Dalla visita culturale al Mudec e alla Fondazione Prada , alla scoperta di Milano dall’alto della Torre Branca , lungo un food tour dalla prima colazione al dopo cena tra le tante alternative che il capoluogo meneghino offre, ecco 8 cose da fare assolutamente a Milano nello spazio di un weekend o anche di un solo giorno. Scoprile tutte!
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Fra le mura di quella che era la fabbrica Ansaldo, Sir David Chipperfield ha progettato il MUDEC , un grande polo multidisciplinare dedicato alle diverse culture del mondo. Gli spazi industriali dismessi da anni, veri e propri monumenti di archeologia, sono stati trasformati in laboratori, studi, luoghi creativi, diventando le sedi espositive delle civiche raccolte etnografiche. All’interno dell’edificio si sviluppano diversi spazi: l’area espositiva al primo piano ospita la collezione permanente e le sale dedicate alle grandi mostre temporanee. C’è, poi, un teatro auditorium da trecento posti dedicato alle performance e alle arti visive, un bistrot, un design store e altri spazi polifunzionali. Il MUDEC Junior , infine, è uno spazio ludico-educativo dedicato ai bambini. (Info: Mudec, Via Tortona 56, www.mudec.it).
Milano non tradisce neppure in campo gastronomico. Si comincia dalla colazione. C’era una volta la storica Pasticceria Marchesi 1824 in via Santa Maria alla Porta. Finché, dopo l’acquisizione da parte del gruppo Prada, la celebre pasticceria milanese ha aperto un nuovo caffè , in stile retrò, in via Monte Napoleone 9 , dov’è (quasi) impossibile accontentarsi di un caffè e resistere ai piccoli tesori gourmand, praline e cioccolatini in mostra nelle nicchie e negli scaffali. All’ora di pranzo, il risotto più giallo di Milano si gusta al Piazza Repubblica (Via Aldo Manuzio, 11), un ristorante moderno, caratterizzato da un’eleganza sobria e informale, che propone il primo piatto classico della cucina meneghina abbinato a un tenerissimo ossobuco di vitello. Per la sera, dall’aperitivo al dopo cena, si fa tutto tra Porta Genova e i Navigli: aperitivo alle Fonderie Milanesi (Via Giovenale, 7) dove quasi non sembra di essere a Milano; per una cena in stile street food (di qualità) il Mercato Metropolitano è il posto giusto (Via Valenza, 2); e per un cocktail dopo cena, con passeggiata (digestiva) romantica o in compagnia la location ideale è la nuova Darsena , il porto di Milano inaugurato a Maggio 2015 e già diventato un luogo cult della movida milanese.
Un buon esempio di mecenatismo milanese, un mosaico di edifici recuperati e neocostruzioni realizzate nell’ex distilleria Sis (dove si produceva il brandy Cavallino Rosso). La Fondazione Prada , inaugurata a Maggio 2015, è già un punto di riferimento dell’offerta culturale della città: in una superficie di quasi 19mila metri quadri, sette edifici recuperati e tre appositamente realizzati ospitano mostre temporanee e la collezione permanente della griffe milanese. Conservazione e ideazione, vecchio e nuovo, largo e stretto, aperto e chiuso, orizzontale e verticale sono le caratteristiche che coabitano – e anche molto bene – nei diversi ambienti cuciti insieme dallo studio Oma di Rem Koolhaas. Vale una visita anche il Bar Luce , allestito dal regista Wes Anderson: una piccola oasi bizzarra e colorata che strizza l’occhio ai vecchi bar milanesi degli anni Cinquanta con il pavimento di graniglia, il bancone di legno e formica verde, le sedie in finta pelle a tinte vivaci, due flipper e un jukebox, e sui muri una tappezzeria che riproduce le decorazioni della Galleria Vittorio Emanuele. (Dove: Viale Isarco 2, telefono 02.54670515, fondazioneprada.org).
Camminare sui tetti di Milano per ammirare la città, da piazza del Duomo ai grattacieli di City Life. Grazie al delicato lavoro di ristrutturazione interamente a carico di un’azienda privata (il Seven Stars Galleria, l’hotel di lusso situato nella Galleria) tutti, bambini compresi, possono finalmente passeggiare sui tetti di Milano e ammirarne la bellezza da una nuova prospettiva. La Highline Galleria è un percorso turistico che permette di salire in cima alla Galleria Vittorio Emanuele II, per camminare lungo la passerella immersa tra i tetti milanesi. Il tragitto, lungo 250 metri, si trova allo stesso livello delle guglie del Duomo. In alcuni punti strategici sono disposte quattro terrazze in cui è possibile sostare per ammirare il Duomo e la sua piazza, e il nuovo skyline milanese con i grattacieli di City Life e Porta Nuova . La Galleria – realizzata nel 1865 dall’architetto Giuseppe Mengoni, che progettò anche la famosa cupola dell’Ottagono, alta quarantasette metri e anch’essa raggiungibile durante la visita -, è considerato il salotto della città: sul suo pavimento dell’ottagono centrale spicca lo stemma di Casa Savoia realizzato in mosaico. Ai lati, invece, sono rappresentati gli stemmi delle quattro città che sono state capitali del Regno d’Italia: Milano, Torino, Firenze e Roma. (Ingresso: cortili di via Silvio Pellico 2/piazza Duomo 21).
L’Orto Botanico di Brera è una sorpresa in pieno centro a Milano. Nello storico quartiere che tra Ottocento e Novecento pullulava di artisti e letterati, rimasto oggi un centro di incontro per studenti e appassionati d’arte e per un genere di mondanità sobria e sempre discreta, incastonato tra la Pinacoteca omonima, il vicino Teatro Strehler , la storica sede del Corriere della Sera, le chiese di San Marco e San Simpliciano , l’Orto Botanico è un angolo tutto verde dove poter godere, liberamente, di qualche ora di pace e tranquillità. Nel silenzio profumato di piante secolari, imponenti alberi con foglie o da frutto con tronchi dalla forma insolita, studiando le collezioni di piante officinali o le bulbose primaverili, i veri appassionati di botanica riconosceranno anche i due monumentali esemplari di Ginko Biloba, tra i più antichi d’Europa. Nei periodi in cui Milano diventa teatro di eventi legati al design e alla moda, spesso l’Orto Botanico di Brera viene scelto come location privilegiata per organizzare incontri e vernissage in una cornice del tutto insolita. (Come arrivare: Via Brera, 28 dopo l’attraversamento dei corridoi dell’accademia oppure da Via dei Fiori Oscuri, 4, costeggiando il retro dell’edificio storico).
Il nuovo quartiere dei grattacieli ha ridisegnato lo skyline di Milano e contribuito all’assegnazione da parte del The New York Times del titolo di «place to go» assoluto 2015. Cuore pulsante della zona è Piazza Gae Aulenti , uno spazio di un centinaio di metri di diametro intitolato all’architetto italiano. Qui svetta la Torre Unicredit , il grattacielo più alto d’Italia con i suoi trentadue piani per duecento trentuno metri d’altezza, ci sono una gelateria, vari negozi, una libreria, caffè e un supermercato. Poco oltre, si erge il Bosco Verticale , le torri residenziali che formano il complesso di Porta Nuova disegnate da Stefano Boeri, vincitore del prestigioso International Highrise Award 2014 per il grattacielo più bello. Un’area, quella che incornicia Piazza Gae Aulenti, ancora tutta in divenire e che presto offrirà altri nuovi validi motivi per cui vale la pena di essere visitata.
Nel parco Sempione, la Torre Branca è considerata un po’ una Tour Eiffel in miniatura. La costruzione in acciaio fu progettata da Gio Ponti e costruita in appena due mesi e mezzo in occasione della quinta Triennale delle Arti Decorative del 1933. Nata con il nome di Torre Littoria, fu ribattezzata Torre Branca in memoria dell’omonima società che ne curò la ristrutturazione. Salire in cima (in ascensore) è spettacolare. Dall’alto dei suoi 108 metri si gusta un panorama unico sulla città: il Duomo, il Castello Sforzesco, la Torre Velasca, Porta Garibaldi e se la giornata è tersa si possono vedere anche le Alpi, il Monte Rosa, il Resegone e gli Appennini. (Info: Torre Branca, mm2 Cadorna, www.turismo.milano.it).
In un luogo intimo e protetto, tra il grande prato e la piscina appositamente costruita per loro, vive uno stormo di leggiadri e timidi fenicotteri rosa . Nulla di strano, se non fosse che questa oasi paradisiaca si trova in pieno centro a Milano, tra corso Venezia e via Cappuccini. Il microcosmo, voluto dal cavalier Invernizzi , il papà del formaggino Mio, proprio per volontà testamentaria dei coniugi Invernizzi è sopravvissuta al tempo e al passaggio di proprietà della omonima Villa che la ospita. Dalla imponente cancellata si intravedono i fenicotteri rosa nell’acqua, sospesi su una sola zampa, mentre immergono nella fanghiglia i loro becchi dotati di lamelle per filtrare il cibo. Tutti gli uccelli di Villa Invernizzi sono nati in cattività e nella comunità ci sono esemplari di venticinque anni. Di loro si occupa un custode che prepara ogni giorno un pastone a base di Vitamine e crostacei, indispensabili anche per il pigmento rosa delle piume. Indirizzo: Via Cappuccini, 3 (mm Palestro).