In città sempre più invase da asfalto e cemento negli ultimi anni si è fatta strada l’idea di rinverdire i tetti e di occupare spazi un tempo trascurati, facendoli diventare giardini pensili e luoghi di aggregazione collettiva. A dire il vero la pratica non è nuova per l’umanità (basti pensare ai giardini di Babilonia di cui ancora parliamo dopo 25 secoli), ma questa (ri)scoperta sta facendo guardare con occhi nuovi le sommità delle costruzioni esistenti.

Oggi, non si tratta, tuttavia, solo di aumentare il numero di piante ed alberi all’interno dei centri abitati (anche se ciò avrebbe, già di per sé, un valore inestimabile): le coperture vegetali possono essere usate per isolare termicamente i tetti e per stoccare l’acqua piovana.

Se non avete mai avuto occasione di approfondire prima d’ora cosa siano i giardini pensili, oggi potrete conoscerne sei!

Che cosa erano i giardini pensili?

Quando oggi parliamo di giardini pensili, pensiamo a delle aree verdi realizzate su balconi e terrazzi. In passato, però, le dimensioni erano ben diverse da quelle che conosciamo oggi. I giardini pensili, infatti, erano vere e proprie terrazze verdi che si sviluppavano a diversi metri di altezza e formavano una sorta di piramide.

Chi ha inventato i giardini pensili

Pur non essendoci prove certe della loro esistenza (se non racconti e testimonianze di autori greci e latini), i giardini pensili vennero inventati dai babilonesi, una civiltà della Mesopotamia. La loro storia è quindi antichissima: il primo esempio risalirebbe al 590 a.C. circa, quando il re Nabucodonosor II, il sovrano più importante della civiltà babilonese, chiese di realizzarli. I giardini pensili di Babilonia sono poi stati inseriti tra le sette meraviglie del mondo antico.

I giardini pensili di Babilonia

Nabucodonosor fece realizzare i giardini in onore della moglie Amytis, regina originaria della Persia, affinché non provasse nostalgia per la sua terra natia. I giardini pensili di Babilonia erano un orto botanico maestoso, sviluppato su terrazze sovrapposte che formavano una sorta di piramide a circa 40 metri di altezza da terra. I vari ‘piani’ erano collegati con scale e il sistema di irrigazione era assolutamente innovativo per l’epoca, con cisterne e tubi che prendevano l’acqua dal fiume Eufrate. Al loro interno, i giardini ospitavano piante provenienti da altre terre, oltre ad alberi autoctoni.

High Line di New York: oltre 2 km di giardino a 10 metri di altezza

6 giardini pensili da visitare almeno una volta nella vita

Che immagine avete di New York? Un panorama composto solamente da grattacieli? A dire il vero la città americana è davvero molto grande e presenta quartieri tra loro estremamente variegati. Se vi capiterà di visitare la “Grande Mela”, vi consigliamo di fare un salto nel quartiere di Chelsea, a Manhattan. In questo luogo svetta, a dieci metri di altezza dal livello stradale, un giardino del tutto peculiare. High Line – una grande area verde lunga 2,33 km – nasce nel 2009 dal recupero di un tratto di ferrovia urbana abbandonato da quasi trent’anni.

Dopo aver accantonato il progetto iniziale di demolizione della struttura, si è optato per una grande opera di riconversione attraverso la messa a dimora di oltre 500 specie di piante ed alberi nonché l’installazione di passerelle e panchine per ospitare i visitatori e coloro che vogliano godersi questo parco davvero unico.

L’High line – ad accesso libero e gratuito – è infatti amatissimo dai newyorkesi e dai turisti che si rifugiano in questo luogo per prendere il sole, incontrare gli amici, fermarsi a pranzare, ascoltare la musica degli artisti di strada, per attraversare a piedi il quartiere di Chelsea o per partecipare ad uno dei tanti appuntamenti organizzati per coinvolgere i cittadini e la comunità locale.

A Torino arte pubblica e verde urbano anche sui tetti

A Torino, sul tetto del celebre Lingotto (che oggi ospita la Pinacoteca Agnelli) è stato inaugurato un giardino denominato “la Pista 500”. Questo luogo, originariamente usato come pista automobilistica per collaudare i veicoli prodotti dalla storica casa automobilista torinese, è stato trasformato in un polmone verde collocato a 28 metri d’altezza e che ospita oltre 40.000 piante scelte tra più di 300 specie autoctone. Il parco sospeso è stato progettato per ampliare l’esperienza della struttura, creando un ulteriore spazio inclusivo e multifunzionale ove i visitatori possono ammirare installazioni, opere, statue e tanto altro.

Il giardino pensile più alto d’Europa è in un antico castello laziale

6 giardini pensili da visitare almeno una volta nella vita

A circa un’ora da Roma, spostandosi verso sud, si trova un posto unico nel suo genere. Siamo nel castello Longhi a Fumone, nella provincia di Frosinone, luogo meraviglioso e mistico che custodisce parecchi misteri. Pare, infatti, che le sue mura ospitino, oltre ad i comuni turisti, anche numerosi fantasmi e magari anche quello di papa Celestino V che qui morì nel 1296.

In questo borgo, nel diciassettesimo secolo, venne realizzato un giardino pensile – di 3500 metri quadrati – che vanta un record: grazie alla sua posizione – 800 metri sul livello del mare – è oggi l’oasi di verde pensile più alta d’Europa. Torri, camminamenti e fossati vennero ricuciti portando qui – a dorso di mulo – terra di castagno. Quest’opera sensazionale, arrivata fino ai giorni nostri e aperta al pubblico, consente inoltre di ammirare i meravigliosi paesaggi della Ciociaria: pensate che è possibile raggiungere con lo sguardo addirittura ben 45 paesi disseminati sul territorio laziale.

Un bosco sopra un deposito d’arte “senza pareti”

Rotterdam è una città olandese profondamente cambiata negli ultimi decenni. In gran parte distrutta nel corso della seconda guerra mondiale, è rinata sulle rive dei suoi fiumi che conducono al mare. Negli ultimi anni il Comune ha dovuto tuttavia fare i conti con i drammatici effetti dei cambiamenti climatici. Tra le misure adottate per contribuire alla riduzione della febbre del Pianeta e, al contempo, per aderire alle politiche di mitigazione agli effetti del climate change, si è iniziato a ripensare l’uso dei tetti degli edifici pubblici e di quelli privati. L’obiettivo, infatti, è stato quello di creare aree verdi che non rappresentassero solamente oasi di biodiversità, ma che, grazie alle caratteristiche delle coperture vegetali, fossero in grado di aumentare l’efficienza energetica degli edifici e, infine, sfruttando il loro potere di assorbire l’acqua piovana, riuscissero a far fronte alle conseguenze negative dei grandi nubifragi che hanno spesso colpito la città olandese.

Tra gli ambienti aperti al pubblico più suggestivi si segnala il tetto del Depot Boijmans Van Beuningen: con le sue oltre 150 mila opere si tratta, infatti, del più grande deposito d’arte al mondo aperto al pubblico. Se, poi, i grandi musei riescono ad esporre solo una parte delle opere in loro possesso (mentre la gran parte di statue, installazioni e quadri sono conservati nei depositi che divengono veri e propri scrigni inaccessibili al pubblico), il Depot ha ridisegnato il rapporto tra il visitatore e le opere mostrando cosa c’è dietro alle pareti e consentendo a chi percorre i suoi corridoi di scoprire come vengono conservate le opere d’arte o come si effettua un restauro.

Al di sopra di tutto ciò, sul tetto dell’iconica costruzione, vi è quella che potremmo definire un’opera d’arte vivente: un bosco con 100 alberi – tra betulle e pini a cui si aggiungono tante diverse piante – che è stato studiato per divenire uno spazio verde pronto ad accogliere l’avifauna locale nonché le persone che vogliano godersi la mini foresta ammirando lo skyline. Il sistema architettonico che ha garantito tale meraviglia è stato studiato in ogni dettaglio, dalle modalità di incanalamento delle radici alla raccolta delle acque.

5 giardini pensili da visitare almeno una volta nella vita

A Rebibbia un tetto verde simbolo di rinascita

Merita una menzione del tutto particolare un progetto realizzato sul tetto della biblioteca della casa circondariale femminile di Rebibbia. Qui, nel 2021, è stato realizzato un giardino pensile la cui cura e manutenzione è stata affidata ad alcune detenute che hanno svolto uno specifico corso di formazione teorico e pratico sulla cura del verde. I centocinquanta metri che compongono questo giardino rappresentano un simbolo di rinascita, ma anche un esempio di come si possa intervenire – come nel caso dei tetti ammalorati – con progetti innovativi, sostenibili e solidali. A differenza degli altri quattro luoghi menzionati non è quindi aperto al pubblico ma il valore collettivo è assolutamente di primo piano!

Giardini pensili di Napoli

I giardini pensili di Napoli si trovano all’interno del Palazzo Reale. Rimasti chiusi al pubblico per diverso tempo, oggi i giardini pensili sono una meta turistica imperdibile per chi visita la città partenopea. Realizzato come belvedere verso la metà del XVII secolo, il progetto si inserisce in un piano più ampio di abbellimento del palazzo, promosso da Carlo di Borbone. Inizialmente, quindi, si trattava di costruire un grande terrazzo con vasi per fiori e una fontana al centro di un giardino ellittico. Con il passare degli anni, però, venne ampliato e l’assetto che si vede oggi fu opera di Gaetano Genovese, che tra il 1836 e il 1842 modificò definitivamente il terrazzo. Oggi i Giardini pensili di Napoli sono composti da aiuole singole, viali coperti, fioriere, fontane e arredamento realizzato in marmo di Carrara. Spettacolare anche il panorama che da qui si può ammirare: sullo sfondo, infatti, si vede il Vesuvio e si gode di una splendida vista sul Golfo di Napoli fino alla penisola sorrentina e all’isola di Capri.