Come fare la spesa zero waste
Fare la spesa zero waste non è un’utopia. Grazie ai consigli di molti influencer, operatori del settore e la capillare rete nazionale, cambiare il proprio modo di fare acquisti è sempre più facile. Tutto passa dalla nostra volontà, è chiaro. I rifiuti sono la diretta emanazione dell’acquisto di impulso: «Fare la spesa senza imballaggi o confezioni significa pensare a cosa ci serve davvero», spiega Carmen Scicioli dell’Ecoteca – Sostenibile per Natura di Corato (Ba).
Potremmo anche scoprire che in un dato momento non ci serve niente e abbiamo solo voglia di fare due passi. Invece di farli tra gli scaffali di un supermercato o in un centro commerciale, uscite e sgranchitevi le gambe con una passeggiata nella natura. Quando sarà il momento di fare la spesa, preparate una strategia: ecco come fare la spesa zero waste.
Organizzare la borsa
Il primo passo per fare la spesa zero waste è organizzare bene la borsa con cui trasporteremo i nostri acquisti. Procurati una borsa di grandi dimensioni, abbastanza robusta. «Abbiamo bisogno di organizzare gli spazi interni per riporre barattoli di ogni forma e dimensione, a seconda di quello che si ha in mente di acquistare», raccomanda Carmen. I barattoli perfetti per la spesa zero waste sono quelli alti e stretti, come quelli usati per la passata di pomodoro. È essenziale che i contenitori siano puliti e che non perdano.
Se hai bisogno di acquistare frutta e verdure procurati dei sacchetti di stoffa, perfetti anche per ospitare pasta, legumi e tutto ciò che viene venduto secco e che va poi cotto. Per i vegetali porta con te dei canovacci: sono perfetti per avvolgere coste, bietole, spinaci e tutto ciò che ha foglie larghe. Puoi usarli anche per avvolgere il pane oppure puoi sfruttare i sacchetti di carta ereditati da precedenti acquisti, adatti anche per trasportare la frutta.
«Un altro trucco per avere a disposizione più contenitori è usare quelli di plastica rigida leggera: ti consente di avere meno peso in borsa, infilandoli uno nell’altro. All’occorrenza puoi avere sempre a portata di mano il recipiente giusto».
Dove fare la spesa zero waste
Hai la borsa e i contenitori: sei pronta per fare la tua spesa zero waste. Sì, ma… in quale negozio è permesso? «I luoghi perfetti sono le sfuserie e i mercati settimanali all’aperto. Con i supermercati è più complicato: bisogna capire chi ce lo fa fare. Ci sono anche negozi che lavorano offrendo al cliente la modalità self». Per scoprire il tuo negozio zero waste più vicino, consulta la mappa di Rete Zero Waste.
Un altro luogo amico degli acquisti senza imballaggi è il fruttivendolo. «Bisogna superare quel momento di timidezza che blocca nel chiedere di poter utilizzare i propri sacchetti e i propri strofinacci. Ma, rotto l’imbarazzo iniziale, anche il negoziante sarà felice di venirvi incontro, anche perché così risparmia il costo dell’imballaggio. Prima del Covid ho usato i miei contenitori in vetro anche per fare spesa dal pescivendolo o presso il caseificio».
Calcolare il prezzo
Un altro passaggio fondamentale nella spesa zero waste è il calcolo del prezzo. Prima di tutto chi vi serve (o voi stessi), deve fare la tara del contenitore in modo da non falsare il prezzo dell’alimento acquistato. Ottenuto il peso netto, si avrà un prezzo da pagare in cassa.
Organizzare la dispensa
Il momento più importante della spesa zero waste è l’organizzazione della dispensa. «L’analisi degli spazi e dei consumi settimanali ti fa capire cosa comprare e cosa conservare. La spesa diventa sartoriale». Se si è in tanti in casa, ci si può organizzare con più borse da portare con sé durante gli acquisti. Si può stilare un menu settimanale, in modo da stimare il quantitativo esatto di pasta, legumi e cereali che possono servire in una settimana.
«Se osservo che consumo un barattolo da 300 g di muesli ogni settimana, comprerò solo quella quantità. Mentre so che non smaltirò mai un chilo di riso in una settimana. A meno di situazioni straordinarie, fare le scorte non è una priorità di chi fa la spesa zero waste: si acquista solo ciò che si consuma momento per momento proprio per evitare qualsiasi spreco.
Detersivi e detergenti
Finora abbiamo parlato dell’acquisto di cibo, ma cosa succede con detergenti e detersivi? Questi prodotti sono quasi sempre venduti in confezioni di plastica rigida, create ad hoc per conservarne le proprietà. «Il contenitore per i detersivi deve essere fornito dal negozio che vende l’articolo, che in un secondo momento andrà a ricaricare la stessa bottiglia dello stesso prodotto».
«Per i detergenti della persona questa normativa è ancora più stringente. Si paragona chi vende questi prodotti a un produttore di cosmetici. Quindi, per poterli vendere, bisogna seguire la stessa normativa di un laboratorio per saponi». A proposito, questi ultimi comprateli al taglio: darà un tocco vintage al vostro bagno e vi risparmierà lo smaltimento di confezioni e quindi rifiuti.
I vantaggi della spesa zero waste
La spesa zero waste ha tanti vantaggi. Il primo, naturalmente, è ambientale: fare acquisti in questo modo riduce la pressione sul pianeta. «Eliminiamo l’imballaggio iniziale prodotto alla fonte ed eliminiamo lo spreco di risorse necessarie per il riciclo. Anche stampare un’etichetta da applicare sulla confezione comporta l’uso di stampanti e toner, che hanno un peso sul pianeta».
Il modello a cui si guarda è quello dell’economia circolare. «Il riciclo si è rivelato fallimentare: solo una piccolissima parte (soprattutto della plastica) viene riciclata. La gestione della carta è più virtuosa».
L’altro vantaggio da non sottovalutare è la riduzione dello spreco alimentare: la spesa zero waste è un modo sartoriale di fare acquisti. Ognuno lo costruisce su misura, senza eccessi e senza limitazioni. Con 220 milioni di tonnellate di cibo sprecato non c’è molto da stare allegri.
Poi ci sono i benefici personali. La spesa zero waste fa bene al portafogli perché, acquistando sfuso, c’è un risparmio sul totale della spesa, in quanto si compra solo ciò che serve. «Il margine risparmiato può essere speso nell’acquisto di alimenti e prodotti qualitativamente migliori, con un impatto sociale e ambientale migliore, eticamente sostenibili».
I profili da seguire
Sui social ci sono tanti profili da seguire per mettere a punto sempre nuove strategie zero waste. Tra questi, il vero punto di riferimento in Italia è Retezerowaste, che racchiude tutte le informazioni su questa filosofia di vita. Dietro questo profilo c’è il lavoro di tante persone, ma soprattutto alla rete fanno riferimento tutte le sfuserie italiane. Anche questi sono profili da seguire: ogni persona del circuito ha la sua ricetta per ridurre i rifiuti.
A livello internazionale, da non perdere i post di Trash is for tossers, profilo di Lauren Singer. Lei ha profondamente influenzato il pensiero zero waste nel mondo. Per questo non perdere tutte le novità sui suoi canali.