Chi lo ha detto che in inverno il giardino tace e questo tacere fa riposare il buon giardiniere? Sicuramente qualcuno che non ha mai coltivato, perché proprio in questa stagione si sogna il giardino che verrà e, arrivando febbraio con le giornate che iniziano a fare stretching, il sogno della progettazione (quindi delle semine) diventa realtà.
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Proprio ora, specie se si vive in una zona dal clima mite, si possono iniziare a seminare una quantità infinita di fiori che rallegreranno vasi, terrazzi e giardini dalla primavera ai primi freddi. Farlo adesso significa anticipare le fioriture di settimane per poter godere della loro presenza più a lungo.
Per farlo però occorre un ambiente protetto e controllato.
Semine di febbraio: per fare un fiore, ci vuole un seme
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Qui nella serra fredda del mio Giardino Felice ho già in germinazione calendula, girasole rosa, rosso e XXL, mentre vedo le inconfondibili foglie di nasturzio far capolino un po’ ovunque nell’orto-giardino.
Seminerò invece tra una decina di giorni, e con la luna favorevole, zinnia, echinacea, cosmea, nigella e tagete di diverse varietà scambiate lo scorso gennaio al Mandillo dei Semi.
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Amo seminare di tutto, anche per il mio orto parto sempre e solo da sementi naturali e frutto di tramando, ma la vera passione è proprio per questi fiori belli, facili e spesso anche buoni da mangiare, molti dei quali esauriscono il loro ciclo vitale da ora all’autunno, lasciando poi il posto ad altro.
Fiori effimeri, certo, ma che esercitano un grande potere, almeno su di me: la loro bellezza mi calma, mi cura, mi meraviglia ogni anno di più.
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L’atto del seminare è a mio avviso il più potente, non solo in giardino: dare vita presuppone coraggio e costanza ma, al contrario di quello che spesso si pensa, è il gesto più semplice del mondo, forse perché trasuda natura.
Per partire in discesa e non aver brutte sorprese, basta seguire pochi accorgimenti e magari iniziare con le specie che vi ho sopraelencato la cui germinazione è a prova di giardiniere in erba. Altro motivo per scegliere loro? Perché possono essere poi ospitate ovunque in quanto botaniche estremamente adattabili anche in vaso.
Ecco come seminare bellezza e bontà ovunque, perfino su un davanzale di città.
Semine di febbraio: come fare
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Nonostante la bella stagione sia ancora lontana, da fine febbraio si può iniziare a seminare in ambiente protetto per portarsi avanti sulle future fioriture. Ogni seme ha tempi e strategie anche molto diverse per attecchire (passa a Pillola Verde per approfondire), ma per i fiori belli, semplici e a volte buoni di cui vi ho parlato posso provare a generalizzare.
Semine di febbraio: dove
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Basta un semplice davanzale ben illuminato e lontano da fonti dirette di calore con una temperatura costante sui 15/20 gradi. Questo è il miglior ambiente protetto casalingo. In zone miti vanno bene anche serre fredde sul balcone o in giardino, sempre meglio se protette da un muro per i venti freddi da nord. Le sementi devono esser messe a germogliare nei semenzai, che a livello hobbistico possono esser tranquillamente sostituiti da vasetti di riciclo di plastica (tipo quelli dello yogurt, basta forarli sul fondo) o di cartoncino (come l’interno ripiegato dei rotoli della carta igienica) che ha il vantaggio di esser biodegradabile e quindi può esser messo a dimora senza stress radicali per la neonata pianta.
Semine di febbraio: Come
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Un buon terriccio fresco e ricco è il punto di partenza per una germinazione abbondante. Non usare terra esausta di risulta da altri vasi, meglio investire in un prodotto specifico per la semina, specie se si è neofiti. Il seme va adagiato sul terriccio e ricoperto con lo stesso in una quantità che corrisponde circa a 2 o 3 volte il diametro della semenza.
Quindi un seme grosso andrà messo più sottoterra di uno minuscolo, che spesso necessita solo di una spolverata di copertura molto superficiale. Prima di esser interrati, si possono anche mettere a bagno per qualche ora, meglio in acqua piovana a temperatura ambiente. Questo serve ad ammorbidire i semi, specie quelli più grossi. Lo sconsiglio per i minuscoli, diventa poi complicato recuperarli e disporli in modo omogeneo perché vi resteranno appiccicati ai polpastrelli (così facendo ho trovato piante di pomodoro fuori dalla camera da letto).
Successivamente occorre tenere i semenzai in germinazione sempre freschi, utilizzando uno spruzzino o ancor meglio un nebulizzatore qualora il terriccio risultasse secco in superficie (anche più volte al giorno). L’acqua migliore da utilizzare, se davvero si vuol fare i secchioni, è ancora quella piovana.
Quanto
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Ci vuole pazienza, perché alcune botaniche germinano in un paio di giorni (mentre scrivo vedo alzarsi il terriccio nei semenzai fai-da-te dei miei girasole giganti piantati tre giorni fa). Altre invece necessitano di 10 giorni, anche un paio di settimane per mostrare i cotiledoni al mondo: come spesso accade in giardinaggio, l’unica risposta possibile è “dipende”. Dipende soprattutto dalla specie scelta, ma a volte anche dalle condizioni climatiche sfavorevoli o non previste (più o meno luce, più o meno calore).
BONUS: se provare è bene, riprovare è ancora meglio. Soprattutto se alle prime armi, non utilizzate tutti i semi a disposizione in una sola volta ma fatelo a più riprese distanti tra loro un paio di settimane. Se siete giardinieri attenti, anche se neofiti potrete da subito capire il momento migliore per la vostra zona e, soprattutto, se credere alla luna…
Ma quando scade?
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Se si acquistano semi in bustina, su quest’ultima c’è l’obbligo di segnalare una data di scadenza. Questo però è solo un suggerimento dettato da un obbligo di legge.
I semi infatti non scadono mai, anche se col passare del tempo possono perdere di germinabilità: ogni specie, proprio come ogni alimento, ha una deperibilità diversa. Ci sono quindi botaniche i cui semi possono esser utilizzati anche dopo decenni (si sono fatte prove con esemplari di centinaia di anni), altre che invece vale la pena utilizzare al più presto.
Non potendo generalizzare troppo, posso comunque dire senza azzardo che per molte specie di fiori annuali si possono utilizzare sementi anche di 4 o 5 anni ed aspettarsi una buona germinazione, sempre che siano stati conservati al meglio (in un luogo asciutto, fresco, buio).
Pillola verde: a ognuno il suo
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Ogni seme è differente ed ogni singola specie ha bisogno di situazioni ben precise per germinare, a volte diametralmente opposte le une dalle altre.
Ci sono botaniche che necessitano di clima mite, altre di freddo prolungato (per questo per alcuni semi occorre un tempo di permanenza in frigorifero prima di esser messi a terra); ce ne sono alcune che devono stare al buio per innescare il processo, mentre altre vogliono la luce (per loro si usa dire che devono “sentire il suono delle campane”). Esistono piante i cui semi aspettano una grande pioggia per rompere la dormienza ma anche altri che restano inattivi per decenni e poi “si innescano” grazie ad un incendio.
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Acqua, fuoco, caldo, freddo ma anche un aiuto nel danneggiamento della parte esterna del seme: in alcune specie occorre infatti scarnificarlo per aiutare la germinazione, imitando la lesione che in natura è causata da un sasso o dal semplice attrito della terra.
Curiosità: questione di luna
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C’è chi ci crede e chi no, ma tutti i contadini danno sempre e comunque una occhiata alla luna prima di seminare, perché ogni botanica ha la sua giusta “fase”. Per i fiori occorre luna crescente, meglio dal terzo giorno in poi.