Sarà per iI desiderio di riscoprire il contatto con la natura, la voglia di mangiar sano e di assaporare, nella vita frenetica di tutti i giorni, un frammento di quella “lentezza” che caratterizza il mondo rurale, ma nelle nostre città è sempre più ortomania.
Una moda tutt’altro che passeggera se si pensa che secondo le stime di Coldiretti sono 1,2 milioni gli italiani che per passione si cimentano nell’agricoltura coltivando appezzamenti di terreno pubblici o privati.
Non tutti, però, soprattutto nelle grandi metropoli, hanno la disponibilità di un proprio giardino o di un balcone abbastanza grande, ecco quindi che nel corso degli ultimi anni è andato ad aumentare notevolmente il fenomeno dei giardini condivisi e degli orti urbani. Di cosa si tratta?
Alla scoperta degli orti urbani
Sono spazi verdi coltivabili, posti all’interno delle città, che non sono di proprietà di chi li coltiva. Normalmente appartengono ai comuni che li assegnano a chi ne fa richiesta, consentendo ai propri cittadini di dedicarsi alla coltura di fiori, frutta e ortaggi.
“Oasi verdi” con tanti benefici
Gli orti urbani, innanzitutto, sono un valido aiuto per sottrarre al degrado grandi aree verdi incolte che in breve tempo e con costi limitati possono essere riqualificate. Fondamentale è il loro contributo nella lotta ai cambiamenti climatici perché come tutti ben sanno: le piante ci donano ossigeno.
Vi sono inoltre indubbi vantaggi legati al consumo, da parte di chi li coltiva, di prodotti di stagione e a km zero che fanno bene alla salute, a quella del Pianeta e anche al portafoglio visto che bastano 10-20 metri quadrati di terreno per produrre verdura sufficiente per una persona per un anno. Ma gli aspetti positivi non finiscono qui
Il popolo degli Hobby Farmers: una vera comunità
I miglioramenti ricollegabili agli orti urbani non sono infatti solo di natura ambientale: dallo scambio di semi, ai suggerimenti reciproci, all’assaggio dei prodotti sono tanti quei comportamenti che fanno sì che la cura del verde condiviso si traduca anche in un beneficio per la socialità. Intorno a questi luoghi si creano delle vere e proprie comunità dove il giardino condiviso è il punto di partenza anche per organizzare insieme altre attività: sport all’aperto, giochi per bambini, fino ad essere semplicemente un luogo nel quale godere in compagnia di un momento di relax nel verde.
Non solo orti e giardini, oggi il desiderio di comunità e di avvicinamento alla natura ha in città anche una nuova frontiera: le terrazze condominiali, da trasformare in “orti sui tetti”.
Gli orti sui tetti
Esistevano già prima ma si sono moltiplicati durante il lockdown: sono sempre più le persone che hanno deciso di riappropiarsi delle terrazze presenti sui tetti dei loro condomini. Luoghi spesso abbandonati e che oggi si riscoprono come punti d’incontro e di condivisione privilegiati.
Con alcuni vasi, un po’ di terra e di concime sono tante le prelibatezze che possono essere coltivate anche in queste aree: basilico, pomodori, melanzane e zucchine tutto il necessario per organizzare poi una bella cena da gustare tutti insieme magari mettendo qualche tavolo, un ombrellone e delle sedie (come successo nel mio condominio, ndr). Una bella idea, Non credete?!