo si chiama potatura verde. Così facendo, in questa rincorsa all’ordine che di naturale ha ben poco, si perdono il bello che Madre Natura offre proprio ora.
Rosa in autunno e inverno, il bello di non potare
Vi faccio un esempio su tutti (ognuno di voi poi si accorgerà di altre piccole meraviglie di stagione): la rosa, il fiore dei fiori, la pianta simbolo di maggio…quant’è bella in autunno? Sempre che non sia stata potata, chiaro.
Perché i fiori di maggio si trasformano in frutti d’inverno, e proprio ora iniziano ad arrossire, addobbando la pianta di fitte sfere rosse che sembrano color del fuoco incorniciate dal foliage ancora clorofillico, e poi nude, in compagnia delle sole spine, verso Natale. Queste bacche, per altro eduli, si chiamano cinorrodi e sono l’orgoglio del mio piccolo roseto quando arriva il freddo.
Essendo frutti (termine non esatto, poi vi spiego meglio), tutte le specie di rosa li producono in autunno, ma ognuna in modo diverso. Quindi ci saranno cinorrodi più o meno spettacolari in base alla pianta che si ospita o ospiterà.
Il più conosciuto e pop é sicuramente quello della rosa canina: piccolo, allungato, lucido e rossissimo, quasi come un pomodoro perino, per altro usatissimo in erboristeria e nelle cucine “campagnole e selvatiche” un po’ come la mia, dove il tempo in inverno passa lento. Perché di tempo ce ne vuole eccome per preparare i cinorrodi. Oltre alla canina, vi assicuro che ci sono moltissime altre specie con fruttificazione degna di nota.
La rosa in autunno nel giardino felice
Io ospito quelli grossi, tondi e arancioni della banksiae lutea, la rampicante giallo canarino famosa anche per non avere spine e un buon profumo di talco, e anche quelli molto simili e ancora più copiosi della Barock, un’altra rampicante dalla fioritura particolare, con corolle cangianti e dal profumo leggermente agrumato.
Per maggiori info sulla coltivazione della rosa, leggete qui. Ne avevamo già parlato lo scorso anno in primavera, ma in effetti se deciderete di ospitarne una, occorre piantumarla ora nei climi miti, per renderla già quasi autosufficiente la prossima estate, mentre è preferibile attendere la fine dell’inverno laddove il termometro scende sottozero, onde evitare gelate.
Piccolo glossario botanico della rosa
Frutti, semi o addirittura falsi frutti: districarsi nel linguaggio botanico a volte non è semplice. Nella rosa, per esempio, ciò che comunemente chiamiamo bacca è il frutto, o meglio, il suo “falso frutto”, perché i frutti veri sono quelli contenuti al suo interno, ricoperti da una fitta peluria spesso urticante. Il loro nome botanico è acheni e spesso si confondono con i semi che invece, come in una matriosca vegetale, sono contenuti al loro interno, uno per ogni achenio.
Ultime due definizioni, giusto per avere un mini glossario piuttosto completo, che però non si riferiscono solo alla rosa: pedicello o peduncolo è il termine che definisce lo stelo che sorregge ogni singolo fiore e aculeo, il nome corretto per descrivere quelle che comunemente chiamiamo spine: nella rosa, ma anche nel rovo, non è corretto definirle così.
Pillola verde: bellezza inattesa
L’inverno è la seconda primavera della rosa, un momento di grande bellezza per tutta la pianta, soprattutto in alcune specie. Rosa canina, ma anche rugosa e banksiae (tra le centinaia di possibilità tra cui scegliere) regalano proprio ora cinorrodi grossi, lucidi, dai colori caldi che sembra vogliano decorare il giardino in attesa del natale. Rossi o arancioni una volta completamente maturi, hanno forma sferica o allungata e dimensioni diverse (tra 15 e 25mm) in base alla specie.
Curiosità: frutti eduli
Nonostante sia ospitata in molti giardini solo per la sua indiscutibile bellezza, la rosa è una botanica con alcune parti eduli. Della pianta si possono mangiare i petali e, anche e soprattutto, i cinorrodi.
Non importa a quale specie appartengano, anche se i più usati, specie in fitoterapia, sono quelli della canina. La cosa importantissima da sapere prima di consumarli è che la pianta dalla quale raccogliete sia stata coltivata in maniera del tutto naturale, senza i “veleni” che spesso vengono somministrati a quelle vendute come ornamentali per ottenere maggiori performance estetiche.
Se i petali di rosa si mangiano soprattutto per la loro fragranza aromatica, i cinorrodi sono anche una ottima fonte di vitamina C (dallo 0,3% all’1,7%, circa 10 volte di più di un arancio) e, superata la noia iniziale per la preparazione della bacca (occorre svuotarla dagli acheni ma soprattutto dalla peluria urticante, e il lavoro è lungo e piuttosto noioso), si può poi preparare una marmellata aromatica dal colore caldo e invitante o semplicemente una tisana, perfetta in inverno perché di supporto al sistema immunitario e utile in caso di affaticamento fisico e mentale.
In un fiore (o nel suo frutto) c’è sempre tutto ciò che serve.