Un recente studio condotto dalla Cornell University e pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology ha rivelato quali sono i Paesi con il più alto assorbimento umano di microplastiche attraverso cibo e aria.

Che cosa sono le microplastiche?

Le microplastiche sono piccole particelle di plastica, con un diametro che varia dai 330 micrometri ai 5 millimetri, che rappresentano una significativa fonte di inquinamento ambientale.

Queste particelle si originano sia come prodotti finiti, utilizzati ad esempio nei cosmetici e negli articoli per l’igiene personale, sia come risultato della degradazione di oggetti di plastica più grandi, come bottiglie e sacchetti, che si frammentano nel tempo. La loro presenza è stata rilevata in vari ambienti, dai mari e oceani ai fiumi, dai laghi al suolo, e persino nell’aria che respiriamo. Inoltre, le microplastiche possono essere rilasciate durante il lavaggio di tessuti sintetici, attraverso gli scarichi delle lavatrici, e i sistemi di depurazione spesso non sono in grado di filtrarle efficacemente.

L’assorbimento di microplastiche

L’esposizione alle microplastiche dipende da una serie di parametri diversi, ha detto a Newsweek il coautore dello studio, Fengqi You.

I fattori diretti includono l’assorbimento di microplastiche nel cibo, determinato dalle culture alimentari locali e dalle loro concentrazioni di microplastiche; e l’assorbimento di microplastiche nell’aria, che è determinato dalla quantità di microplastiche sospese.

Tra i fattori indiretti rientrano il sostegno economico e normativo al monitoraggio e alle limitazioni delle microplastiche negli alimenti e nei materiali di imballaggio, nonché i tassi di industrializzazione e la produzione di rifiuti.

Microplastiche

Assunzione alimentare di microplastiche

Per quanto riguarda l’assorbimento di microplastiche alimentare, i Paesi del Sud-est asiatico come Indonesia, Malesia e Filippine sono in cima alla classifica. Secondo lo studio, gli indonesiani ingeriscono circa 15 grammi di microplastiche ogni mese, più di qualsiasi altro Paese, con la maggior parte proveniente da pesci e frutti di mare. Il più basso assorbimento di microplastica alimentare è quello del Paraguay, con 0,85 grammi al mese.

Inalazione microplastica

Quando si parla di inalazione di microplastica, Mongolia e Cina non hanno rivali, con i cittadini di entrambi i paesi che inalano più di 2,8 milioni di particelle di microplastica al mese. Il Regno Unito è terzo, insieme all’Irlanda, con 791.500 particelle al mese. In confronto, gli Usa sono arrivati ​​quasi in fondo a questa lista, in 104esima posizione su 109 paesi analizzati, con solo 10.500 particelle di microplastica inalate al mese.

“L’assorbimento di microplastica da parte dell’uomo, come conseguenza ambientale diretta dei rifiuti di plastica post-consumo nell’attuale era di industrializzazione, è un concetto nuovo e un fenomeno appena scoperto che merita ulteriori indagini”, afferma You secondo il quale “la situazione potrebbe migliorare se venissero adottati processi più avanzati di riciclaggio dei rifiuti di plastica e di gestione delle acque per limitare la generazione e l’esposizione di microplastiche in ambienti naturali e prodotti alimentari”.

Cosa fare per ridurre al minimo la quantità di microplastica ingerite?

Il consiglio di Fengqi You è quello di “impiegare materiali riutilizzabili non in plastica, in particolare contenitori come bicchieri di vetro e metallo, durante la lavorazione, la conservazione e il consumo degli alimenti per ridurre la contaminazione da microplastica dagli alimenti”.