Tillandsia: l’eccezione conferma la regola

Nutella, la famiglia di Tillandsie bergeri appese ad Olivia

Si dice proprio così (ho controllato da più fonti prima di scriverlo perché mi sembrava un controsenso, cioè che mancasse un “non”): la Tillandsia è questa eccezione. Infatti in botanica con il termine “radice” si descrive quella parte del vegetale che “solitamente” si sviluppa sottoterra, ambiente nel quale scambia gli elementi nutritivi per il fabbisogno dell’intera pianta. Ma la Tillandsia no, lei è diversa, e lo sono le migliaia di specie -aeree come lei- esistenti sulla terra. Sì, migliaia, perché solo nel genere botanico della Tillandsia se ne contano circa 600, piante cioè che vivono -bene- con le radici…per aria!

Quando ancora mi muovevo sullo stesso pianeta ma in un “mondo parallelo” a quello vegetale, loro, le aeree intendo, mi sembravano sempre un po’ tristi viste qua e là nei vivai o appese tipo vecchio soprammobile a casa di qualche amico. Le vedevo tristi perché, ignoranza mia, pensavo fossero private della terra che da’ vita solo per un nostro capriccio estetico.

Poi, studiando botanica, appassionandomi a tutte le storie più speciali e curiose del regno vegetale ma soprattutto ospitando alcune epifite (ora decine) nel mio Giardino Felice, ho capito e allo stesso tempo ho rivalutato il termine “diverso” con una accezione completamente positiva. Diversità per me è accrescimento, ricchezza e se pariamo poi di bio-diversità… aggiungo che è anche l’insegnamento più grande che ho avuto in dono dalle piante. Mai giudicare senza conoscere. Ma torniamo a lei, alla Tillandsia, e ad alcune sue specie.

Piccole Tillandsie bergeri

Tillandsia: un nome, tante specie

Sono oltre 600 le specie appartenenti al genere botanico della Tillandsia. Tutte piante perenni e sempreverdi che vivono in habitat anche molto diversi tra loro, quasi tutte epifite. Io ne ospito alcune specie che ben si adattano al clima mite del Mediterraneo, e vi voglio parlare di un paio molto popolari in Italia che per esigenze colturali possono benissimo vivere anche dentro casa: la T. bergeri e la T. usneoides, detta anche muschio spagnolo.

Seppure con un look molto diverso tra loro (la prima tende a svilupparsi con forma sferica, la seconda ad allungarsi come una fitta barba argentata), queste due specie hanno più o meno le stesse esigenze: vivono “per aria”, in natura spesso appoggiate ad altre piante che non parassitano ma semplicemente “usano” per un posizionamento migliore. Ma senza le radici affondare nella terra, come fanno? Ecco, si sono adattate a recuperare l’umidità presente nell’aria, e a farsela bastare. Un esempio di riorganizzazione resiliente.

Tillandsie bergeri appese ai rami di un ulivo

Io le ospito in giardino appese con delle corde sui rami degli ulivi, così approfittano dell’umidità offerta dalla sera e non mi occorre fare altro. Spesso le osservo fluttuare nell’aria nelle giornate ventose e dopo i grandi temporali faccio sempre un giro di ricognizione per recuperare qualche “palla” di T. bergeri caduta per il peso o qualche filamento di T. usneoides che, staccatosi dalla pianta madre, si moltiplica in totale autonomia. Ma in città o in climi più rigidi, dove vanno ospitate per forza in casa perché il freddo intenso e prolungato non gli si addice, come si fa?

Tillandsia: poche cure per piante felici

Dettaglio della Tillandsia bergeri in fioritura

Sia che abbiate deciso di appenderla con un cordino o di appoggiarla semplicemente su di una superficie, la vostra Tillandsia vivrà bene con pochi accorgimenti:

  • Garantire una buona umidità dell’aria. Per questo spesso sono consigliate in bagno o in cucina, in linea di massima gli ambienti più umidi della casa. In inverno temono come la peste di esser collocate accanto ai caloriferi. Va bene che gli piace il tepore, ma davvero detestano il secco. Specie in questa stagione regalategli di tanto in tanto un piccolo beauty-treat: vaporizzatele con acqua (possibilmente piovana o senza calcare). In estate invece mettetele di fuori quando piove, perché una bella doccia, oltre che nutrirle, le libera anche dalla polvere accumulatasi sulla superficie (si, sembrano soprammobili ma non lo sono ed è piuttosto difficile spolverarli in altro modo).
  • Posizionarle in un ambiente luminoso ma mai alla luce solare diretta. Ricordatevi che in natura vivono appoggiate su altre piante che le proteggono e filtrano per loro l’eccessiva luminosità.

Infine non vi preoccupate se:

  • Sembrano morte. Loro crescono molto lentamente e non danno eccessivo sfoggio di sé come altre tropicali che magari non guardi per una settimana e te le trovi alte al soffitto. Inoltre il colore di entrambe le specie che vi consiglio é poco “clorofillico” (parlo di un grigio-verde tendente all’argento) ma ciò non significa che non sia sano.
  • Dovete partire per un po’, perché in condizione di luce ed umidità perfette loro -davvero- non hanno proprio bisogno di voi. Se hanno imparato a farcela senza terra, ce la fanno di sicuro e meglio anche senza un padrone.

Pillola verde: da una a dieci senza sbagliare

Tillandsia usneoides detta anche muschio spagnolo

Moltiplicare alcune specie di Tillandsia (parlo per esperienza delle più diffuse e conosciute T. barberi e T. usneoides, il muschio spagnolo) è piuttosto facile, basta solo aver pazienza e farlo con moderazione, perché queste epifite hanno una crescita lenta. Come fare? Occorre prelevare una porzione di pianta (o di “barba” nel caso del muschio spagnolo) e districarlo delicatamente dal resto del suo corpo vegetale: ogni singola porzione è da subito autonoma e va curata come la pianta madre.

Curiosità: benvenuto a casa

Tillandsia bergeri di varie dimensioni in fiore

Qui in Liguria, o almeno nel “mio” Tigullio, è tradizione regalare una Tillandsia bergeri ai nuovi vicini di casa come segno di benvenuto e bene augurale. Il clima mite del luogo permette di ospitare queste piante aeree in esterno per tutto l’anno, e spesso se ne vedono appese a decine su ringhiere o ulivi.