Cosa è la città dei 15 minuti
Solo 15 minuti. Questa è la promessa che la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha fatto ai suoi elettori. Ci vorranno solo 15 minuti per fare tutto ciò che facciamo ogni giorno, abitando in una grande città. Andare in palestra? 15 minuti. Andare a fare la spesa? 15 minuti. Andare dal medico? Solo 15 minuti, e stesse tempistiche per andare a lavoro.
Ma com’è possibile? Sappiamo bene che il traffico e il picco di spostamenti nei mezzi pubblici di una metropoli mangiano intere ore della nostra giornata. La crisi legata alla pandemia da Covid-19 ci ha svelato la fragilità di questo modello, che ci espone a un rischio contagio altissimo. La proposta della prima cittadina francese mira a rivoluzionare il concetto di metropoli con l’aiuto di un concetto antico (il quartiere) e uno moderno (l’innovazione tecnologica).
La ville du quart d’heure
La ville du quart d’heure è stata teorizzata per Parigi da un docente della Sorbona, Carlos Moreno. Si è partiti da questa considerazione: «Viviamo in città frammentate, dove spesso lavoriamo lontano da dove viviamo, dove non conosciamo i nostri vicini, dove siamo soli, dove soffriamo».
La città dei 15 minuti è quella in cui puoi trovare tutto ciò di cui hai bisogno nel tuo quartiere. Ogni spostamento non dovrebbe richiedere più di un quarto d’ora. Racchiusa in un diagramma circolare, molto simile a quello dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, mettendo al centro l’abitazione privata, si può operare una trasformazione ecologica della città.
Come funziona la ville du quart d’heure
Per rendere possibile la ville du quart d’heure è necessario riqualificare i quartiere, dando maggiore spazio ad aree verdi, centri di aggregazione sociale e culturale, ma anche infrastrutture come piste ciclabili.
Inoltre, bisogna inserire tutti i servizi fondamentali per il cittadino – centri di coworking, ambulatori medici, supermercati – per permettere agli abitanti di ogni zona di avere tutto ciò che serve per vivere una vita dignitosa a soli 15 minuti da casa propria.
Un ruolo importante in questo progetto lo gioca l’innovazione tecnologica. Nei coworking sarà possibile lavorare a distanza, anche facendo parte di una grande compagnia. L’ambulatorio medico presso cui ci si potrà recare, dovrà essere inserito in una rete di telemedicina di qualità.
Grande valore riacquisterà il commercio di prossimità, che darà anche una spinta al commercio al dettaglio, in crisi da molti anni. Un responsabile di quartiere sarà a disposizione di tutti gli abitanti e, dato il controllo più stringente, ci saranno multe più elevate per chi non rispetta le regole.
Gli esempi nel mondo
La pandemia ha costretto molte persone a tornare a vivere la vita di quartiere. Abbiamo ripreso a fare la spesa al fruttivendolo sotto casa. La ville du quart d’heure nasce dall’esigenza di accorciare i tempi di spostamento sui mezzi pubblici e in macchina, riducendo l’inquinamento atmosferico e innalzando la qualità della vita. Ora, con la pandemia, questo modello urbanistico permetterebbe di limitare drasticamente le occasioni di contagio. C’è già chi, in declinazioni diverse, ha già creato città da 15 minuti.
Ci sono i superblocks di Barcellona, il progetto Every One Every Day per ricostruire la coesione sociale nell’Est di Londra. Senza trascurare i 20 minute neighborhoods creati a Portland, negli Stati Uniti. I
l progetto francese non vuole trasformare i quartieri in fortini medievali. Ma ripensare gli spazi comuni e i servizi è un primo passo per ridare nuova vita a spazi oggi sottoutilizzati. Riscoprire i quartieri potrebbe aiutarci a vivere meglio, al sicuro dal Covid-19.