Un soggiorno a Roma non può che essere sinonimo di buon cibo. La cucina romana “di tradizione” è debitrice alla Roma dei Papi e dei carbonari delle sue poche specialità: carbonara – appunto – amatriciana (o matriciana), abbacchio a scottadito, minestra con l’arzilla, fritti in pastella, maritozzo, pangiallo. E poi la cucina “romanesca” in senso stretto, ancora più evocativa di un passato agreste: coda alla vaccinara (coda di bovino saltata con pomodoro), pajata e molte altre specialità. Ma la capitale offre anche molte altre alternative!

La ristorazione capitolina è in realtà sterminata, come e più di qualunque altra offerta di questa città, e soprattutto si è molto evoluta nell’ultimo decennio: maggiore disponibilità verso i gusti stranieri, più attenzione alla qualità del cibo e al rapporto con il prezzo, più aperture di rango in zone e quartieri meno conosciuti. Non è poco, in una città in cui il motto del ristoratore-tipo è: “se non ce stai tu, ce viè n’artro subbito dopo…”.

Nel dare indicazioni si possono seguire molti criteri; quello qui contenuto privilegia luoghi di differenti tipologie – perché le donne amano cambiare, a seconda dei giorni e dell’umore – scelti fra quelli più raggiungibili senza particolari difficoltà da mezzi pubblici e taxi. Tutti sono di qualità ottima, e provata.

Sfoglia allora la gallery e scopri la lista dei migliori ristoranti da provare a Roma.

La sora Lella

La Sora Lella
via Ponte Quattro Capi, 16
+39066861601

Il primo è un monumento alla romanità che assurge a prototipo (femminile) della Roma popolare. Sull’Isola Tiberina, isolotto romantico che galleggia sul fiume in pieno centro, fra Trastevere e via Arenula, da decenni è uno dei templi più gradevoli della cucina romana.

Seppur citato dalle guide rimane, nelle mani del figlio Aldo, un luogo dove non si è invasi da una folla petulante, il servizio è preciso ed efficiente, accogliente ma non inutilmente confidenziale come spesso, ahimè, accade a Roma.

L’offerta è quella tipica della tradizione, e si possono trovare qui piatti in parte scomparsi o rari, come la minestra con l’arzilla, come i romani chiamavano, chissà perché, il pesce razza, e che è stato a lungo un piatto povero, di “casa”, in cui si mescolano sapientemente le cimette del “brocco- lo romano” (attenzione, un ortaggio solo romano, che sembra disegnato ora da Philippe Starck, con la sua splendida geometria di cuspidi, di un verde luccicante) insieme con il brodo ricavato dall’arzilla e con la pasta, che nella ricetta originale è addirittura quella avanzata.

Nel menu c’è molto altro, naturalmente, e la passeggiata che si potrà fare sull’isola, alla fine del pasto qui, sarà una delle più belle e romantiche di una Roma da cartolina.

Trattoria e caffé Angelina a Trevi

Trattoria e Caffé Angelina a Trevi
via Poli, 22-27
+390657283840

La Trattoria-Caffè Angelina a Trevi si trova a pochi passi dalla fontana di Trevi, ma in una via riservata e tranquilla, ed è un’allegra brasserie nata da due anni sulle orme dell’”Angelina a Testaccio”. È tutta bianca con tavoli di legno e ferro e grandi scaffalature di legno bianco con bicchieri di tutti i tipi; aperta da mattina a sera, offre a pranzo un ottimo menu a buffet, abbondante e assolutamente italiano, con ricette tradizionali e rivisitate. È accogliente e si è serviti con attenzione e gentilezza: ottimo per assaggiare una grande varietà di cibi della cucina “di casa”, ma in pieno centro e a prezzi bassi. Nessuno baderà se siete sole, il posto è affollato sempre, ma sempre vi troveranno un posto comodo. Sabato e domenica, brunch. Moderna ed elegante, particolare nello stile, propone cappuccini e caffè, bagels e cornetti caldi, per colazioni e merende dolcissime, da trascorrere fra tartufini di cioccolata e mousse alla frutta.

Babette

Babette
via Margutta, 1D/3
+39063211559

Anche questo ristorante, che prende il nome dal film Il pranzo di Babette, si ispira a un’atmosfera da brasserie francese del primo Novecento, ed è in un’altra zona magica della città, via Margutta, il cuore della Roma degli artisti, ancora piena di fascino anche se non è più quello degli anni Sessanta della Scuola romana dei pittori Festa e Schifani, o di Fellini e Giulietta Masina, che abitavano al numero 110 della via. Babette è così accogliente, ricorda così tanto un casale di campagna e il servizio è così gentile che fa sentire di casa anche donne solo di passaggio. Pure qui un comodo e conveniente brunch a pranzo, in cui si può scegliere da un tavolone centrale un mix di assaggi casarecci e di ottima qualità: dalle bruschette alle verdure grigliate, dalle frittate alle insalate di pasta e di pollo, latticini freschi e vino, e poi disperdersi nelle salette interne, oppure – una vera rarità in pieno centro – in un cortile estivo, cioè una piazzetta interna sotto i portici, tutta fiorita nella bella stagione.

 

Said, Antica Fabbrica del Cioccolato

Said, Antica Fabbrica di Cioccolato
via Tiburtina, 135
+39064469204

Un posto originalissimo, nel vecchio quartiere operaio di San Lorenzo, fatto di fabbriche, autentici reperti di archeologia industriale trasformati in modaioli loft, sullo stile parigino e londinese. Ha riaperto qui, dopo oltre 80 anni dalla chiusura, l’antica fabbrica di cioccolato S.A.I.D., conservando però, ed è questa l’originalità, non solo lo spazio, ma tutte le macchine e la produzione degli anni ‘30, per cui in un salotto apposito, con velluto nero e specchi dorati, si possono degustare oltre 60 tipi di cioccolato speziato realizzato con cacao di tutto il mondo, liquori da dessert, rum o cognac e marmellate, tutti arricchiti col cioccolato; in altri salottini si può sostare chiacchierando su divani e chaise-longue, inebriate dal profumo del nettare degli dei. Naturalmente è possibile anche mangiare: a pranzo si può scegliere tra uno spuntino veloce o qualcosa di più completo o nel pomeriggio, the con una ricca scelta di infusi e differenti tipi di cioccolata calda; alla sera, un aperitivo con buffet e poi la cena seduti, con ricette al cioccolato e non, il tutto in luminose sale o in un bel patio-giardino, dal quale poi, attraverso una lunga vetrata trasparente, si possono anche osservare i pasticceri mentre lavorano il cacao.

 

Il Bolognese

ll Bolognese
Piazza del Popolo, 1
09063611426

Uno dei posti più noti a Roma, che si colloca in un “circolo supremo” e ti permetterà, seduta all’aperto quasi in ogni stagione, di fissare l’obelisco Flaminio al centro della piazza, la fontana appena restaurata, la chiesa di S. Maria del Popolo, le basiliche (finte) gemelle di S. Maria dei Miracoli e S. Maria di Montesanto e la terrazza del Pincio. Lo splendido spazio disegnato dal Vanvitelli è da anni la quinta teatrale di questo ristorante sempre alla moda che non conosce oblio, rimanendo completamente di tradizione (emiliana) assoluta. Se vuoi guardare – ed essere guardata – inforcando occhialoni da diva e foulard anni Sessanta, questo è il posto più centrale, in una città in cui la vita, anche gastronomica, si svolge la maggior parte del tempo all’aperto. Il cibo è di ottima qualità, il conto proporzionato alla fama.

 

Antonello Colonna

Antonello Colonna
Terrazza del Palazzo delle Esposizioni via Milano, 9A
+390647822641

Il celebre – e celebrato – chef di Labico (3 forchette Michelin e 1 stella), tra i primi in Italia, ha accettato l’offerta di aprire anche a Roma, in un posto particolare e molto bello – la serra del restaurato Palazzo delle Esposizioni, tutta bianca e luminosissima – con una formula qui estremamente varia, che permette un accesso democratico alle sue prelibatezze: dal martedì al venerdì è possibile consumare un city lunch (16 euro), un buffet illimitato ai profumi del Mediterraneo, di qualità ottima; la domenica un brunch molto ricco, dove si possono gustare piatti sopraffini (30 euro); tutte le sere, raffinatissima cena indimenticabile al top, naturalmente a costi corrispondenti.

 

 

Da Benito

Da Benito
via dei Falegnami, 14
+39066861508

Nel dedalo di stradine fra via Arenula e il Ghetto una trattoria “proprio come una volta”: locale piccolo e accogliente, clienti dalla zona, molti vecchi affezionati habitué, vecchie sedie di paglia e legno: il servizio però è impeccabile, gentile senza essere troppo confidenziale come spesso a Roma in trattoria, nessuno stereotipo verso i turisti. Semplice e di tradizione, romana ma non romanesca che è soprattutto per stomaci robusti, segue il calendario della cucina “di casa”: giovedì gnocchi, venerdì ceci e baccalà, la vignarola in primavera. Turisti assenti, ma non sarà necessario fingerti una romana a spasso, nessuno ti affliggerà con stornelli improbabili. Qualità ottima e prezzi davvero bassi, in pieno centro.

 

Bir&fud

Bir&Fud
via Benedetta, 23
+39065894016

Nella babilonia in cui spesso si trasforma il quartiere Trastevere, in particolare qui nei dintorni di Piazza Trilussa, con decine di locali cristallizzati nell’archetipo di trattoria-pizzeria romanesca, con menu “tipici” da turista, tavoli minuscoli addossati uno sull’altro, e proposte enologiche quasi inesistenti, Bir&Fud è un gioiello: un locale moderno con un’identità precisa e una qualità ottima. La pizzeria è fuori dagli schemi ed è molto stimolante: crostini e fritti fantasiosi e ben concepiti, piatti a metà tra primi e secondi, pizze a lievitazione naturale, dolci vari e originali. Le birre sono solo artigianali, alla spina e in bottiglia, con alcuni prodotti di micro-birrifici notevoli. Servizio sorridente e competente e conto onesto: però, attenzione, è considerato uno dei posti migliori della capitale, non venire troppo tardi!

 

Panella. L'arte del pane

Panella. L’Arte del Pane
via Merulana, 54
+39064872651

Il luogo è unico a Roma e davvero meritevole di una visita, se non altro per il piacere dell’occhio, qui declinato all’ennesima potenza. Definirlo gastronomia-panetteria-pasticceria è davvero riduttivo.

Le sue vetrine sono il palcoscenico fantasmagorico di uno spettacolo sempre in movimento, che allestisce affascinanti scene che mutano inseguendo le stagioni e ricordando le feste e le ricorrenze principali, e anche ricreando la tradizione della Roma antica, con i dolci di miele e ricotta che gustavano i Cesari. Qui i fiori di stagione appena sbocciati che si affacciano dalle vetrine, gli animali sdraiati che stanno per andare in letargo, i tronchi fioriti di gemme, i cestini di frutta con le primizie…tutto è mangiabile!

Dentro il locale, semplici e curatissime file e file di vassoi ovunque, e rimarrai incantata dalla enorme cornucopia di pasta di pane, dai porcospini fatti di crema di cocco e burro che sembrano veri, dai globus di Apicio e Orazio.

A Natale e a Pasqua, ad ogni cambio di stagione, ad ogni festa, è poi una vera gara a cui ogni Regione italiana partecipa con le sue ricette. Bisogna riconoscere però due elementi importanti: non sempre il palato ha una soddisfazione adeguata, anzi spesso rosticcerie “di quartiere” hanno una qualità simile; e i costi qui sono altrettanto superlativi e il servizio non è dei più cortesi.

 

La Campana

Ristorante La Campana
vicolo della Campana 18
+39066875273

Pare sia il ristorante più antico della città, nato nel 1518 e ininterrottamente attivo come locanda per forestieri di passaggio e luogo di appuntamenti galanti. La zona in cui si trova è splendida, in pieno centro rinascimentale; la cucina (romana e tradizionale con materie prime fresche) lo rende una delle migliori soste in centro se si ricerca il ristorante “tipico” ma serio, senza troppe concessioni al pittoresco acchiappa-turisti.