Cascata delle Marmore

CASCATA DELLE MARMORE

Tre salti per un dislivello di 165 metri e una roccia ricoperta di un fitto strato vegetazione: la Cascata delle Marmore è una delle più alte in Europa e è formata dal fiume Velino che defluisce nel lago di Piediluco nelle vicinanze della frazione di Marmore, per poi tuffarsi nella gola del Nera. Essendo a flusso controllato, uno dei momenti migliori per una visita è il mattino, quando le paratoie di regolazione si aprono e la sirena avverte che il livello dell’acqua è in aumento. Prenditi tempo per fare una passeggiata dal Belvedere inferiore al superiore: il sentiero 2 è adatto anche ai bambini). Prima di andare? Osserva la potenza della cascata dal borgo medievale di Torreorsina, situato a breve distanza.

Bussana vecchia

BUSSANA VECCHIA

Perdersi a Bussana vecchia è una camminata zen fra le vecchie case del borgo medievale, abitato da un silenzio assoluto dove i sassi hanno memoria antica. Il paese fu abbandonato dopo il terremoto del 23 febbraio 1887, quando la popolazione decise di spostarsi tre chilometri più in là, dove oggi sorge Bussana. Dopo lunghi anni di abbandono, negli anni Cinquanta Bussana vecchia torna a riempirsi di voci. Artisti stranieri e appassionati restaurano gli edifici meno danneggiati ridando vita al borgo: una comunità di creativi e pensatori che in seguito verrà sgomberata, nel 1968, contrastata dalla popolazione di Bussana. Ancora oggi i residenti combattono a colpi di carta bollata per il riconoscimento delle abitazioni ristrutturate. Ami l’artigianato? Negozietti, atelier e botteghe tenteranno la tua voglia di shopping.

Fabbriche di Careggine

FABBRICHE DI CAREGGINE

Un segreto in fondo al lago, un paese fantasma che riappare: Fabbriche di Careggine, nella provincia di Lucca. Dopo la seconda guerra mondiale, fra il 1947 e il 1953, viene edificata la diga, capace di contenere 32.000.000 m, e sommerso l’antico villaggio medievale, fondato nel XIII secolo quando una colonia di fabbri ferrai di Brescia giunge in queste zone. A causa dei lavori di manutenzione ogni dieci anni il borgo medievale riemerge: un’occasione unica per passeggiare all’interno del bacino svuotato, fra gli edifici di un tempo. Il prossimo appuntamento? Estate 2016.

Tindari

TINDARI

Fondata nel 396 a.C. da mercenari siracusani per volere di Dionisio di Siracusa, Tindari, nel golfo di Patti, deve il suo nome a Tindaro, re di Sparta. Questa frazione della provincia di Messina è situata sul promontorio dei monti Nebrodi, a picco sul mar Tirreno. Qui è possibile esplorare la zona archeologica e il teatro, costruito alla fine del IV secolo a.C., oltre a un isolato romano scavato nell’area urbana. Da visitare il Santuario di Tindari, con la statua della Madonna Nera: un luogo di culto ricco di fascino a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell’antica acropoli. Conosci il mare secco? Alla base del promontorio di Tindari è possibile incontrare una zona sabbiosa la cui conformazione si modifica continuamente, a causa dei movimenti della sabbia: nota come Marinello o il mare secco, qui sono ambientate numerose leggende popolari. Hai visto la grotta sul costone sopra la spiaggia? Un tempo si narrava che qui abitasse una maga in grado di attirare i naviganti con il canto prima di ucciderli.

Narni sotterranea

NARNI

Sai che nel territorio di Narni cade il centro geografico d’Italia? Situata nella provincia di Terni, in Umbria, questa zona già nel Paleolitico era abitata, come emerso durante gli scavi. Anticamente il porto della città romana si trovava nelle vicinanze della frazione di Stifone, lungo le sponde del fiume Nera, di cui rimane traccia nel sito archeologico di un cantiere navale romano. Passeggiando per la città incontrerai le sue differenti anime, dalla città romana, medievale e rinascimentale, industriale. Consiglio: da non perdere una visita a Narni sotterranea, dove aggirarsi fra gli oscuri sotterranei dell’acquedotto romano e il complesso conventuale di San Domenico. Nella cisterna romana è possibile vedere i graffiti incisi dai prigionieri del Tribunale dell’Inquisizione.

Vallone dei Mulini di Sorrento

IL VALLONE DEI MULINI

Quando la natura riconquista lo spazio, lo spettacolo è il fiorire di una vitalità esagerata. Un tempo il  Vallone dei Mulini di Sorrento costituiva un luogo di incontro per la gente, dove le donne andavano a lavare i panni nel lavatoio pubblico e la vecchia segheria contribuiva all’artigianato locale del legno. Abbandonato nell’Ottocento poiché isolato a causa della costruzione di una piazza che ne bloccò le vie d’accesso, il  Vallone dei Mulini oggi costituisce un intricato mosaico verde che è possibile ammirare dall’altro: la zona, infatti, è proprietà privata.

Il castello di Sammezzano

CASTELLO DI SAMMEZZANO

La forma attuale del Castello di Sammezzano corrisponde agli interventi effettuati da Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona durante l’Ottocento, tuttavia l’edificio possiede una storia più antica, in grado di risalire all’epoca romana. Normalmente l’edificio è chiuso, tuttavia in alcuni periodi dell’anno, soprattutto primavera e autunno, vengono organizzate visite guidate dalle associazioni locali. Il parco possiede un patrimonio botanico di grande pregio con specie arboree  indigene e introdotte, fra cui le sequoie della California (ben 57!), leccio, cerro, roverella e sughera. Il castello, che si trova nel comune di Reggello in provincia di Firenze, durante il dopoguerra è stato adibito ad hotel di lusso: la sua struttura comprende 365 sale, una per ogni giorno dell’anno.

Lago di Resia

IL CAMPANILE SOMMERSO

Simbolo della Val Venosta, il campanile sommerso del lago di Resia si eleva dall’acqua con la forza e la magia di un elemento del tutto fuori posto. A causa della costruzione della diga all’indomani della Seconda Guerra Mondiale vennero sommersi 677 ettari di terreno, dove risiedevano 150 famiglie, sradicate dalle loro case. Oggi della chiesetta romanica risalente al XIV secolo rimane il campanile, testimone del tempo e della memoria collettiva.

L'abbazia di San Galgano

SAN GALGANO

L’abbazia cistercense di San Galgano si trova a circa trenta chilometri da Siena, nel comune di Chiusdino. L’eremo, chiamato Rotonda di Montesiepi, fa parte del sito insieme all’abbazia, di cui oggi non rimangono che i grandi muri. Sai che San Galgano ospita una spada nella roccia? I racconti narrano che San Galgano giunse in questi luoghi dopo una gioventù turbolenta. Convertitosi nel giorno di Natale del 1180, una volta arrivato sulla cima del colle di Montesiepi, Galgano infisse la sua spada nella terra, conservata nella Rotonda anche nei nostri giorni. Cammina attraverso le navate a cielo aperto dell’abbazia di San Galgano e lasciati pervadere dall’energia di questi luoghi, testimoni di una storia antica.