Quante volte acquistiamo un utensile che a prima vista sembra indispensabile, ma che poi riponiamo in un armadio o in cassetto senza utilizzarlo mai più o quasi?

Ad esempio il trapano comprato per una piccola riparazione l’avete successivamente più usato? Le ciotole tutte colorate acquistate per il compleanno dei bambini sono finite in fondo al ripostiglio della vostra cucina?

Dal possesso alla condivisione, liberando spazio e risparmiando

Invece di continuare a riempire case e garage con oggetti la cui utilità è limitata nel tempo perché non impariamo a prenderli in prestito e a condividerli? Le nostre abitazioni ne gioverebbero sicuramente in spazio e ordine, risparmieremo denaro e allo stesso tempo faremo un favore all’ambiente. Mettendo in circolo beni, da poter prendere in prestito al bisogno, si evitano infatti nuove emissioni e l’impiego di materie prime per la produzione di oggetti da acquistare in uso esclusivo. Inoltre così si garantirebbe una vita utile completa ai beni esistenti riducendo i rifiuti perché ammettiamolo: molte delle cosa che acquistiamo e poi non utilizziamo finiscono inesorabilmente nella spazzatura.

Quindi per aiutare noi stessi – contro forme di acquisto compulsivo – e il Pianeta ciò che serve è un passaggio dalla cultura del possesso e dell’acquisto a quella della condivisione, ma come fare? Da dove iniziare?

La soffitta comune del condominio

Per chi vive in un condominio si potrebbe partire proprio da questa piccola comunità: basterà trovare uno spazio comune nell’edificio dove ciascun condomino potrà mettere a disposizione piccoli attrezzi per riparazioni fai da te oppure per il giardinaggio ma anche utensili da cucina che gli altri potranno prendere in prestito per il tempo necessario all’utilizzo. Si tratta in altre parole di creare una “soffitta” o una cantina comune a cui tutti i gli abitanti del palazzo possano attingere e nella quale riporre beni che prima o poi potranno essere utili a qualcuno. Se siete ben organizzati, qualche volontario potrebbe essere il custode degli oggetti per non perderne traccia, tenendo un registro dei prestiti.

Se invece siete alla ricerca di realtà più strutturate dove poter trovare praticamente ogni cosa allora dovrete rivolgervi alle oggettoteche e stoviglioteche della vostra città.

Oggettoteche e stoviglioteche cosa sono?

Le oggettoteche sono delle “biblioteche” che non ospitano libri ma oggetti di vario tipo che possono essere presi in prestito. In questi luoghi è possibile di solito trovare proprio di tutto dagli attrezzi da lavoro, ai giochi da tavolo, a tutto l’occorrente per il campeggio e beni per la prima infanzia come culle, lettini, scalda biberon fino anche a prodotti di alta tecnologia quali droni, tablet e computer.

Se però dovete organizzare una cena o un compleanno e quello di cui avete bisogno è un set di stoviglie, non potrete fare a meno di rivolgervi ad una stoviglioteca. Si tratta di un “negozio” simile per funzionamento alle oggettoteche, ma qui troverete piatti, bicchieri, posate e vassoi in altre parole tutto l’occorrente per il vostro evento. Obiettivo delle stoviglioteche è quello di dare una valida alternativa all’acquisto di prodotti usa e getta solitamente impiegati quando si hanno molti invitati. Le stoviglie messe a disposizione possono essere di vario materiale: si va dalla plastica dura, al bamboo all’acciaio l’importante è che si tratti sempre di prodotti atossici, lavabili e senza BPA e ftalati.

Sia per le oggettoteche che per le stoviglioteche per prendere in prestito un oggetto è solitamente richiesto un tesseramento con il versamento di una piccolo quota associativa che verrà utilizzata per mantenere in ottimo stato i beni oppure, in alternativa o in aggiunta, il versamento al momento del prestito di un’offerta libera. Viene poi previsto un tempo massimo di utilizzo che può essere anche prorogato in base alle necessità.

Le Library of Things nel mondo

Sembrerebbe che le prime oggettoteche siano nate negli Usa precisamente in Michigan, negli anni ‘40 del secolo scorso e si diffusero ben presto in molti stati americani. Oggi e a causa della grave crisi economica e anche della sempre più diffusa cultura ambientalista questi luoghi, dove condividere invece che acquistare, stanno riscontrando un grande successo e una sempre maggior diffusione.

In Europa è il Regno Unito la patria di questi progetti: in Scozia, Galles e Inghilterra negli ultimi anni si sono moltiplicate le library of things. Tra le numerose oggettoteche nate recentemente spicca sicuramente quella di Londra le cui 8 sedi sono dislocate su tutto il territorio cittadino. Nello specifico si tratta di chioschi self-service, ubicati all’interno di biblioteche oppure spazi comunitari già esistenti, nei quali, dopo aver prenotato tramite il loro sito web l’oggetto d’interesse, è possibile poi andarlo a ritirare pagando una quota contributiva con la quale viene finanziata l’organizzazione di seminari gratuiti.

In Belgio invece sono nate delle oggettoteche specializzate esclusivamente in prodotti per l’infanzia: sono le “Babytheek” qui si possono prendere in prestito attrezzatura per bambini di cui si ha bisogno solo per un breve periodo visto la velocità con cui crescono i più piccoli. Si possono trovare cuscini per allattamento, vaschetta per il bagnetto, carrozzine e passeggini: in pratica tutto l’occorrente per i primi mesi di vita del nascituro. Quello che poi, dopo qualche mese, non serve più dovrà essere riportato al negozio. Non solo però un luogo dove prendere in prestito oggetti, ma anche punto di incontro per neo genitori dove potersi scambiare consigli e raccontare la propria esperienza con i bebè. Un’ottima idea non credete?

Cosa accade invece in Italia?

Oggettoteche e stoviglioteche: l’Italia degli oggetti circolari

Dopo aver conquistato gran parte dell’ Europa le oggettoteche sono arrivate anche in Italia. Ad esempio a Bologna troviamo Leila un’oggettoteca che fa parte di un’ampia rete composta da ben 23 realtà sparse in tutto il mondo dalla Svizzera, alla Germania, all’Austria fino al Canada. L’idea alla base del progetto di Bologna è “In fondo abbiamo bisogno di utilizzare, non di possedere” come si legge sul loro sito. Per prendere in prestito un bene appartenente al suo ampio catalogo dovrà essere versata una quota associativa a cui si aggiunge l’impegno a condividere una propria cosa. Da Leila non si condividono “solo” oggetti, ma anche saperi grazie ai suoi laboratori come quello di falegnameria dove ad insegnare sono artigiani e artigiane locali. Cosa rende questo luogo speciale? L’aver creato intorno all’oggettoteca una vera comunità.

Se ci spostiamo a sud a Palermo troviamo invece Zero oggettoteca nata nel 2020 il suo motto è “Mettere in comune ti cambia la vita”. Anche Zero va oltre la messa a disposizione degli oggetti per trasformarsi in luogo di condivisione di buone pratiche che aiutano il pianeta ma anche il portafoglio. Qui vengono infatti organizzati laboratori per insegnare tecniche di auto-recupero e manutenzione, connessi agli oggetti condivisi con l’obiettivo di incentivare lo sviluppo di un nuovo modello economico circolare.

Se invece siete alla ricerca di stoviglioteche, per trovare quella più vicina a voi dovrete rivolgervi al gruppo Facebook “Piccole Stoviglioteche Crescono” dove è disponibile un elenco sempre aggiornato di queste realtà che sono disseminate per tutto il Belpaese dal Trentino alla Sicilia. Le stoviglioteche a causa della pandemia hanno subito una brusca frenata, dovuta anche al fatto che si sono notevolmente ridotti gli eventi, ma stanno vivendo ora un momento di notevole ripresa e è il momento di dare loro uno sprint!