Chi non conosce il Rosmarino?
Conosco il rosmarino (Salvia rosmarinus, sì, in botanica si chiama proprio così, giusto per confonderci un po’ le idee) da sempre, ma a chi non è famigliare? Chi non ha almeno un ricordo legato al suo profumo, alla sua silhouette inconfondibile, all’uso in cucina? E’ una pianta talmente facile da ospitare che la si vede un po’ ovunque. Era nell’orto di mia nonna, in una posizione un po’ sfortunata, come spesso succedeva alle aromatiche nei vecchi giardini. Vive da oltre 20 anni felice anche dai miei, nonostante il loro pollice plumbeo e le potature-killer di mio padre; la incrociavo spesso -spontanea- pure sulle varie isole del Mediterraneo dove la vita è bella, ma molto dura e selvaggia, specie se sei nato pianta: aridità, sale, sole e vento rendono la terra ostile ai più. Ma non al rosmarino, che proprio in quei luoghi difficili dà il meglio di sé.
Così, un po’ ad istinto e un po’ perché, oltre ai mille altri pregi, è pure una pianta molto economica da acquistare, fu la prima “straniera” ad entrare nel mio Giardino Felice. Dico straniera perché qui ce la portai io, anche se in effetti il rosmarino è originario proprio del Mediterraneo. Della sua macchia, dei terreni impossibili che lambiscono il litorale. Appartiene a questa terra che è un po’ mia, un po’ sua, un po’ di decine di altre specie di esseri viventi, poco importa se animali o vegetali.
Da una pianta, l’estate successiva divennero due: stavo già impratichendomi sulla propagazione a talea (sapete come fare? Se non vi ricordate guardate qui) e il rosmarino fu la mia prima cavia. E, forse per non smentire la sua nomea da “highlander”, anche questa volta non mi deluse. La faccio breve, perché su di lei ho tantissimo da raccontare. Ora ospito decine di piante figlie di quella prima che arrivò con me 10 anni fa, che ancora vive qui godendosi il panorama. Decine di piante che proprio in questi giorni sono in fiore, e con la loro bellezza discreta puntinata di petali lilla mi stanno chiedendo “ma quando racconti la nostra storia?”.
Fiori di rosmarino: il lilla inaspettato
Che il rosmarino, come del resto tutte le piante angiosperme, fiorisca è un dato di fatto, ma io prima di ospitarlo qui non ci avevo mai fatto troppo caso. Forse non lo frequentavo nel periodo giusto, forse la fioritura non era altrettanto copiosa. Forse, più semplicemente, i miei occhi non erano così abituati ad osservare il dettaglio, le “piccole cose belle” offerte spontaneamente dalla natura.
In effetti il fiore di questa bella aromatica è davvero minuscolo, ma per rimediare e farsi piacere le sue corolle si schiudono a centinaia, migliaia, fino ad oscurare le altrettanto affascinanti foglie verde-argento che sono meno effimere e quindi il suo punto di forza durante tutto l’anno.
Un’altra info bella sui fiori. Sono eduli e tenerissimi, da crudi si sciolgono letteralmente in bocca sprigionando tutto l’aroma degli olii essenziali contenuti. Io li aggiungo ad insalate, zuppe, risotti, pesce e macedonie (anche sulla carne mi dicono che ci stanno benissimo, ma io non ne mangio, quindi il consiglio è indiretto). Se volete provare armatevi di tanta pazienza, perché sono davvero molto piccoli, quasi impalpabili. Per la raccolta vi do un consiglio: fatela con l’aiuto di pinzette (quelle per le sopracciglia vanno benissimo) in modo da non rovinare le corolle tra le dita.
La giusta tonalità di verde per i pollici neri
Anche se nelle mille sfumature cromatiche del mio giardino (e dei miei amici giardinieri in erba) il nero non esiste, mi rendo conto che per alcuni l’avvicinamento al mondo vegetale non è così intuitivo né fortunato. Se appartenete a quest’ultimo gruppo di amici… vi va di provare ad ospitare il rosmarino? Raramente ho conosciuto un essere vivente altrettanto resiliente, e non lo dico a caso. Se la resilienza è “la capacità degli individui di far fronte allo stress e alle avversità uscendone rafforzati”, il rosmarino potrebbe diventarne il simbolo.
Ama il sole torrido e diretto (le sue foglie non si bruceranno, promesso). Vive bene anche in ambiente salino, resiste ai venti ma soprattutto all’aridità. Non viziatelo mai con annaffiature copiose, così facendo potreste correre il rischio di ucciderlo per troppo amore. Anche per quanto riguarda il terreno, più è povero, sciolto, sabbioso, più lui vivrà sano e felice.
Un accorgimento però va dato: ha bisogno di profondità più che di spazio. Le sue radici fibrose amano scendere a lungo nel terreno, proprio per trovare in totale autosufficienza tutto ciò che occorre alla pianta per sopravvivere. Quindi, se dovrete ospitarlo in vaso, sceglietene uno molto alto piuttosto che largo (che sia di terracotta e mai di plastica ve lo ripeto ancora, e lo farò all’infinito), e mescolate sabbia o pomice al terriccio universale, in modo che risulti ben drenato.
Curiosità: la pianta giusta per i capelli splendenti
Il rosmarino è una pianta aromatica dalle mille proprietà: nella tradizione popolare c’è l’abitudine di masticarne qualche ago prima dei pasti: così facendo si attiva una buona digestione. Altro utilizzo “pop” è l’infuso delle foglie, non solo per tisane naturali ma anche e soprattutto per rendere i capelli lucidi ed il cuoio capelluto sano, combattendo anche la forfora. Io in estate tengo questa lozione a base di acqua in un nebulizzatore in frigorifero e la spruzzo su viso e capelli per rinfrescarmi nelle giornate più torride, di ritorno da orto e giardino.
Pillola verde: per un bouquet elegante e long lasting
Avete mai provato ad osservare e annusare i rami di rosmarino non pensando (per una volta…) all’arrosto o ai barbecue in giardino? Guardateli come fossero piccole sculture minimal, dal colore verde-argento. Fatelo con occhi puri e stomaco pieno e vi accorgerete della loro bellezza raffinata ed understatement. La buona notizia? É che il rosmarino tiene benissimo il vaso da reciso, ed oltre ad abbellire qualsiasi tavola la profumerà anche con il suo aroma così preciso e rassicurante.