Il dibattito riguardo l’impatto ambientale delle mestruazioni è sempre più acceso e gli assorbenti compostabili rappresentano una valida alternativa altamente ecologica. Da tempo ormai abbiamo scoperto quanto l’uso dei “classici” assorbenti in plastica sia dannoso per l’ambiente. Per fortuna oggi si possono trovare tantissime soluzioni che consentono di limitare la produzione di scarti, con tantissimi altri vantaggi. Ma gli assorbenti possono davvero essere ecologici? La risposta è sì!

I limiti dei metodi tradizionali

Ma andiamo con ordine. Gli assorbenti “tradizionali” e i tamponi vengono creati usando materiale sintetico (di solito il rayon) e cotone. I produttori però non sono obbligati in alcun modo a elencare le sostanze chimiche usate nella produzione, per questo motivo è difficile capire cosa contengano in realtà. A volte, ad esempio, troviamo polveri assorbenti che derivano dal petrolio e servono a trasformare in gel i liquidi, aumentando così l’assorbenza.

La zona assorbente inoltre viene sbiancata utilizzando il cloro tramite un processo che provoca il rilascio di diossina, una sostanza altamente tossica. Non solo: tantissime marche scelgono di aggiungere delle fragranze anallergiche che però possono causare irritazioni oppure prurito.

Infine va considerato un fattore molto importante. Nella coltivazione del cotone vengono usate sostanze chimiche e pesticidi, ma anche in questo caso, poiché la composizione non va dichiarata, non è possibile conoscerne la reale natura.

Differenza fra compostabile e biodegradabile

Chiariamo poi la terminologia. Cosa significa biodegradabile e cosa compostabile? Il termine “biodegradabile” fa riferimento ad una sostanza che si può decomporre in Natura. Esistono diversi prodotti biodegradabili, ognuno con un tempo specifico di biodegradazione. La parola “compostabile”, invece, è legata a un materiale organico in grado di trasformarsi in compost tramite il cosiddetto processo di compostaggio. Un prodotto viene dunque definito compostabile quando si decompone in un periodo breve di tempo.

Un’altra differenza si può fare quando si parla di cotone convenzionale o cotone biologico. Nell’industria relativa al cotone – lo dicono le stime – viene usato il 25% di insetticidi e l’11% di pesticidi sfruttati a livello mondiale nell’agricoltura. Chi sceglie un assorbente in cotone tradizionale dunque potrebbe comunque andare incontro a irritazioni e problemi causati dagli agenti chimici.

Meglio dunque assicurarsi che l’assorbente sia in cotone biologico. Ciò vuol dire che la fibra usata è stata in passato coltivata seguendo i principi base dell’agricoltura biologica. Dunque nelle fasi di raccolta, trasformazione o coltivazione non c’è stato un utilizzo di concimi chimici o fertilizzanti, ma esclusivamente di prodotti totalmente naturali. Una scelta che fa bene non solo all’ambiente, ma anche alla salute delle persone.

Cosa sono gli assorbenti compostabili

Il termine compostabile indica un materiale organico capace di trasformarsi in compost attraverso un processo denominato “di compostaggio”. Un prodotto dunque è definito compostabile se si può decomporre in un periodo di almeno tre mesi. Gli assorbenti compostabili per essere definiti tali devono superare specifici test e rispondere ad alcuni requisiti. Un assorbente, per essere biologico, deve riportare le apposite diciture. Non deve contenere fibre sintetiche, polveri, cellulosa o profumo.

A chi sono adatti

Questo prodotto è adatto per chi soffre di irritazioni e allergia alla pelle, per questo spesso durante il periodo delle mestruazioni non sopportano nessuna tipologia di assorbente sintetico. La soluzione compostabile viene spesso scelta da chi non desidera provare gli assorbenti lavabili realizzati in cotone oppure la coppetta mestruale.

La coltivazione del cotone, inoltre, è quella in cui c’è un uso maggiore dei pesticidi. Per questo motivo spesso può causare irritazioni, disturbi o fastidi. Proprio per questo gli assorbenti compostabili sono l’ideale per ridurre la possibilità di soffrire di irritazioni cutanee, allergie e dermatiti da contatto.

Dove si comprano

Il problema legato agli assorbenti compostabili è che non sono semplici da reperire. Ancora poco diffusi, si possono trovare negli store online oppure nei negozi di prodotti biologici. Diversi marchi hanno scelto di lanciare delle linee in puro cotone o bio, ma è importante fare sempre attenzione alla presenza della certificazione.

Quanto costano

La produzione sempre su piccola scala e l’uso di particolari materie prime hanno reso nel tempo i prezzi degli assorbenti compostabili piuttosto alto. Il costo di un pacco contenente dieci assorbenti si aggira solitamente intorno ai 4-5 euro.

Dove si buttano

Ad oggi non ci sono delle indicazioni uniche per quanto riguarda lo smaltimento degli assorbenti compostabili. Solitamente si può gettare nell’umido, ma va sottolineato che la presenza del sangue richiede che siano ripuliti prima di buttarli. Le indicazioni variano a seconda delle indicazioni fornite dal proprio Comune, alcuni infatti suggeriscono di gettarli altrove.