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Tre strategie per girare il mondo entrando in contatto con la gente del posto. E riportare a casa, oltre a foto e souvenir, tante belle esperienze
di Isabella Colombo
06.05.2015
Cambiano i modi di viaggiare, i tour organizzati piacciono sempre meno. Oggi vanno forte i servizi turistici tra privati: affittare un appartamento di proprietà, scambiarsi casa, prenotare un giro proposto dai locali. «Perché la tendenza è vivere come la gente del posto, per scoprire angoli di mondo che una guida turistica non segnalerebbe mai, conoscere più da vicino abitudini diverse dalle nostre e scoprire, al ritorno, che la chiacchierata con il tizio incontrato per strada ti è rimasta molto più impressa del paesaggio da cartolina» spiega Giovanna Maulino, travel coach.
Ma se sei di quelle che si imbarazzano anche solo a chiedere la strada leggi qui. E scopri come entrare facilmente in confidenza con gli abitanti del Paese che visiti. Per tornare a casa con tante emozioni e amicizie in più.
Quando ci si muove da soli si scopre che la gente è sempre disponibile a dare una mano o a fare una chiacchierata.
«Quando non hai compagni di viaggio sciogliere il ghiaccio con chi ti sta vicino di solito non richiede grandi sforzi, è un processo spontaneo: le persone ti vengono incontro, cominciano a farti domande perché sono incuriosite dal vederti indipendente.
Ti accorgerai che il solo momento in cui si è soli è quello della partenza: il resto del viaggio lo farai proprio con la gente» assicura la coach. «In gruppo o in coppia può essere più difficile che i locali si avvicinino (anche se molto dipende dal vostro atteggiamento). In ogni caso, ritagliati qualche momento e gira per conto tuo».
Se stai attaccata allo smartphone per spedire selfie a casa o se non salti neppure una riga della guida che hai sempre in mano, è più difficile fare conoscenze.
«Gli incontri più belli li fai quando ti fermi e ti guardi attorno» dice Maulino. «A me è successo a Delhi, in India. Ero seduta in un prato del centro e mi è arrivato un pallone tra i piedi. L’ho restituito con un sorriso al bambino e la sua famiglia, seduta poco distante, mi ha fatto cenno di avvicinarmi e mi ha offerto un tè. Chiacchierando, ho scoperto che il padre era un deputato del parlamento indiano: quel pomeriggio ho imparato più cose che leggendo un libro di storia».
Se vuoi essere accolta a braccia aperte, prima di partire informati sulla cultura del posto. «Nei Paesi musulmani, per esempio, io mi copro la testa: è un segno di rispetto che invita la gente, a sua volta, a rispettare me. Se sei alla mano, i locali sono felici di aiutarti, parlarti, persino invitarti a casa. Soprattutto nelle zone più povere: a me è capitato tante volte in tutta l’Asia».
Infine, prenditi del tempo per vivere come la gente del posto, magari rinunciando a qualche museo. «Treni, autobus e mercati sono posti dove attaccare bottone è facile. Basta una domanda per suscitarne altre e finire, una chiacchiera dopo l’altra, con il condividere una bella esperienza. E magari una cena».
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