L’inquinamento da plastica è uno dei più gravi problemi ambientali che l’umanità si trovi a fronteggiare, secondo solo a quello della crisi climatica.
Nata per facilitare le vite di tutti noi, la plastica è diventata ben presto un pericolo da affrontare, figlio di quel consumismo e di quella cultura usa e getta che caratterizzava e che in alcuni casi caratterizza ancora la vita di molti.
Stando ai dati raccolti e analizzati da Our World in Data, dal 1950 al 2015 sono stati prodotti circa 8.000 milioni di tonnellate di plastica: 5.800 milioni di queste non sono più in uso, ma solo il 9% è stato riciclato.
Il resto? Gran parte disperso nell’ambiente. Pensate che oggi non c’è luogo del Pianeta dove non siano presenti rifiuti plastici, rinvenuti dal monte Everest fino alla Fossa delle Marianne.
Eppure, tanto si potrebbe fare per ridurre l’impatto ambientale di questo materiale. Da dove iniziare? Dal migliorare e rendere più efficiente il suo processo di riciclo, che prende il via da una corretta raccolta differenziata.
I simboli fanno la differenza
Non tutti gli oggetti realizzati con la plastica possono essere conferiti nella raccolta ad essa riservata. Quindi prima regola attenzione ai simboli.
Sicuramente vi sarà capitato di vedere sugli imballaggi, prodotti con questo materiale, l’icona di un triangolo di frecce sottili con all’interno un numero da 1 a 7, questa cifra individua il tipo di plastica con cui il contenitore è stato prodotto. Se questo numero va da 1 a 6 il vostro contenitore è realizzato con plastica riciclabile. Qualora invece fosse presente il numero 7 significherebbe che il materiale non è riciclabile e quindi il prodotto non potrà essere conferito nell’apposita raccolta.
E ora passiamo alle buone notizie perché la plastica là dove viene avviata al processo di riciclo può essere riutilizzata per realizzare in tutto o in parte nuovi beni di uso comune. Ecco dieci oggetti, che forse non conoscevate, ma che possono essere prodotti grazie al suo riciclo.
Occhiali da sole green e trendy
Se vuoi essere alla moda senza rinunciare alla sostenibilità puoi farlo grazie agli occhiali da sole in plastica riciclata.
Progettati in California dal designer Yves Béhar sono prodotti dall’azienda italiana Safilo in collaborazione con the Ocean CleanUp, un’organizzazione senza scopo di lucro che sviluppa tecnologie avanzate per liberare gli oceani dalla plastica.
Nello specifico questi occhiali sono creati con plastica proveniente dalla Great Pacific Garbage Patch nota anche come l’isola di plastica, un’enorme raccolta di rifiuti galleggiante situata nell’Oceano Pacifico. Grazie ad un processo di upcycling innovativo è stato possibile riutilizzare plastiche eterogenee trasformandole in materiali di alta qualità.
Una curiosità: il 100% dei proventi derivanti dalla vendita di questi occhiali andranno a finanziare la continuazione delle operazioni di pulizia.
Borse che aiutano il Pianeta
Dopo gli occhiali da sole tra gli accessori più trendy ci sono sicuramente le borse anche quelle più capienti che possono essere utilizzate per un classico weekend fuori porta o una trasferta di lavoro. Ad esempio l’azienda statunitense MiTerro produce una borsa da viaggio realizzata con sughero e plastica ripescata dagli oceani.
Pensate che la produzione di ogni borsa comporta il riciclo di quasi un chilo di plastica, un ulteriore esempio di come glamour e sostenibilità possono andare di pari passo.
Al caldo grazie al riciclo
Sapevate che dalla plastica, più precisamente dal PET con cui sono realizzate le note bottigliette, è possibile produrre un filato sintetico? Parliamo del pile con il quale si realizzano caldissime felpe, ma anche le tanto amate coperte che accompagnano le nostre serate invernali davanti alla tv.
Il materiale, ottenuto grazie al processo di riciclo meccanico del PET, viene chiamato “fiocco” una fibra sintetica che, ad esempio, viene impiegata come imbottitura per trapunte, divani o sedili delle automobili. Grazie ad un ulteriore processo di lavorazione questo fiocco viene trasformato in filato che potrà poi essere utilizzato per confezionare indumenti e copertine in pile che ci terranno al riparo dal freddo. Questa fibra risulta infatti essere molto calda, ma non solo. È anche ingualcibile, lavabile in lavatrice ed economica.
Un guadagno sia per noi che per l’ambiente.
I costumi da bagno che aiutano l’ecosistema marino
“Dal mare per il mare” come si legge sul sito dell’azienda italiana Mermazing che ha creato la linea di costumi da bagno “Ocean Breeze”. I capi di questa collezione sono tutti realizzati con filo ECONYL®, un filo di nylon 100% rigenerato da materiali di scarto recuperati dal mare come le reti da pesca abbandonate negli oceani che, non solo inquinano le acque, ma mettono in pericolo anche la vita dei suoi abitanti, come tartarughe marine, pesci e grandi mammiferi, che rischiano di restarvi impigliati.
Un aiuto per l’ambiente a 360 gradi visto che grazie al recupero del materiale vengono ridotte anche le emissioni inquinanti: ogni 10.000 tonnellate di ECONYL ® si risparmiano circa 70.000 barili di petrolio greggio e si evita l’equivalente di oltre 57.100 tonnellate di emissioni di CO2.
Non vi resta quindi che scegliere il vostro costume per la prossima stagione estiva!
Abbigliamento sportivo dalla plastica
Per chi ama praticare sport è stata creata un’intera collezione di abbigliamento sportivo prodotta grazie al riciclo di bottiglie di plastica raccolte a Taiwan. A produrla Puma in collaborazione con First Mile, organizzazione che opera in Paesi come Honduras, Taiwan e Haiti, aiutando le rispettive popolazioni nella raccolta dei rifiuti plastici. L’associazione trasforma quindi i rifiuti raccolti in poliestere riciclato, che poi viene utilizzato per sviluppare la collezione di scarpe e abbigliamento Puma X First Mile.
Solo nel 2020 grazie a questo progetto sono state raccolta 40 tonnellate di bottiglie di plastica, 1.980.286 pezzi che inquinavano spiagge, strade e mare di Taiwan e che ora invece possono vestire gli sportivi di tutto il Pianeta. Un vero successo!
Orologi di plastica riciclata
L’economia circolare è approdata anche nelle aziende produttrici di orologi. Sono infatti sempre più numerose quelle che stanno introducendo delle linee in plastica riciclata.
“Save the Ocean” è ad esempio la collezione lanciata da Sector, si tratta di orologi prodotti interamente con il recupero di questo materiale, cassa e fibbia sono realizzati con plastica proveniente dagli oceani, mentre il cinturino è realizzato con materiale derivante dal riciclo del PET.
Come a dirci che è proprio l’ora di smetterla di considerare i nostri mari come la pattumiera della Terra.
Lampade a tutto PET
Dal riciclo del PET è anche possibile creare nuovi oggetti di design che diano luce alle stanze delle case o degli uffici, di cosa parliamo? Di lampade, sia da tavolo che in sospensione, prodotte, attraverso la tecnica della stampa 3D, impiegando scaglie di plastica riciclata.
Diverse le forme e i colori che queste lampade possono avere in modo tale da adattarsi agli stili dei vari ambienti rendendoli allo stesso tempo più confortevoli, grazie all’illuminazione prodotta, ed eco-friendly.
Per essere veramente green fate, però, anche attenzione alle lampadine da installare, da scegliere naturalmente tra quelle a basso consumo energetico che non solo faranno risparmiare il portafoglio, ma vi consentiranno di ridurre ulteriormente le emissioni di CO2.
Panchine di plastica riciclata
Quante volte stanchi vi siete seduti su una panchina nella piazza della vostra città oppure all’interno di un parco mentre attendevate che figli o nipoti finissero di giocare? Vi sveliamo che quella panchina potrebbe essere realizzata in plastica riciclata.
Da Nord a sud del Paese sono sempre più numerosi i Comuni che decidono di installare queste eco-panchine che in alcuni casi possono diventare delle vere e proprie opere d’arte in omaggio alla natura, un esempio? Quelle costruite dall’azienda olandense ECO-oh che con la sua collezione Altamira, ideate dall’’artista belga François Blommaerts ha creato 4 modelli di panchina prodotti al 100% con plastica riciclata nelle quali il rispetto dell’ambiente si coniuga con i principi dell’arte e del design.
Il parco giochi a misura di bimbi e non solo
Non solo panchine, ma anche le aree gioco attrezzate per bambini possono essere realizzate impiegando la plastica proveniente dalla raccolta differenziata.
Dalle altalene, ai giochi a molla, fino agli scivoli sono tante le possibilità per dare una seconda vita al materiale riciclato e che possono far felici al tempo stesso bambini e Pianeta.
Ad esempio, a Cosenza è stata realizzata, dalla società Idea Plast, un’intera area giochi grazie al recupero di 36mila vasetti di yogurt, dimostrazione di come sia possibile riqualificazione i nostri territori a minimo impatto ambientale.
Scope, secchi, e palette che vengono dal mare
Dai rifiuti plastici recuperati dal mare possono nascere anche oggetti di uso comune in casa come scope, palette, ceste per il bucato e stendibiancheria. A produrli una ditta portoghese, la Fapil, in collaborazione con l’associazione Waste Free Oceans che si occupa di raccogliere e trasformare la plastica oceanica con la quale poi creare prodotti nuovi e innovativi.
La linea della Fapil che si chiama “Ocean” è realizzata impiegando un 20% di plastica recuperata dagli oceani alla quale si aggiunge altro materiale di riciclo e solo in piccola parte plastica vergine.
Un vero manifesto in favore della “pulizia” prima del mare e poi delle nostre case.
Queste sono solo alcune delle cose che possono essere realizzate grazie al recupero della plastica, i cui rifiuti sono per noi una vera risorsa. Quindi attenzione in casa, procedete ad una corretta raccolta differenziata perché la catena del riciclo parte proprio da qui.