Greta Thunberg è una delle più famose attiviste contro il climate change. Non è certo stata la prima, ma ad oggi è una delle più celebri. Tra i fattori che hanno fatto sì che il suo impegno catalizzasse l’attenzione di molti, soprattutto dei ragazzi, vi è sicuramente la sua giovane età. Dal suo sciopero per il clima è nato addirittura un movimento che non è stato fermato nemmeno dalla pandemia: quello dei Fridays For Future.
Sebbene la ragazza svedese sia la più nota, non è certo da sola. Sono tante le giovani attiviste in prima linea che riescono, grazie alla loro determinazione, passione, ma anche tanto coraggio, a smuovere le coscienze nei paesi ove risiedono. Pensate che nel libro “Green Girls (Giunti Editore)” uscito proprio poche settimane fa, dalla giornalista Christiana Ruggeri, di “Greta” se ne contano oltre trenta. Storie uniche e allo stesso tempo connesse da una grande passione e una mission comune. Trentadue ragazze guerriere che hanno deciso di dedicare la loro vita ad uno stesso obiettivo: salvare il Pianeta combattendo contro l’inquinamento, il sovrasfruttamento delle risorse della Terra, la difesa degli animali, ma anche contro la povertà e le diseguaglianze che il climate change sta causando. Per il loro impegno sono divenute green influencer nei loro Paesi e non solo.
Noi abbiamo deciso di parlarvi di otto di loro, scelte tra le più giovani del libro, tutte Under 21 nate nel nuovo millennio che hanno un’età per cui non si può ancora bere alcolici negli Stati Uniti, ma si può concretamente cambiare il mondo.
Lilly Platt e il suo impegno per un pianeta Plastic Free
Il nostro giro del mondo parte con Lilly Platt di soli 9 anni. Vive in Olanda e ha deciso di fare guerra alla plastica monouso. Ogni giorno, terminata la scuola, raccoglie la plastica che trova sul percorso e pubblica la foto del “bottino” sensibilizzando sull’importanza della riduzione della plastica monouso e sulle conseguenze negative per gli animali che spesso finiscono per ingerirne pezzi scambiandoli per cibo, rimettendoci purtroppo la vita. Come ricorda lei stessa “Nonostante il Coronavirus, la plastica uccide”. Pronti a ridurne l’uso come fa la nostra piccola grande ambassador del Pianeta?
Iris Duquesne: la ragazzina che ha sconfitto l’uragano Xinthia
Ci spostiamo in California ove Iris, francese di origine e classe 2003, è l’emblema dell’arcobaleno che esplode dopo la tempesta. A seguito della devastazione dell’uragano Xynthia nel 2010, riesce a canalizzare la paura per la pioggia in energia positiva che alimenta la sua lotta al climate change. Il suo impegno è arrivato fino alle Nazioni Unite. Il 23 settembre 2019, insieme ad altri attivisti minorenni, ha infatti denunciato di fronte l’ONU 5 paesi, incluso il suo, che non hanno rispettato gli impegni presi all’Accordo di Parigi. A due anni di distanza dalla denuncia il verdetto: il tribunale di Parigi ha riconosciuto la responsabilità della Francia nella crisi climatica.
Il perché di tanto impegno di Iris? Perché uragani e devastazioni come Xynthia non divengano la regola. Per il suo futuro sogna di lavorare per le Nazioni Unite o l’Unicef così da poter aiutare i bambini di domani e noi siamo convinti che riuscirà a continuare ad essere un’attrice del cambiamento di cui il nostro Pianeta ha bisogno.
Margarita Naumenko la sovversiva
Margarita è del 2004 e abita in Russia ove i minorenni non hanno il diritto di protestare in piazza. Avete letto bene. Nonostante le leggi avverse e anche la paura, continuano gli scioperi contro il climate change. La Russia è il quarto emettitore di gas serra sul Pianeta e lei non può e non riesce a star ferma. La giovane attivista dal 2019 scende in una piazza di Mosca con un cartello per far sì che i suoi concittadini possano capire cosa sta accadendo nel Pianeta passandovi di fronte. Neanche il Covid è riuscita a fermarla. La sua azione è forte anche grazie ai social network ove però subisce gli attacchi dei negazionisti a fronte dei quali comunque non si arrende. Forza Margarita.
Howey Ou protesta piantando alberi
Howey Ou nasce in Cina – Paese che detiene il record di emissioni di anidride carbonica – nel 2003 e si ritrova in una situazione molto simile a quella di Margarita, venendole negato il permesso di protestare pacificamente in piazza. Nel suo Paese una dichiarazione sbagliata può aprire le porte del carcere e, dalla tragedia di Piazza Tienanmen, sono vietate tutte le manifestazioni pubbliche di dissenso verso il governo. Le viene negato di manifestare per il Clima come anche la possibilità di recarsi a New York su invito delle Nazioni Unite. Anche sui social è vittima spesso della censura. Cosa fare considerato che arrendersi è fuori discussione? Inizia a piantare alberi e solo nei primi quattro mesi di sciopero ne pianta da sola oltre 220 a settimana, ovunque le diano l’opportunità di farlo, chiedendo l’autorizzazione in giardini e orti.
Alice Imbastari pianta semi
La giovanissima Alice Imbastari – classe 2009 – nasce in Italia. Il suo impegno con i Fridays For Future inizia ad appena 10 anni ma il suo cuore verde si accende quando a soli 6 anni incontra uno dei grandi guardiani dell’Amazzonia: Mangolio de Oliveira. Alle elementari, si arma di borraccia per l’acqua e contenitori riutilizzabili per la merenda e inizia a far caso a quanta plastica monouso si utilizzi intorno a sé. Agli attacchi degli haters risponde dichiarando che “chi combatte per il clima lo fa per tutti, anche per chi nega i cambiamenti climatici”. Quando a causa del Covid non era possibile manifestare, ha iniziato a pulire la spiaggia di Nettuno, aggregando presto altre persone. Oggi dal suo canale Youtube “Pianta un seme” continua ad avere la sua finestra e il dialogo con gli altri ragazzi.
Licypriya Kangujam a 8 anni la più giovane “premio Nobel per i bambini”
Licypriya vive in India, è nata nel 2011. Il suo volto con una maschera e un respiratore attaccati a una pianta fa il giro del Pianeta, simbolo del suo impegno a difendere il diritto all’ossigeno proveniente dal rispetto della natura. A soli 8 anni diviene la più giovane attivista a ricevere “il premio Nobel per Bambini”. Dal 2019 infatti ha iniziato una protesta rivolta al presidente del suo Paese per ottenere l’approvazione di una legge per il cambiamento climatico. L’India non può ignorare ciò che l’inquinamento sta causando avendo il più alto tasso di mortalità per malattie respiratorie croniche e asma. Ad essere colpiti sono milioni di bambini. Ma non si è fermata ai confini della sua terra d’origine. Al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha presentato il “memorandum a nome dei bambini”.
Catarina Lorenzo: la surfista dalla parte dei coralli
Catarina nasce in Brasile nel 2008, è una giovane surfista brasiliana e l’amore per il suo oceano la porta a lanciare un appello per le insolite temperature di acqua e sabbia. Osserva i pezzi di corallo staccarsi, sbiancarsi, sintomo della loro morte. L’innalzamento delle temperature è loro fatale. Venendo meno gli habitat scompaiono anche gli abitanti come pesciolini, crostacei e molluschi, un po’ come quello che accade nella foresta pluviale man mano che avanza la deforestazione. Pur se giovanissima, riesce a essere la voce della barriera corallina che tanto ama anche di fronte all’Onu, partecipando insieme ad altri ragazzi dei Fridays for future a una conferenza delle nazioni unite sul clima. Sperando che le sue parole non rimangano inascoltate.
Come scoprire le altre Green Girls
Qui vi abbiamo raccontato solo alcune delle storie delle Green Girls scoperte e raccolte dal libro di Christiana Ruggeri, scegliendo alcune delle più giovani per far capire un concetto fondamentale: non si è mai troppo piccoli (né troppo in là con l’età come direbbe Jane Fonda) per agire contro i cambiamenti climatici. Da ogni angolo del mondo si alzano voci di lotta e di resistenza. I contesti sono diversi come anche le modalità con cui ognuna di loro ha trovato il modo di farsi leggere e ascoltare, sempre in maniera pacifica ma non per questo meno incisiva. È arrivato il momento perché ognuno di noi possa unirsi a loro nel nostro quotidiano. Pronti a diventare green citizen?