Sono talmente diffuse che secondo uno studio canadese del 2019 ogni essere umano ne ingerisce o inala fino a 52.000 particelle in un anno. Stiamo parlando delle microplastiche, minuscole particelle che hanno origine dalla rottura di plastiche più grandi e che secondo recenti studi sono collegate ad attacchi cardiaci, problemi di fertilità e cancro.
Microplastiche: impennata delle ricerche su Google
La preoccupazione è tale che secondo l’organizzazione ambientale tedesca CleanHub sempre più persone cercano informazioni su come le microplastiche entrino nell’organismo e come eliminare o almeno ridurre la loro presenza. Prova ne è l’impennata delle ricerche web sul tema, che lo scorso mese di giugno ha raggiunto il punteggio record di 100 su Google Trends.
I prodotti da evitare
Sebbene queste particelle siano diffuse un po’ in tutto l’ambiente che ci circonda, ci sono prodotti di uso quotidiano in cucina che sarebbe meglio sostituire. Con questi piccoli accorgimenti, la tua cucina sarà meno esposta al rischio di contaminazione da microplastiche.
Evitare i taglieri in plastica
I taglieri di plastica potrebbero trasferire microplastiche al cibo. Secondo uno studio dell’American Chemical Society (ACS), i soli taglieri potrebbero esporre gli esseri umani a fino a 79,4 milioni di microplastiche in polipropilene (un tipo di polimero plastico) ogni anno. Ciò significa che l’uso di un tagliere di plastica potrebbe potenzialmente aumentare il trasferimento di microplastiche negli alimenti.
I taglieri in vetro temperato rappresentano un’alternativa conveniente, facile da pulire e solitamente priva di microplastiche. Alcuni marchi offrono anche taglieri privi di plastica, realizzati con fibre di carta resistenti.
Contenitori in plastica adatti al microonde
I prodotti in plastica etichettati come “adatti al microonde ” possono rilasciare notevoli quantità di microplastiche negli alimenti quando vengono riscaldati. Uno studio del 2023 condotto dai ricercatori dell’Università del Nebraska-Lincoln ha rilevato fino a 4 milioni di microplastiche per centimetro quadrato in alcuni alimenti per bambini confezionati in plastica e adatti al microonde. Al microscopio, si è scoperto che queste particelle uccidono fino al 75% delle cellule renali coltivate, sollevando preoccupazioni circa i potenziali effetti sulla salute umana.
Un’altra buona pratica è quella di evitare prodotti confezionati con ftalati, stirene e bisfenoli, che sono tipi di sostanze chimiche associate a varie plastiche, suggerisce uno studio dell’American Academy of Pediatrics.
Vaschette di plastica per i cubetti di ghiaccio
Proprio come le microplastiche si trovano nell’acqua in bottiglia , anche le vaschette di plastica per i cubetti di ghiaccio potrebbero causare contaminazione. Sebbene siano state condotte meno ricerche in merito, secondo un professore associato intervistato da HealthCentral, il congelamento della plastica può far sì che le microplastiche si disperdano nell’acqua, in modo simile a quanto avviene con la plastica riscaldata.
Negli ultimi anni, si è diffusa una soluzione più sostenibile: le vaschette per cubetti di ghiaccio in acciaio inossidabile. Allo stesso modo, le vaschette per cubetti di ghiaccio in silicone rappresentano un’alternativa sostenibile, considerata da molti più sana e semplice per il ghiaccio.
Microplastiche? Anche nei bicchieri di carta…
Sebbene i bicchieri di carta siano considerati più ecologici, sorprendentemente contribuiscono all’inquinamento da plastica. Questi bicchieri richiedono uno strato di sigillante, solitamente costituito fino al 10% di polietilene ad alta densità (HDPE), per impedire perdite di liquidi. Il riciclaggio dei bicchieri di carta è problematico perché è necessario separare lo strato di HDPE dalla carta, il che complica il processo. Ma non è tutto. L’uso di bicchieri di carta per bevande calde può portare al rilascio di varie sostanze chimiche, come evidenziato da uno studio del 2021 pubblicato sul Journal of Hazardous Materials, tra cui fluoro, cloruro, solfato e nitrato. Optare per una borraccia riutilizzabile in acciaio inossidabile non solo fa bene all’ambiente, ma riduce anche l’esposizione alle microplastiche.
Bustine di tè e microplastiche
Sorprendentemente, molte bustine di tè sono realizzate con una plastica non sostenibile, il polipropilene, e perfino le bustine di tè di carta possono contenere tracce di plastica nel sigillante. Ciò significa spesso che non sono biodegradabili e contribuiscono alla contaminazione da microplastiche.
Nel 2023, una ricerca pubblicata dalla Dow University of Health Sciences ha sollevato preoccupazioni su come l’acqua calda utilizzata per preparare il tè possa rilasciare milioni di microplastiche da queste bustine, rivelando che una singola tazza di tè potrebbe contenere fino a 3,1 miliardi di nanoplastiche causate proprio della bustina dell’infuso. Le bustine di tè possono contenere altre sostanze nocive, tra cui composti di fluoro, arsenico, sali di radio, alluminio, rame, piombo, mercurio, cadmio, bario e nitrati.
Fortunatamente, le foglie di tè sfuse stanno riacquistando popolarità ed esistono numerose alternative sostenibili per preparare il tè, come l’utilizzo di una teiera in ghisa o di un colino di metallo. La Plastic Pollution Coalition consiglia addirittura di utilizzare bustine di tè in cotone o di filtrare il tè attraverso lino biologico.