Plumbago: una pianta democratica
Se mai dovessi mettermi in lista per diventare (buona) amministratrice di un giardino, lo farei col motto “più Plumbago per tutti”. Non sbaglierei, sicura di toccare temi cari alla comunità, non solo di pollici verdi. Il Plumbago o Piombaggine (Plumbago capensis o auriculata, chiamato anche gelsomino blu) è infatti l’amico intelligente e geniale, facile e problem solver, bello e simpatico e, ne dico un’altra, dove lo metti sta. Con una premessa di questo genere, come si fa a non amarlo e, soprattutto, a non ospitarlo nei nostri giardini, terrazzi o balconi?
La pianta giusta al punto giusto
Qualcuno, leggendomi, mi ha poi scritto che tendo a minimizzare i difetti delle piante per focalizzarmi sui punti di forza. E che tutto, nel mio giardino, sembra crescere con estrema naturalezza. Tutto vero (anche se la fatica, dopo un giorno di zappa, potatura o riordino si sente nella schiena e nelle mani).
Dopodiché, per spiegare cosa “non” faccio per rendere felici le mie coinquiline verdi prendo in prestito una celebre frase di una altrettanto celebre paesaggista inglese, la splendida Beth Chatto, “right plant, right place” (la giusta pianta nel giusto luogo). In questo motto super minimal vi é contenuta l’intera essenza dei giardini naturali, quelli che oggi per altro sono così di moda non solo perché belli e scompigliati ma anche perché sostenibili e di bassa manutenzione. Ma torniamo al Plumbago, e alla sua estrema facilità, se ospitato in condizioni ideali (perché anche nel mondo vegetale c’è sempre un “se”).
Caratteristiche del plumbago
Pianta sempreverde perenne (e per perenne si intende non annuale ma nemmeno immortale) caratterizzata da una copiosissima fioritura che dura per tutta l’estate (nei climi miti anche fino ad autunno inoltrato). Per farlo fiorire al meglio, posizionatelo in un luogo soleggiato e concimatelo (con prodotti biologici, meglio) solo se in vaso e durante la bella stagione.
I grappoli azzurri e fitti si susseguono per mesi sui rami sarmentosi della pianta e possono anche rallegrare i bouquet estivi perché hanno una discreta tenuta in vaso. Proprio per il suo portamento sarmentoso (cioè con rami sottili, lunghi e flessibili), il Plumbago può assumere un portamento rampicante, cascante o tappezzante (davvero, decidete voi per lui). Potendo scegliere sul momento il suo volume, è perfetto per quasi tutti gli spazi, anche i più contenuti. Sappiate che può “espandersi” per metri (il mio ora ricade per oltre tre metri, ma si può fare di più).
Plumbago: cure colturali ridotte al minimo
Il Plumbago é una pianta piuttosto rustica ma teme le gelate persistenti, ed in caso ve lo fa notare perdendo la sua parte aerea. Se abitate in climi freschi giocate d’anticipo con una bella potatura decisa a fine fioritura. Se invece vivete dove in inverno fa freddo, l’unica soluzione é ospitarlo in vaso per poterlo proteggere al meglio. Qui da me, dove le temperature non scendono mai sotto lo zero nemmeno di notte, è carino pure a Gennaio, un mese che non è proprio il suo.
Inoltre non teme la salsedine, per questo è molto indicato e diffuso su tutte le coste italiane. Altro punto di forza, che lo rende adatto anche ai più distratti: necessita di pochissima acqua se messo a terra, e meno di molte altre compagne fiorite se lo tenete in vaso. Davvero, qui non lo irrigo mai nonostante le estati torride e siccitose. E lui mi ringrazia comunque con cascate blu che si vedono anche da molto lontano (si, é l’invidia di qualche vicino al quale ho regalato delle piantine affinché si placasse). Regalarlo infatti, arrivati ad un certo punto, è l’unica soluzione possibile perché il Plumbago… é quasi invasivo (e questo viene spacciato come il suo unico difetto: ma scherziamo?).
Propagazione della pianta
Parlavo della facilità del Plumbago ad invadere il territorio (si, é un tipo piuttosto invadente) facendo per altro tutto da solo: io all’inizio lo propagavo a primavera per talea (che per altro viene facile e senza troppe cure) per poi accorgermi, ogni fine inverno, della quantità di nuove nate che la pianta madre produce rilasciando i suoi semi nel terreno (i semi, l’ho capito molto dopo, sono quei cosini appiccicosi che ad un certo punto si staccano dal fiore, attaccandosi a cozza sulla mia tuta ogni volta che li sfioro. Per questo motivo ho trovato piantine sparse qua e là in giardino).
Quindi, se volete una tribù blu in breve tempo, procedete per talea se avete la pianta in vaso in un ambiente “ostile” (leggi: terrazzo, balcone, davanzale o ogni luogo dove i semi non potranno trovare terra fertile per germinare da soli). Oppure aspettate che faccia tutto da sola se la ospitate in giardino: non vi deluderà.
Pillola verde (o blu, o bianca)
Per chi è stato conquistato da questa pianta generosa, facile, amica di tutto e tutti, ma proprio non ama la sua fioritura azzurra, ne esiste una varietà completamente candida di altrettanta bellezza. Si chiama Plumbago capensis ‘Alba’. Vedete che è proprio una pianta democratica, per tutti?